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Notre-Dame-des-Landes. Referendum contro la ZAD

I sì si sono affermati con il 56% dei consensi con delle percentuali di affluenza decisamente alte: alle quattro il 65% dei votanti si era recato alle urne. I comuni interessati dalla ZAD hanno riaffermato con decisione la contrarietà al progetto: Notre-Dame-des-Landes si è opposto al 73% al progetto, come Treillières, più di otto mila abitanti, vicina al futuro ipotetico aeroport ha votato no al 57,5%, a Héric no al 54%, La-Chapelle-sur-Erdre (51,3%), Saint-Etienne-de-Montluc (53,4%) e Vigneux-de-Bretagne (69,4%). A Nantes, il sì si è imposto per poche centinaia di voti, attestandosi al 50,5% dei consensi.

L’opposizione al progetto sorge negli anni ’60, ma è attorno al 2007/2008 che la battaglia si radicalizza con le prime occupazioni di stabili e terreni nelle aree interessate dal nuovo aeroporto: la Zad da Zone d’aménagement différé, zona di pianificazione differita, diventa Zone à défendre, zona da difendere. Dopo il fallimento degli sgomberi nell’ottobre del 2012, con battaglie durate diverse settimane e l’impiego di oltre duemila poliziotti e le offensive giudiziarie di questo inverno, respinte da imponenti cortei che hanno bloccato a più riprese la periferia di Nantes, lo Stato francese gioca la sua ultima carta: la democrazia.

“Se il no vince, il progetto sarà abbandonato, se il si’ vince, il progetto verrà avviato – ha dichiarato il premier Valls, che ha aggiunto – Voglio egualmente ricordare che qualunque sia il risultato, le persone che occupano illegalmente delle proprietà devono andarsene”. In gioco ormai infatti c’è molto di più del progetto di costruzione dell’aeroporto: la ZAD negli ultimi anni ha rappresentato un esperimento dove la contrapposizione all’opera ha sottratto una porzione di territorio al controllo e alla sovranità della repubblica.

Dal punto di vista degli zadisti, già alla vigilia del referendum, era ben chiaro come anche una vittoria del no all’opera non avrebbe inficiato lo sviluppo della battaglia e l’irriducibilità delle volontà in campo nel difendere la ZAD dallo Stato e del tentativo da parte di questo di riconquistare il territorio di Notre-Dame-des-Landes. Valls ha annunciato l’inizio dei lavori per ottobre 2016 e paradossalmente l’esito del referendum potrebbe controvoglia costringerlo ad accelerare i tempi di una nuovo piano militare di evacuazione della ZAD in una fase in cui, ancora, l’esecutivo è sotto pressione per le mobilitazioni contro la Loi Travail, particolarmente vivaci e radicate tra Nantes e Rennes.  

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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