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Pfas: acqua potabile contaminata in città metropolitana e in Val Susa.

E’ uscito da pochi giorni il nuovo rapporto di Greenpeace in merito ai dati sui cosiddetti “inquinanti eterni”: i pfas, i quali contaminano le acque di ben più di 70 comuni nel territorio della città metropolitana di Torino e della Val Susa. Queste particelle, una volta immesse in natura sono impossibili da degradare, alcune di esse si accumulano nel nostro corpo causando problemi per la salute, essendo cancerogene.

L’operazione di Greenpeace è stata quella di accedere agli atti per verificare la percentuale di queste particelle nell’acqua potabile e il risultato è stato piuttosto sorprendente, infatti la presenza di queste sostanze non riguarda soltanto l’alessandrino, zona in cui da anni è stata denunciata la responsabilità dell’azienda Solvay nell’aver inquinato le falde acquifere, ma molti comuni della città metropolitana di Torino e della Val Susa. L’Asl e Smat hanno fornito i dati secondo cui 125mila cittadini piemontesi hanno ricevuto nelle loro case acqua con almeno una sostanza cancerogena.

Come sottolinea Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace, in base ai dati non è semplice ricostruire l’origine della contaminazione perché i pfas sono sostanze non regolamentate e in circolazione da più di 70 anni, ma in alcune fonti si possono riconoscere una causa, ad esempio le discariche, i trattamenti di acque reflue o aziende, come la Solvay. Il caso della Val Susa è particolare essendo un’area montana e poco industrializzata, dunque sarà fondamentale chiedere approfondimenti urgenti da parte degli enti preposti, come l’Arpa, in quanto occorre intervenire all’origine della contaminazione. In questo territorio è immediato il collegamento con la forte presenza dei cantieri della devastazione del tav, in questo senso occorrerà individuare chi dovrà incaricarsi di verificare la questione andando a sottolineare la responsabilità politica di chi ha il dovere di tutelare la salute pubblica, ossia la Regione Piemonte.

Ai microfoni Giuseppe Ungherese

da Radio Blackout

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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