InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ma quale lavoro, ma quale integrazione?

||||

Qualche giorno fa Confindustria rappresentata da Vincenzo Boccia, personaggio dalla facile inclinazione a cambiare bandierina secondo gli interessi del momento, ha pronunciato una sorta di discorso programmatico rispetto a quali azioni intraprendere per risollevare l’occupazione in Italia, ponendo grande attenzione all’importanza della manodopera straniera. Secondo la confederazione “oltre alla gestione degli arrivi servono inserimento e integrazione”. Sorvolando sulla compassione e il paternalismo di cui trasudano tali affermazioni, il problema reale è che non una parola venga spesa rispetto alle condizioni del lavoro in Italia, nè di quale integrazione e di quali interessi si tratti. Il bacino della forza lavoro ormai disposta a tutto per la sopravvivenza, sia autoctona che straniera, viene continuamente spremuto con l’evidente obiettivo di estrarre valore dai lavoratori e dalle lavoratrici per il profitto di altri.

Come si accennava, i trascorsi di Vincenzo Boccia fanno intendere che questo personaggio nel trascorrere degli anni e dei governi abbia avuto la capacità di accompagnare il mondo del lavoro verso il neoliberismo più spinto. Se nel 2016 Boccia ha scambiato la sua riconoscenza per Matteo Renzi per l’incarico di presidente di Confindustria dando sponda alle più becere riforme renziane, due anni dopo Boccia ha voltato le spalle al PD annunciando di “credere fortemente nella Lega” definendola come l’unico partito in grado di “dare risposte vere ai cittadini”, tempi andati quelli in cui Roberto Calderoli l’aveva sorpannominato il “Nuovo portavoce del governo Renzi”. Per finire con il rispolvero della ridicolaggine dei giochini di potere tra imprenditori e politicanti, un Movimento 5 Stelle particolarmente indignato aveva dovuto fra fronte alle critiche di Boccia al Reddito di Cittadinanza, considerata una manovra che incita i giovani a percepire un sussidio invece di cercare un lavoro. Più recentemente Confindustria torna a interfacciarsi con il governo annunciando di non accontentarsi della discontinuità con il governo giallo-verde ma chiedendo un progetto di gestione dell’immigrazione che abbia come obiettivo l’integrazione e che risponda alle esigenze del paese. Uscita la Lega dal cuore di Boccia si fa spazio a ritriti ritornelli che tacciono sul processo che ha portato alla creazione delle condizioni attuali nei confronti dei migranti. Dal decreto Minniti, all’esternalizzazione dei confini in Libia, al silenzio sulle torture nei lager libici, al sistema di accoglienza targato PD, se dobbiamo trovare dei responsabili la lista è lunga.

Oggi, secondo Confindustria, la diminuzione della manodopera straniera, come risultato della legge che prevede di far incontrare domanda e offerta ancor prima di giungere sul territorio, costituirà un problema in particolare nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia. La proposta degli industriali è di aumentare il dialogo con i paesi di origine e formare le persone prima della loro partenza in modo tale da attrarre forza lavoro che possa andare a rimpinguare nell’immediato il bacino dell’offerta. Le domande che sorgono spontanee sono due : quale integrazione e per quale lavoro? Innanzitutto, l’integrazione che si auspica, e che è già in atto, mira al più totale disciplinamento nell’ottica di eliminare ogni possibile forma di resistenza o di non asservimento. Ne è un esempio lampante il funzionamento della macchina per l’ottenimento dello status di rifugiato che si basa sul “dovere di performance”, con una vera e propria messa in scena della retorica del buon immigrato, sul meccanismo della promessa, che per vederla realizzata occorre sdebitarsi per l’accoglienza ricevuta cercando di estinguere un debito originario per il fatto stesso di essere migranti. Questo tipo di meccanismo crea le condizioni per trasformare l’offerta di lavori di merda in doni per i quali essere riconoscenti permettendo in conseguenza di abbassare i costi e di eliminare le pretese, tutto a discapito della qualità delle condizioni contrattuali (quando un contratto c’è), di salario, di sicurezza e di tutela per la totalità della popolazione potenzialmente attivabile. A maggior ragione nei settori citati dagli industriali come quelli più bisognosi di manodopera quali l’agricoltura e l’edilizia, di quali condizioni di lavoro si sta parlando? Orari di lavoro infiniti, stipendi sotto la soglia della dignità, gravi conseguenze sulla salute, ricattabilità dei corpi, morte.

