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Sicilia. Un 8 marzo contro il Muos

Come deciso in assemblea il 22 febbraio scorso, l’otto marzo a Niscemi si svolgeranno due tipi di mobilitazione diverse, una alle 11.30 in Piazza Vittorio Emanuele III e l’altra alle 14.30 dove partirà un corteo dal presidio No MUOS di Contrada Ulmo.
La scelta di indire questa giornata di mobilitazione a Niscemi l’otto marzo nasce dalla volontà sia di rilanciare la lotta no MUOS dopo la sentenza del TAR ma anche, e soprattutto, per mettere in evidenza l’impegno di tante donne siciliane e non che si sono impegnate e continuano a farlo alla lotta alla militarizzazione del territorio e alla guerra.

PERCHÈ UN OTTO MARZO NO MUOS
Ultimamente due eventi hanno colpito la nostra attenzione, così come quella di molti certamente.
Da un lato, la riconquista di Kobane, dopo più di 100 giorni d’assedio da parte delle milizie dell’ISIS. Questo è per noi un evento più che significativo sotto molti profili. Certamente, la riconquista di Kobane rappresenta la vittoria contro il fascismo mal celato dello Stato 
Islamico. Vittoria raggiunta grazie allo YPG e lo YPJ, gruppi armati popolari che hanno imbracciato il fucile per difendere la propria terra dall’invasione, grazie anche al sostegno costante dei solidali sparsi in tutta la Rojava e oltre. In quanto donne però per noi Kobane è soprattutto riscatto e resistenza femminile. Le compagne dello YPJ sono un esempio di come l’autodeterminazione sia un valore fondamentale e una pratica di lotta quotidiana per ogni donna. Nel loro caso, hanno lasciato famiglia, affetti, ruoli secolari cristallizzati di 
“donna-angelo-del-focolaio”, hanno imparato a sparare, si sono organizzate e hanno difeso, attaccato e riconquistato Kobane. Tutto in nome della libertà certamente del popolo curdo ma anche, e soprattutto, di tutte le donne.
Dall’altro la sentenza del TAR di Palermo che conferma ciò che da anni diciamo sul MUOS e sulla base della US Navy: quella base è abusiva, quelle antennone non possono stare lì. Sentenza questa che riapre un fronte non indifferente per la lotta No MUOS, non in termini di ricorsi e contro-ricorsi, ma in termini di mobilitazione e pressione popolare.
E noi che a Niscemi ci abbiamo passato un po’ di tempo, abbiamo vivide in mente le immagini di decine e decine di donne che, ogni mattina, presidiavano la base bloccandone i flussi dei mezzi in entrata a in uscita. Gran parte di loro sono mamme normali che, in un contesto particolare come quello niscemese, hanno deciso di essere corpo unico. 
Forti di questa collettività così semplice da definire, quasi automatica e naturale, hanno avuto per mesi il coraggio di presidiare una base statunitense, strattonate dalla polizia quasi ogni giorno, contro critiche e male lingue, sostenute anche da elogi e meraviglia generali.
Questi due eventi sono dunque caratterizzati da un elemento comune che, seppur diverso, fa parte “dello stesso cielo”: la resistenza e l’autodeterminazione femminile. Che si tratti di resistenza armata o meno, entrambe le due esperienze di lotta hanno rimesso in discussione un ruolo passivo della donna nella società e l’hanno resa protagonista nel determinare non solo la propria esistenza, ma le sorti della propria terra, minacciata da un nemico esterno. Sono entrambi esempi, seppur differenti, di resistenza e lotta quotidiana e constante, nei luoghi giornalieri della propria vita; resistenza e lotta che coinvolgono 
rapporti personali, ruoli sociali, immaginario ed estetica femminile.
Proprio avendo in mente queste immagini di resistenza quotidiana, parteciperemo alla giornata di mobilitazione a Niscemi e in Contrada Ulmo questo otto marzo. Non siamo molto avvezze alle celebrazioni, né tanto meno crediamo che solo attraverso la giornata dell’otto marzo si possa risolvere la questione. Proprio perché rigettiamo la logica della 
celebrazione, partecipiamo a questo otto marzo No MUOS rifacendoci alle storie delle compagne dello YPJ e delle donne No MUOS, storie di vita e lotta quotidiane. Per quanto ci riguarda l’otto marzo è un’occasione come un’altra per lanciare un messaggio molto semplice: non c’è cambiamento radicale possibile che non passi dall’autodeterminazione 
della donna, che parta da essa stessa e la renda protagonista unica della conquista della propria libertà. Se c’è una cosa che sappiamo con certezza è che la libertà non si riceve in regalo. E in quanto donne non vogliamo essere emancipate, ma libere.
Contro la militarizzazione del territorio, da donne libere per una terra smilitarizzata e senza guerra. 

Le compagne del Collettivo Aleph.

Per partecipare alla manifestazione, è possibile partire con un pullman da Catania l’otto marzo, alle 9.30, da Piazza Alcalà.

BIGLIETTO 5€

DOVE TROVARLI:
al Centro Sociale Liotru, via Montevergine, 8
▸il martedì e giovedì dalle 15:30 alle 17:00
▸il mercoledì dalle 17:00 alle 20:00
▸il sabato durante “What’s in the box?”
https://www.facebook.com/events/672616039530978/?fref=ts

alla Palestra Popolare Catania
▸il martedì e giovedì 19:00-22:00
▸il mercoledì e venerdì 20:00-21:30

Per maggiori info:
3498271482 – 3409784193

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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