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Fine tempo tecnico!

In questi giorni in cui si giocano gli europei di calcio, in molti ci troviamo a tifare per SuperMario. Naturalmente il Super Mario per cui tifiamo ha una crestina di capelli ossigenata, e si addormenta davanti al portiere spagnolo in area di rigore, ma in lui speriamo ancora in un lampo di genio.

Nell’altro SuperMario, il professore, il tecnico, l’uomo non da area di rigore ma del rigore e della correttezza, ormai credono solo le banche e quelle aziende chiamate partiti che lo appoggiano in parlamento.

Monti messo alla presidenza del consiglio, per volere della BCE, doveva essere l’uomo che garantiva all’Italia di restare con uno spread intorno ai 400 punti base; che garantiva una riduzione del debito; che garantiva l’allontanarsi delle pressioni speculative e un maggiore peso politico sul piano europeo. Fatto sta che le uniche garanzie sono l’aumento della pressione fiscale, la batosta sulla riforma delle pensioni, lo smantellamento dell’articolo 18 e l’aumento della precarietà.

Per tutto il resto c’è “Mastercard”… verrebbe da dire. E’ notizia di oggi che il debito pubblico italiano ad aprile ha toccato un nuovo record, attestandosi a 1.948,584 miliardi di euro, in aumento rispetto al record storico toccato a marzo (1.946 miliardi). A dichiararlo è la Banca d’Italia che fa notare come nel mese di aprile del 2011 il debito pubblico ammontava a 1.889,6 miliardi di euro e adesso è aumentato di 50,709 miliardi di euro. Lo spread fra Btp e Bund a 10 anni è tornato ai livelli di inizio novembre scorso (quando di lì a poco, per l’appunto, lo stesso Monti entrò in carica) con un rendimento dei titoli decennali italiani che è del 6,32%. Le pressioni speculative stanno ritornando e proprio come un anno fa arrivano dopo l’attacco della Spagna.

E qual’è la ricetta di Monti per rispondere a questo nuovo attacco? Liquidazione totale! Oggi Repubblica scrive: “Stiamo preparando la cessione di una quota dell’attivo del settore pubblico, sia immobiliare che mobiliare, anche del settore locale”. Dunque sì alla cessione di una parte del patrimonio pubblico nazionale, compresi i ‘gioielli’ degli enti locali.”

Giustamente su alcuni blog di finanza si pongono una domanda: a cosa serviranno i soldini incassati dalle solite svendite di assets pubblici e privatizzazioni? “..servono per pagare gli interessi al 6 % sul debito pubblico?” E quindi, altro patrimonio pubblico regalato a privati?

Dunque se questo doveva essere il governo dei Professori, è giunto il momento che tutti e tutte aprano gli occhi. Per far questo è centrale riuscire a rompere il piano discorsivo del governo dei “tecnici“, come se fossero soggetti che non rappresentano alcun potere economico e sociale. Che lo spread tornava a salire e che il debito pubblico in una fase di recessione aumentava, ogni specialista lo prevedeva. Ma intanto proprio nel nome dello spread e del debito si sono fatte riforme sanguinarie. Inoltre, se si dice che è un governo di “professori” si ipotizza che almeno qualche conto riescano a farlo, ma ancora non riusciamo a capire il numero degli esodati. Al mantra del governo tecnico bisogna contrapporre i fatti reali che parlano di recessione, disoccupazione, assenza di politiche sociali e indebitamento sempre maggiore, perché se dal basso non riusciamo a serrare i ranghi contro questa offensiva neoliberista ci aspetteranno molte macerie.

Bada Nasciufo

 

 

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