
Mai più per il Pd. Punk ferraresi boicottano i festival

Mentre Repubblica sbatte in prima pagina il guru Jovanotti e gli fa  dire che la musica non è né di destra, né di sinistra, su Estense.com –  autorevole sito ferrarese – si può leggere l’intervista a Gigo, leader  dello storico gruppo punk che ha deciso di non suonare a un importante  festival perché è una manifestazione del Pd. L’intervista dissacra tutti  i “miti” della sinistra emiliana, dalle coop all’Arci fino a Fiorella  Mannoia e quei cantanti che firmano gli appelli per la Costituzione ma  poi continuano a legittimare i festival del Pd senza fare una piega.
Da  un lato il musicista riflette sul Pd nazionale visto, più che come  partito, come un «trabocchetto per chi culturalmente si identifica a  sinistra», dall’altro osserva le ripercussioni sul piano locale, dove il  Partito Democratico «ha il monopolio della cultura giovanile anche  grazie al suo principale strumento: l’Arci».
Dovevano suonare con gli  Adolescents, sabato scorso, il 3 di agosto, così diceva il cartellone  fin da aprile. Ma poi il nome degli Impact, storica band hard-core di  Ferrara, è sparito dalle locandine di What is Rock, festival in corso a  Portomaggiore. «Per chiarezza – scrive il gruppo sul suo profilo fb –  What is Rock è un festival finanziato dal Partito Democratico che lo  ospita fisicamente all’interno della Festa Democratica di Portomaggiore  (FE); in cambio WiR ospita il logo PD su quasi tutti i flyers delle  serate accanto a quello di ospiti, partners, ecc.
Nella nostra  minuscola città ovviamente questo lo vedono tutti ma sappiamo che  altrove il dettaglio non è altrettanto palese. A chi si chiede perché  non ci siamo espressi prima rispondiamo che rispetto a tre mesi fa le  nostre ragioni oggi sono più che mai evidenti dunque sarà più facile  farsi capire. Per quanto ci riguarda, esibirsi e/o collaborare in  contesti come quello di una festa del Partito Democratico, a meno che  non lo si faccia per esigenze di sopravvivenza, equivale ad alimentare  il falso mito dell’appartenenza a sinistra di un’organizzazione invece  di estrema destra, palesemente eversiva, guerrafondaia e criminale. Un  finto partito che grazie al patto con il suo sodale, l’eversore mafioso  S. Berlusconi, ha potuto ingannare la sinistra di questo paese per  decenni proponendosi semplicemente come il “meno peggio”. Chi oggi non  vede o addirittura nega tale realtà per quanto ci riguarda non può che  essere cieco oppure in malafede.
Ammettiamo che stavamo per caderci  di nuovo ma per fortuna siamo tornati in noi stessi e abbiamo fatto  togliere gli Impact dal cartellone di What is Rock 2013.
A noi piace  pensare che almeno su determinate questioni quello dell’intransigenza  rimane un valore che in molti dovrebbero riscoprire, specie in quegli  ambienti di ispirazione libertaria – come fu anche il movimento hardcore  punk – ai quali, malgrado tutto, sentiamo ancora di appartenere.
In  pratica, pensiamo che sia necessario ristabilire una certa  corrispondenza tra la parola e l’azione altrimenti il ridicolo diventerà  inevitabile e almeno per quanto ci riguarda, piuttosto è auspicabile  l’auto-estinzione della specie.
Pensiamo inoltre che il mimetismo  ideologico di certe organizzazioni sia da combattere senza mezzi termini  e che ciò si può fare anche attraverso le proprie prese di posizione;  si tratta di piccoli gesti insignificanti che il più delle volte non  costano un cazzo ma che argomentati a dovere possono trasformarsi in  azione politica esattamente come la scelta della diserzione o la pratica  della disobbedienza per un anarchico.
A chi sostiene che la musica  non ha niente a che fare con la politica noi rispondiamo che almeno nel  nostro caso e nel caso di What is Rock ciò non è affatto vero, come del  resto è assai facile verificare in entrambi i casi, e dal momento che a  noi non piace l’idea di assumere il ruolo di testimonial di una  organizzazione golpista di destra, abbiamo fatto la nostra scelta».
Fonte: liberazione.it
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