InfoAut
Immagine di copertina per il post

Spilimbergo: la lotta dei cittadini contro il mega-inceneritore di rifiuti speciali

A Spilimbergo, in provincia di Pordenone, la popolazione ha iniziato a mobilitarsi contro il progetto dell’azienda EcoMistral (parte del gruppo EcoEridania) riguardante l’ampliamento dell’inceneritore per rifiuti speciali pericolosi.

di Valeria Casolaro da L’indipendente

L’azienda intende infatti portare la struttura a una capacità di smaltimento di 70 mila tonnellate di rifiuti all’anno dagli attuali 25 mila, con il conseguente evidente aggravarsi dell’impatto su ambiente e popolazione – sono appena 12 mila i residenti del Comune. In questo modo, nel piccolo Comune verrebbe smaltita oltre la metà di tutti i rifiuti speciali pericolosi bruciati annualmente in Italia, che nel 2022 ammontavano a circa 117 mila tonnellate.

«Il tonnellaggio di rifiuti speciali pericolosi bruciati in tutta Italia è di oltre 100 mila tonnellate» spiega a L’Indipendente Francesco, uno dei rappresentanti del Comitato No Inceneritore Rifiuti Speciali Pericolosi a Spilimbergo. «Già ora l’impianto di Spilimbergo è predisposto per smaltirne una grande quantità, quasi un quarto, anche se risulta in realtà sottoutilizzato di qualche migliaio di tonnellate». L’idea dell’ampliamento non è nuova. Già dal 2017, infatti, l’amministrazione comunale – già allora a guida Fratelli d’Italia – aveva manifestato l’intenzione di cedere i terreni per la realizzazione d un eventuale nuovo impianto. Un progetto che «EcoEridania-EcoMistral spaccia come un ampliamento, quando in realtà si tratta di un impianto del tutto nuovo».

L’inceneritore di Spilimbergo com’è oggi (a sinistra) e come risulterebbe dopo l’ampliamento (destra). Immagine del Comitato No Inceneritore.

«Il problema non è solo il nuovo impianto, ma anche quello vecchio» spiega Francesco. «In 25 anni non è mai stato redatto uno studio epidemiologico. Nel 2019 l’amministrazione regionale, in particolare l’assessore all’Ambiente Scoccimarro (Fratelli d’Italia), lo stesso che c’è anche ora, ha promesso che lo studio sarebbe stato fatto, ma questo non è mai avvenuto». Nel marzo 2023, a tal proposito, il consigliere regionale Nicola Conficoni (PD) ha anche presentato un’interrogazione al Consiglio regionale. «I controlli dell’Arpa sono stati pochissimi» prosegue Francesco «è stato eseguito solo un biomonitoraggio sulle deposizioni di mercurio, ma le sostanze tossiche rilasciate dall’impianto sono molte di più». La maggior parte dei dati disponibili, inoltre, proviene dall’azienda, in quanto non sono ad oggi stati effettuati studi esterni.

«La nostra richiesta è innanzitutto che la questione venga affrontata nei Consigli comunali dei Comuni vicini, in quanto la nuvola di fumo prodotta dalla ciminiera alta 40 metri del nuovo impianto andrà a ricadere su di un raggio di 10-15 km, variabile in base alla direzione dei venti e interessando quindi i comuni vicini. E la zona è già gravata dalla presenza di impianti insalubri. Il silenzio dell’amministrazione comunale è assordante, anche per quanto riguarda le informazioni rilasciate alla cittadinanza riguardo quello che diventerebbe il più grande inceneritore di rifiuti speciali pericolosi d’Italia». L’azienda, spiega, aveva presentato il progetto già nel luglio dello scorso anno, e Legambiente aveva organizzato un evento informativo già a settembre. Il sindaco Enrico Sarcinelli, sostiene, ha sempre negato l’esistenza un progetto. Tuttavia, proprio nel progetto realizzato da EcoMistral si legge che “Per la realizzazione di questo nuovo assetto è quindi prevista una permuta delle aree interessate tra il proponente e l’Amministrazione Comunale di Spilimbergo, con la quale sono già stati presi accordi preliminari in tal senso”.

La settimana scorsa i cittadini hanno organizzato una prima assemblea aperta informativa per discutere delle problematiche del progetto e capire come intervenire. Di rappresentanti dell’amministrazione comunale (tanto della maggioranza quanto dell’opposizione) nessuna traccia. A presentarsi sono stati, invece, due agenti della Digos di Pordenone in borghese i quali, seppur riconosciuti dagli organizzatori, hanno inizialmente rifiutato di identificarsi come tali, nonostante esista un obbligo in tal senso (art. 20 del D.P.R. 28 ottobre 1985, n. 782). «Hanno inizialmente negato di essere agenti, per poi ammetterlo successivamente e identificare l’organizzatore che glielo aveva chiesto. Ad oggi non sappiamo cosa volessero, perché si siano presentati a un’assemblea pubblica, dove erano comunque i benvenuti, in quanto pubblica. Noi, come organizzatori, abbiamo l’obbligo di tutelare i presenti, informandoli del fatto che ci sono agenti delle forze dell’ordine che andranno a riferire in questura tutto quanto viene detto». Il fatto, per quanto apparentemente non degno di nota, è in realtà estremamente significativo, soprattutto se associato all’evidente assenza da parte delle istituzioni. Esso sembra infatti denotare come queste preferiscano agire sul piano del controllo piuttosto che su quello del dialogo, nonostante si tratti di tematiche le cui conseguenze ricadranno direttamente sui cittadini.