Come fare leva sulle potenziali forme di rifiuto in un contesto socio-economico in cui la compressione dei salari, risultato anche della migrazione utilizzata come bacino di lavoratori da sfruttare, rende impalpabile la ricomposizione di classe? L’inaccettabilità di queste forme di ricatto, in un momento in cui qualsiasi tipo di messa a lavoro parte dal presupposto che la valorizzazione e l’estrazione di profitto per il capitale giunge al suo culmine più estremo, come può spingersi verso l’alto ? Proposte di legge come il salario minimo o manovre come il reddito di cittadinanza sono la risposta tipica della nuova fase keynesiana europeista ai malumori, che non si può fare finta di non vedere, della parte bassa della classe. Canti delle sirene che cercano di spostare l’attenzione dalle rivendicazioni per un lavoro più giusto alimentando la guerra intestina verso chi siede alla stessa pensilina del bus che non arriva e quando arriva in ritardo è strapieno e bisogna pure pagare il biglietto.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

confindustrialavoromigranti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Meloni difende a spada tratta l’agito del governo su Gaza e attiva la macchina del fango nei confronti della Global Sumud Flotilla e del movimento Blocchiamo tutto.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sullo sciopero generale del 22 settembre una giornata di resistenza e lotta – Milano

Il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale nazionale, le piazze di diverse città italiane sono state attraversate da movimenti di massa che hanno dato vita a cortei, scioperi, blocchi e boicottaggi contro la macchina bellica, in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio. È stata una giornata fondamentale nella ricomposizione di un […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Blocchiamo tutto! Insieme, per Gaza

E’ difficile prendere parola sulla giornata di ieri. Sono mille gli stimoli, i punti di vista da cui guardare quanto è successo. 

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Lo stadio finale di Israele: tra autarchia e capitalismo di rapina

L’immagine di invincibilità che lo stato sionista sta cercando di ristabilire sul piano militare non può nascondere i segni della sua corsa, irreversibile, verso un capitalismo di rapina.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Milano: urbanistica, speculazione e stratificazione di classe

Mettiamo per un attimo da parte gli aspetti corruttivi dell’intricata vicenda che vede coinvolti imprenditori, architetti, assessori e dipendenti comunali.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sono dazi nostri

Non c’è altro modo per definire l’incontro tra Ursula von der Leyen e Trump se non patetico.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele-Iran è guerra totale: appunti per orientarci

Domenica 15 giugno 2025.  Com’è noto, nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno, Israele ha massivamente attaccato l’Iran. L’offensiva ha avuto successo colpendo innumerevoli basi scientifiche e militari, portando alla morte di figure chiave dell’establishment politico (capo dello stato maggiore e capo dei pasdaran) nonché di almeno nove scienziati chiave del programma nucleare […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lotte operaie: sabato 6 settembre manifestazione SUDD Cobas a Forlì contro caporalato e sfruttamento

Non si placano le proteste dei lavoratori della filiera Gruppo 8 a Forlì e a Cesena. L’azienda vuole delocalizzare gli stabilimenti romagnoli, dai quali escono prodotti di lusso brandizzati Made in Italy.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calabria: vincere la rassegnazione. Costruire l’alternativa

La Calabria si avvicina a una nuova tornata elettorale e ciò che emerge, senza troppi giri di parole, è l’ennesima prova di quanto poco i principali partiti nazionali tengano davvero a questa terra. In questi giorni assistiamo al solito teatrino: spartizione di poltrone, nomi tirati fuori dal cilindro senza radici, senza sostanza, senza un’idea chiara […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Napoli: scarcerati Angelo e Mimì. Andranno a processo il 12 ottobre. Decine di presidi in tutta Italia

Con le nuove norme introdotte dal governo i due imputati rischiano pene importanti in particolare per l’accusa di resistenza aggravata.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I Costi Planetari dell’Intelligenza Artificiale

“Artificial Intelligence is neither artificial nor intelligent.” – Kate Crawford, Atlas of AI

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Stop Riamo: giornata a Torino contro riarmo, guerra e genocidio in Palestina

Riprendiamo il programma della giornata dal canale telegram @STOPRIARMO, percorso cittadino e territoriale che intende costruire una dimensione ampia di attivazione contro la guerra, contro il piano di riarmo e vuole opporsi al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

2025. Los Angeles. California

Il 6 giugno, agenti dell’ICE hanno condotto blitz in vari punti della città: Fashion District, Home Depot e una grossa azienda tessile. Oltre cento arresti. da Nodo Solidale Le strade hanno risposto: molotov, blocchi di cemento, barricate e auto in fiamme. I manifestantihanno resistito con determinazione, trasformando la città in un campo di battaglia contro […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Oltre i Referendum: una sconfitta da capire

Mentre ancora i seggi erano aperti andava in scena il classico psicodramma della “sinistra”. 

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

L’AI, i lavoratori e i rapporti di potere

Dopo l’ondata di attenzione e infatuazione mediatica che ha accompagnato il lancio di ChatGPT e di molti altri strumenti di intelligenza artificiale generativa, dopo che per molti mesi si è parlato di vantaggi per la produttività, o di sostituzione del lavoro (soprattutto delle mansioni noiose e ripetitive) con l’AI, siamo arrivati a un punto dove […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In cinquemila nello spezzone sociale del primo maggio 2025: l’unica opposizione credibile alla guerra

Lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sulla guerra in OpenAI e sull’intelligenza artificiale che promuove le diseguaglianze

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Stefano Borroni Barale sull’intelligenza artificiale. Stefano parteciperà al dibattito di giovedi 10 aprile alle 18 dal titolo “Transizione energetico-tecnologica: intelligenza artificiale, sfruttamento e […]