Protesta degli agricoltori a Torino Sud.
Da lunedì 5 febbraio alle porte di Torino Sud è iniziato uno dei tanti presidi della protesta dei trattori, che in queste ultime settimane ha preso piede in tutto il paese. Sul campo confinante con la tangenziale, più di 400 trattori, agricoltori auto organizzati di ogni settore, in arrivo dalla provincia di Torino e di Cuneo. Diversi i solidali al presidio e i suoni di clacson, continui, dai camion e dalle macchine di passaggio sulla tangenziale.
Riportiamo alcuni stralci di interviste con giovani agricoltori piemontesi presenti al presidio. Il tentativo è quello di partire da un ascolto approfondito delle istanze degli agricoltori mobilitati, mostrarne la grande eterogeneità e la complessità delle questioni che vengono espresse da questo movimento.
Parliamo con Mauro, che ci spiega come si stia costruendo un’organizzazione autonoma da sindacati e qualsivoglia sigle, delle difficoltà nel dare visibilità alle proprie rivendicazioni, spesso travisate dalle associazioni di categoria (ormai messe fuorigioco) e talvolta semplificati dall’opinione pubblica. Con Gabriele entriamo nel merito dei contenuti della protesta, approfondendo alcuni temi centrali: la questione del giusto prezzo per la propria merce, la politica economica europea individuata come responsabile di scaricare verso il basso le condizioni per una tanto decantata transizione ecologica, il tema dell’orgoglio del proprio ruolo sociale in quanto alla base della catena produttiva e riproduttiva e lo stigma dell’inquinamento.
Nel sistema produttivo agricolo, il capitalismo globale sovvenzionato dalla PAC, porta gli agricoltori a produrre, faticosamente, prodotti venduti costantemente a prezzi, in questo punto della filiera, sotto i costi di produzione.
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