A Palermo, migliaia in piazza contro la legge 107
Stamattina a Palermo migliaia di studenti, docenti e lavoratori della scuola sono scesi in piazza contro la legge 107 e i suoi decreti attuativi. Uno sciopero lanciato dai sindacati di base in tutta Italia che fa intendere che la lotta alla “Buona scuola” non è ancora persa.
Palermo, ancora una volta, dà prova di essere una città che risponde a tono agli attacchi dei governi, dimostrandolo già da quest’autunno con la costruzione del “no sociale” al governo Renzi. In tutte le occasioni in cui l’ex premier si è presentato nel capoluogo siciliano per propagandare il sì referendario, le scuole e l’università palermitane hanno dimostrato una forza conflittuale e una protagonismo ribelle che la controparte non riesce a spegnere. La Sicilia è una regione con altissimi tassi di disoccupazione giovanile, emigrazione di massa e forzata di studenti e docenti. La soggettività, che ha attraversato quei momenti di piazza, ha perfettamente individuato il partito della nazione come responsabile delle condizioni in cui la popolazione siciliana è costretta. La vittoria del no al referendum e le percentuali di voto che lo hanno caratterizzato ci hanno confermato che, proprio in Sicilia e tra i giovani, si è palesato il rifiuto nei confronti del governo. Un percorso che non si è fermato, un percorso che è continuato grazie al protagonismo di studenti, docenti e personale scolastico. Per la cancellazione delle riforme varate dal governo Renzi negli ultimi tre anni. Molte sono state le assemblee, i momenti di dibattito e confronto che hanno fatto il giro della gran parte delle scuole palermitane. Momenti in cui si sono individuate le parole d’ordine, le rivendicazione comuni.
Mentre il dibattito politico mainstream è appiattito sulle spaccature del partito democratico e dei problemi giudiziari di Renzi senior, c’è chi vive le conseguenze di decenni di politiche sociali ed economiche criminali, c’è chi sente ancora il bisogno di esprimere la propria rabbia. Una voce comune si è alzata oggi a Palermo per esprimere il rifiuto e il dissenso nei confronti della precarizzazione dei lavoratori della scuola e il meccanismo di subordinazione ai presidi, contro le invalsi e i processi di disciplinamento, contro l’alternanza scuola-lavoro gratuita e dequalificante.
Una piazza che ha vinto contro il tentativo di boicottaggio dei sindacati confederali, che ha dato segnali di ricomposizione sociale forte e decisa, una piazza da cui si gridava “se ci vogliono servi ci avranno ribelli”.
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