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NoTav Terzo Valico: misura cautelare coercitiva per un attivista

Il Pubblico Ministero che segue l’inchiesta, basandosi sulla relazione a dir poco fantasiosa redatta dai Carabinieri di Novi Ligure, ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari l’applicazione della misura cautelare del divieto di dimora (e transito) nel territorio dei Comuni di Arquata Scrivia, Serravalle Scrivia, Novi Ligure, Pozzolo Formigaro, Gavi, Carrosio, Voltaggio e Fraconalto. Praticamente tutti i Comuni direttamente interessati dai cantieri del Terzo Valico, compresa “la sua” Arquata dove Claudio è uno dei militanti, da sempre in prima linea, del comitato locale contro la costruzione del Terzo Valico. Chiunque conosca Claudio sa del suo legame e del suo amore per Arquata dove ha vissuto dalla nascita fino ai ventitré anni e dove ancora oggi vivono i suoi genitori.

Un provvedimento che nasce dall’accusa di aver rapinato della sua macchina fotografica un operaio del Cociv e di aver promosso e partecipato all’iniziativa di lotta che si è svolta alla Pieve di Novi Ligure.

Quella della rapina è un’accusa talmente infamante che chiunque conosca Claudio sa non poter essere vera, non a caso già il Giudice per le Indagini Preliminari ha negato che sia avvenuta questa fantomatica rapina il cui unico fondamento sarebbe da ricercare nelle dichiarazioni false di tre “bravi ragazzi” del Cociv. Il Giudice ha anche scritto nero su bianco che non vi sono prove che Claudio sia stato il promotore od organizzatore dell’iniziativa, ma visto il pericolo della reiterazione delle iniziative di contrasto al Terzo Valico e un suo precedente penale (una condanna a tre mesi di reclusione con pena sospesa per una manifestazione contro la guerra in Iraq del 2003 contro cui manifestarono milioni di persone nel mondo), ha comunque deciso di convalidare le misure cautelari proposte dal Pubblico Ministero.

Per i Carabinieri di Novi e per il PM, tanto per cambiare, le parole di tre operai vengono prese per oro colato e non viene neppure presa in considerazione l’ipotesi di ascoltare chi è stato ingiustamente accusato. Lo stesso modus operandi utilizzato quando vennero perquisite le abitazioni di altri quattro No Tav arquatesi, sempre a partire da una ricostruzione fantasiosa e falsa fatta da un operaio del Cociv.

Così, già da qualche giorno, a Claudio è interdetta la possibilità di recarsi nei Comuni del Basso Piemonte dopo che già gli venne interdetta la possibilità di recarsi nei Comuni liguri interessati dal Terzo Valico con il provvedimento del Foglio di Via emanato dal Questore di Genova.

Anche solo per recarsi in visita dai suoi genitori dovrà fare una richiesta scritta al Giudice che deciderà volta per volta se accordargli questa possibilità. Certamente non potrà più partecipare alle riunioni del comitato, distribuire volantini al mercato, parlare in un’assemblea pubblica, partecipare a una festa o a una manifestazione. Eccola qui in tutto il suo splendore la “democrazia” al tempo del Terzo Valico. Nei prossimi giorni si svolgerà l’interrogatorio di garanzia a cui Claudio risponderà e in cui i suoi avvocati chiederanno la revoca di questo provvedimento assurdo.

Conclusa la parte giudiziaria ci permettiamo ancora di fare qualche considerazione di carattere politico.

Questo provvedimento non riguarda solo chi l’ha ricevuto, ma è una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti di un movimento popolare che lotta da anni alla luce del sole contro la costruzione di un’opera devastante per l’ambiente e la salute dei cittadini. Limitare la libertà di movimento nei confronti di uno dei militanti più attivi e conosciuti significa, innanzi tutto, provare a spaventare un’intera comunità che continua a lottare per impedire lo scempio chiamato Terzo Valico senza dare il minimo segno di cedimento. Non abbiamo il minimo dubbio che questo tentativo sia destinato a naufragare e non farà altro che accrescere la partecipazione alla lotta contro la “grande opera inutile”.

Scrivevamo l’8 Aprile su questo sito, commentando il comunicato stampa del Senatore Borioli a seguito della marcia popolare di Arquata del 5 Aprile: “Il messaggio di Borioli è chiaro: “visto che noi politici non siamo stati in grado di convincerli, comprarli, piegarli, adesso ci provi la polizia e la magistratura”. E’ questa l’idea di democrazia di Daniele Borioli, uno che non riesce a rassegnarsi al fatto di trovarsi davanti ad un movimento popolare che sceglie e decide tutto in assemblee pubbliche e che tutto compatto ha deciso di praticare il taglio delle recinzioni sabato ad Arquata. Le frange violente ed estremiste sono solo ed esclusivamente nel suo cervello ed il suo tentativo di dividere il movimento in buoni e cattivi è destinato a naufragare.”

E neppure un mese dopo ecco arrivare la misura cautelare del divieto di dimora per Claudio accompagnata da un numero ancora imprecisato di avvisi di garanzia per la giornata di lotta del 22 Febbraio a Pozzolo Formigaro. I tempi lunghi della giustizia sembrano valere solo per i cittadini comuni, mentre per i No Tav le Procure della Repubblica di Alessandria e Genova, al pari di quella torinese che si occupa dei valsusini, sono disposte a fare gli straordinari. Riceveranno sicuramente un bel premio per la velocità e l’efficienza dimostrate nel reprimere i No Tav, mentre Cociv e le ditte subappaltanti sono libere di fare quello che vogliono senza che nessuno si occupi di loro.

Davanti al provvedimento cautelare nei confronti di Claudio e al clima repressivo che si sta sviluppando intorno alla questione Terzo Valico, siamo convinti che sia il tempo di prendere posizione e chiediamo a tutti, nessuno escluso, di farlo con lettere, riflessioni, comunicati stampa, attestati di solidarietà (sia individuali che di realtà collettive) da inviare a notavterzovalico.info@gmail.com e a tutti gli organi di informazione che si ritiene opportuno. Questo provvedimento è gravissimo, non ha precedenti in Provincia di Alessandria ed è stato emanato nei confronti di chi lotta da sempre a testa alta alla luce del sole mettendoci la faccia.

Apriamo da oggi una campagna perchè Claudio possa tornare nella sua Arquata (e in tutti gli altri Comuni) e perchè vengano levate le limitazioni di movimento nei suoi confronti. La restrizione della sua libertà personale è un fatto che interssa tutti e tutti insieme si deve sconfiggere questa intimidazione nei confronti del Movimento No Tav – Terzo Valico.

da NoTav Terzo Valico

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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