Ed ogni maschera cadde..
La partita della riforma del lavoro sembra aver fatto scomparire nella percezione generale la fittizia “tecnicità” dell’esecutivo a guida Monti-Napolitano. Da un lato Eugenio Scalfari riconosce esplicitamente sulle colonne di Repubblica la natura politica dell’esecutivo, dall’altro buona parte delle forze partitiche e sindacali sono costrette a contestarne l’operato (sempre con la massima sobrietà ovviamente).
La natura predatoria e market-oriented della riforma Fornero si vede chiaramente dalla sua tempistica. E’ stata approvata in fretta e furia dal Consiglio dei Ministri proprio prima che Monti partisse per l’Asia. Un viaggio mirato a convincere i giganti economici della regione della bontà di investire nel nostro paese: non per niente Monti oggi ha affermato che la riforma passerà soprattutto perchè la vogliono gli investitori stranieri..investitori da convincere con la good news dell’assolutà libertà di licenziamento nell’Italia a venire!
Dal canto suo la CGIL continua nei suoi giochini politicisti nei confronti di quelle migliaia di lavoratori che subiranno un colpo durissimo nei mesi a venire. Fissando in maniera molto vaga per la fine di maggio uno sciopero generale che dovrebbe essere immediato e ad oltranza vista la gravità della situazione, la CGIL rinuncia a mettere sotto i piedi dei partiti (vicini allo start della campagna elettorale per le amministrative del 6-7 maggio), la grana di uno sciopero generale, aspettando più miti periodi, assicurando la tenuta del sistema partitico e sperando di ottenere in cambio qualcosina nella discussione parlamentare.
Magari appunto il modello tedesco, ben descritto nel suo funzionamento però, dalle parole dell’ex tragico ministro del lavoro Treu: “Ora nelle proposte del Pd – e la Camusso dice che forse le vanno anche bene – adottiamo il modello tedesco. Che è un cambiamento notevole. Perché finora c’è solo il reintegro. Con il modello tedesco il giudice può dire: o il reintegro o l’indennizzo. E di fatto dà quasi sempre, o molto spesso, il risarcimento”. La stessa posizione espressa da Ezio Mauro nel suo editoriale di ieri su Repubblica. Insomma si cerca una mediazione tutta d’immagine, nella quale si, il reintegro è possibile, ma quasi mai applicato!
Intanto, tra aumenti di Irpef, reintegro dell’Ici e probabile nuovo aumento dell’Iva, la situazione del paese andrà sempre più deteriorandosi. E le proteste aumentano di intensità: la mobilitazione degli operai Alcoa, nella sua determinazione, ha consentito di strappare un accordo del quale se da un lato c’è da verificarne l’effettività, dall’altro permette di affermare che in questo momento è necessario passare all’attacco per resistere all’offensiva Monti-Napolitano.
Il rilancio, previsto per l’11 aprile, della mobilitazione NoTav contro la legalizzazione degli espropri dei terreni dove dovrebbe sorgere l’opera sarà inoltre centrale per intervenire anche in una campagna elettorale dove il tema del Debito e dei tagli sarà un aspetto cruciale. La battaglia NoTav ha già fatto capire l’inutilità dell’opera in confronto ai benefici sociali che potrebbero essere ottenuti spendendo in altro modo i soldi previsti per la sua costruzione, ma anche fornito la dimostrazione di potersi generalizzare a tutta la società: riuscirà a saldarsi con una forma di opposizione sociale alla riforma del lavoro?
C’è da segnalare inoltre l’agitazione a livello europeo, sia dal lato della controparte (e qui ancora Monti, in tandem con Barroso, fa capire quanto l’appiattimento dei diritti alle esigenze dei profitti sia una tendenza non solo italiana), sia da quella dei movimenti, con una serie di appuntamenti contro il dominio dell’austerity, che ha visto scendere in piazza poco fa il Portogallo, toccherà il 29marzo la Spagna e si propagherà in un maggio di sciopero a livello globale che si spera possa fare riemergere il movimento del 99%.
Maria Meleti
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