I cittadini, comunque, non si sono lasciati intimidire, e hanno intenzione di portare avanti la loro lotta. Il tempo è breve: entro metà luglio andranno consegnate le osservazioni, ma l’azienda vorrebbe iniziare i lavori già a fine dicembre.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

inceneritoreinquinamentoSpilimbergo

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ciao Alberto, a sarà dura!

Nella tarda serata di ieri, giovedì 3 ottobre, ci ha lasciati Alberto Perino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sgombero in corso del presidio di via Curtatone a difesa del bosco di Gallarate

Gallarate (VA): sgombero del presidio di via Curtatone in corso dalle 4 di questa mattina

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

3.1 Radura || Turismo Feroce

Benvenuti e benvenute alla prima puntata della terza stagione di Radura, il podcast che racconta i conflitti sociali nell’hinterland italiano.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio No Tav di San Giuliano: mobilitiamoci per resistere insieme all’esproprio!

E’ la fine di ottobre del 2012: una lunga fila di persone occupa il terreno dove oggi sorge il Presidio No Tav di San Giuliano. Il clima freddo e pungente della Valsusa non ferma migliaia di attivisti e attiviste accorsi per prendere parte alla quarta edizione della campagna “Compra un posto in prima fila”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Lotta alla speculazione energetica in Sardegna: aggiornamenti da Oristano e Selargius

La lotta alla speculazione energetica in Sardegna prosegue, comitati e presidi si oppongono alla realizzazione del mega progetto energetico Tyrrhenian Link

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ambiente: il ciclone Boris continua a devastare l’Europa centro-orientale

Il ciclone Boris continua a devastare L’Europa centro-orientale, lasciando dietro di sé una lunga scia di distruzione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Giù le mani dal Meisino”: partecipata marcia ambientalista per salvare il parco di Torino

Un folto gruppo di attiviste e attiviste per l’ambiente, amici e amiche del Meisino, si è ritrovato sabato 14 settembre in piazza Modena a Torino, per una passeggiata all’interno del parco

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’attivazione popolare in Sardegna contro la speculazione energetica si diffonde

Il tema della speculazione energetica e dello sfruttamento dei territori in nome di una falsa transizione ecologica è ciò che contraddistingue le numerose e diffuse mobilitazioni che sono avvenute in Sardegna negli ultimi tempi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mobilitazione popolare a Torino per difendere uno dei più grandi parchi della città. Sabato il corteo “Salviamo il Meisino”

Sono giorni di lotta popolare al Parco del Meisino, polmone verde a nord est di Torino, a seguito dell’avvio dei primi lavori per la costruzione di una “cittadella” dello sport nel cuore della riserva naturale sull’ansa del fiume Po.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Settimana di lotta in Val Susa dal 31 agosto al 5 settembre

Da pochi giorni si è conclusa una lunga settimana lotta, socialità, dibattiti e discussioni nella Valle che Resiste.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Obbligati a produrre rifiuti e a devastare i nostri territori: il caso di Valledora.

Oggi il sistema ci impone non solo di essere consumatori di prodotti, ma anche produttori di rifiuti: senza tregua e senza alcuna possibilità di sottrarci a questo ruolo quotidiano obbligato, per quanto frugali cerchiamo di essere.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

PFAS: tre domande per capire ogni cosa sugli inquinanti eterni

I PFAS sono oggetto di una proposta di legge ambientale esaminata il 4 aprile. Questi inquinanti eterni, onnipresenti nei nostri prodotti di consumo, sono tossici per l’uomo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

PFAS “Eterni inquinanti”: oltre 300 attivisti invadono uno stabilimento Arkema a Lione

Sabato 2 marzo, gli attivisti di Extinction Rebellion e Youth for Climate hanno invaso uno stabilimento Arkema a sud di Lione. È stata una giornata “a porte aperte” per denunciare l’inquinamento da “inquinanti eterni” del gruppo chimico.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Nebbia e inquinamento in Pianura Padana. Incidenti a catena sull’A1, polveri sottili costantemente sopra i limiti

La stessa pianura padana che in queste settimane si trova in cima alle classifiche mondiali per inquinamento da polveri sottili: il mese scorso la qualità dell’aria ha superato la soglia critica delle concentrazioni di PM10

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Pfas: acqua potabile contaminata in città metropolitana e in Val Susa.

E’ uscito da pochi giorni il nuovo rapporto di Greenpeace in merito ai dati sui cosiddetti “inquinanti eterni”: i pfas, i quali contaminano le acque di ben più di 70 comuni nel territorio della città metropolitana di Torino e della Val Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’inquinamento atmosferico da combustibili fossili causa il 20% di tutti i decessi

L’esposizione all’inquinamento atmosferico da combustibili fossili aumenta significativamente il rischio di ictus, malattie cardiache e polmonari, cancro e altri disturbi, causando oltre 8,7 milioni di morti premature all’anno.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Livorno, navi, fumi, ambiente e lavoro – Intervista a Livorno Porto Pulito

Non a caso fra i nostri striscioni uno dei più significativi è: “Dalle navi lavoro, non veleni”. Non a caso la nostra collaborazione con i lavoratori portuali è sempre più estesa. Sono i primi a respirare veleno, i primi a dover essere tutelati.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lotta allo sviluppo industriale e difesa della storia nera nella “Cancer Alley” della Louisiana

A Wallace, i discendenti delle persone ridotte in schiavitù vivono su uno degli ultimi tratti conservati del fiume Mississippi in Louisiana. Ora, un enorme impianto di esportazione di cereali minaccia la storia e il futuro della comunità.