Nuova protesta dei trattori. Il mondo rurale e le politiche agricole tornano nel dibattito pubblico
Torna, dopo esattamente un anno dal suo inizio, la protesta dei trattori. A partire da questa settimana, in diverse Regioni italiane, gli agricoltori e i loro mezzi agricoli sono scesi in strada per ribadire che dopo un anno – dicono – “nulla è cambiato”.
Lo scorso anno chi protestava chiedeva, tra le altre cose, la determinazione di un giusto prezzo dei propri prodotti, di calmierare i costi di produzione, di favorire le materie prime del territorio, di bloccare o rivedere la Pac e il Green Deal europeo. La protesta dei trattori del 2025 cosa chiede? Gianni Fabbris del COAPI, il coordinamento agricoltori e pescatori italiani
Nonostante le soluzioni tampone messe in campo da Unione Europea e Governo Meloni, la protesta dei agricoltori pone in evidenza un settore in costante crisi: quali sono i fattori di questa crisi? Con noi Maura Benegiamo, ricercatrice in Sociologia economica e del lavoro all’ Università di Pisa, autrice del libro “La terra dentro il capitale”, si occupa di ecologia politica, estrattivismo e transizione ecologica.
Nuovamente al centro del dibattito l’agricoltura e la sua sostenibilità. La protesta nel comparto agricolo è composta al suo interno da diverse organizzazioni, che rappresentano anche interessi differenti: c’è chi critica apertamente la transizione ecologica e le cosidette “lobby green”, chi parla di sovranità alimentare, chi si concentra sui costi di produzione elevati, chi sottolinea il paradigma sulle maxi aziende e i loro finanziamenti a discapito delle piccole medie aziende agricole.
La protesta dei trattori si può intersecare con l’ecologica? Pier Francesco di Ari, Associazione Rurale Italiana, che ha in programma per il weekend del 8 e 9 febbraio a Verona due giornate di incontro nazionale dal titolo “In difesa dei contadini”.
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