Prosegue la mobilitazione campana contro la devastazione ambientale. Verso il 16novembre
Dopo il triste teatrino che ha visto protagonista il Questore di Caserta Gualtieri che, lo scorso 7 novembre, ha mobilitato uomini e mezzi per impedire ad una delegazione dei comitati dell’Agro Caleno di raggiungere il capoluogo per tenere un presidio e chiedere un incontro con il Prefetto, proseguono le mobilitazioni popolari per chiedere una nuova impostazione nella gestione dei rifiuti, la fine del silenzio istituzionale su roghi e sversamenti illegali, la riaffermazione della verità sull’avvelenamento di massa che, con la complicità dello Stato, si è abbattuto sulla Campania. Cortei, presidi e pubblici dibattiti crescono in numero e in capacità di coinvolgimento lasciando presagire una massiccia partecipazione al corteo #Stopobiocidio che, sabato 16 Novembre quando anche in Valle di Susa si scenderà in piazza, inonderà come un fiume in piena le strade di Napoli.
Ieri mattina a Caserta circa 10mila persone hanno sfilato per le strade della città e, pur nella vaghezza dei contenuti, hanno manifestato stanchezza, rabbia ed indignazione che hanno rotto il muro di silenzio che avvolge i luoghi del potere provinciale. Nel pomeriggio, sempre nel casertano, in migliaia hanno preso parte alla marcia da Grazzanise a Santa Maria La Fossa, angolo della provincia duramente colpito dalla presenza delle discariche della vergogna, imposte a suon di manganellate, repressione e denunce durante la stagione dei commissari straordinari e dell’emergenza rifiuti. Un disastro di Stato, ben visibile quando ci si avvicina alla discarica di Ferrandelle, dove la falda acquifera è stata irrimediabilmente compromessa e patologie tumorali hanno colpito gran parte degli stessi addetti al sito. Costruita con la violenza e oggetto di numerose indagini che coinvolgono molti funzionari pubblici, Ferrandelle è uno dei simboli più eloquenti di un disastro annunciato quanto irreparabile che si poteva evitare semplicemente ascoltando le voci dei comitati e dei cittadini. Per questo motivo, dopo aver visitato il sito di compostaggio di San Tammaro (unico impianto utile e non dannoso, completato da anni e misteriosamente mai entrato in funzione) una delegazione internazionale, seguita da diverse toupes di giornalisti, si è recata nella cosiddetta “cittadella della monnezza” con il Toxic Tour, per documentare e denunciare il disastro campano al mondo intero.
Sul versante della provincia di Napoli, la mobilitazione di migliaia di persone ha invaso la città di Mugnano il 9 novembre, in un lungo corteo che è terminato nella vicina Marano e durante il quale le parole d’ordine #stopbiocidio e #fiumeinpiena sono state ancora una volta rilanciate.
Se, dal punto di vista dei cittadini, questo grande movimento di massa cresce e si rafforza anche nella capacità di ricomposizione intorno a contenuti chiari e unitari, è tuttavia da registrare l’avvio della controffensiva da parte dei responsabili di questo immane disastro.
Con la copertura e l’avallo, talvolta inconsapevole e\o in buona fede di componenti interne all’ampio fronte popolare, talvolta spregiudicato nel tentativo di infiltrare la mobilitazione, si cerca in queste ore di piegare le richieste delle popolazioni agli interessi di quelle compagini affaristiche, politiche e speculative che si sono arricchite ed hanno prosperato sull’avvelenamento della terra e sulla sua espropriazione alle comunità. In particolare, il grande affare delle bonifiche rappresenta la reale posta in gioco di questa partita e la capacità delle comunità di portare avanti questa rivendicazione avocando a sé il controllo diretto sull’opera di risanamento è uno snodo cruciale. Abbiamo elementi a sufficienza per poter dire per tempo che il capitalismo locale e nazionale sta, in questi ultimi mesi con sempre maggiore forza, ricalibrando la propria presenza ed il proprio assetto politico-organizzativo, da un lato, per accaparrarsi le ingenti risorse pubbliche in arrivo per le bonifiche e, dall’altro, per gestire il passaggio nel controllo del ciclo di smaltimento dei rifiuti da Ragione e Provincie ai comuni.
Il proliferare di centrali a biomassa come quella che l’imprenditore dei rifiuti marcianisano legato a Zinzi, nonché presidente della Juve Caserta, Iavazzi vorrebbe portare nell’Agro Caleno e le voci, da confermare, secondo le quali lo stesso avrebbe già costituito società pronte ad operare nel settore delle bonifiche ne sono la prova.
Il prossimo 16 novembre sarà una giornata importante, dunque, dalla quale questo grande movimento popolare dovrà uscire rafforzato, mettendo da parte residuali divisioni e protagonismi per inaugurare quel nuovo corso ormai non più rimandabile.
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