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Mezzo pieno o mezzo vuoto ?

In un clima sociale, dove la forte crisi economica la sta facendo da padrona e che vede il nostro paese prigioniero di una finanza sempre più aggressiva con un debito pubblico che giorno dopo giorno aumenta e manovre che andranno sempre più a colpire le fasce più deboli, stanno passando in secondo piano tutte quelle riforme che il mondo del lavoro in Italia sta subendo, riforme ma anche sentenze.

Nella giornata di sabato, il giudice del lavoro ha sancito che il modus operandi di Fiat, all’interno delle sue aziende, è pienamente legittimo, consolidando un precedente importante nel mondo del lavoro e nelle future contrattazioni, precedente che va a legarsi con la nuova riforma sui contratti di secondo livello firmata da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.

Il giudice del tribunale del lavoro di Torino ha respinto le domande formulate da Fiom Cgil dirette ad ottenere la delatoria di illegittimità dei contratti collettivi relativi al sito produttivo di Pomigliano d’Arco. In particolare, il contratto collettivo di lavoro di primo livello stipulato il 29 dicembre scorso da Fiat Spa con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Associazione quadri e capi Fiat e il contratto collettivo aziendale di secondo livello stipulato il 17 febbraio da Fabbrica Italia Pomigliano Spa con le organizzazioni sindacali territoriali di Napoli di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione quadri e capi Fiat. Allo stesso tempo viene considerata antisindacale la condotta posta in essere da Fiat Spa, Fiat Group Automobiles Spa, Fabbrica Italia Pomigliano Spa poichè determina, quale effetto conseguente, l’estromissione di Fiom Cgil dal sito produttivo di Pomigliano d’Arco. Il giudice inoltre ordina a Fabbrica Italia Pomigliano Spa di riconoscere in favore di Fiom Cgil la disciplina giuridica come regolato dal titolo terzo (dell’attività sindacale).

E’ vero la Fiom si può considerare soddisfatta della seconda parte della sentenza, quella che va a definire la condotta antisindacale della fiat, che gli permette di rientrare all’interno delle fabbriche del gruppo che si vedono regolamentate dal contratto “modello Marchionne” , ma non si può non registrare che per l’ennesima volta si va nella direzione voluta da Confindustria e dal suo avamposto Marchionne, legittimando l’operazione che qualche giorno fa ha rinnovato il modo di contrattare all’ interno dei luoghi di lavoro.

Quello che ci chiediamo è cosa succederà dopo le consultazioni sulla riforma dei contratti, nei luoghi di lavoro e degli iscritti Cgil, all’interno della Cgil, perché la sensazione è che dopo l’incazzatura e la rabbia post firma della Fiom e di molti iscritti e delegati, il tutto rientrerà nel nome della produttività e nella gestione totale del mondo del lavoro.

Red. InfoAut

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