Bologna, azione in rettorato verso il Reset G7 a Torino!
Ci hanno promesso il lavoro, invece passano solo i raccomandati!
Questo pomeriggio ci siamo recati alla sede del rettorato universitario, in via Zamboni 33, per realizzare un presidio comunicativo e simbolico allo scopo di esplicitare energicamente il nostro punto di vista in merito ai gravi casi di corruzione endemica del sistema accademico e della ricerca di questo paese, saliti agli onori della cronaca negli scorsi giorni.
Premettendo fin da subito che, come abbiamo già scritto più volte e anche di recente, non saremo mai noi a gioire per interrogatori, perquisizioni o arresti di chicchessia, secondo una logica giustizialista e manettara che mai ci è appartenuta, riteniamo non di meno che gli eventi degli scorsi giorni necessitino di una presa di parola da parte di coloro che, come noi studenti universitari, con questa università corrotta deve farci i conti tutti i giorni.
Riteniamo che il rettore Ubertini debba rendere conto di quanto è accaduto – e, probabilmente, continua ad accadere – sotto i suoi occhi, poiché il sistema corruttivo e illecito interno agli apparati universitari è da ritenersi, oggettivamente, responsabilità anche sua, nella misura in cui sarebbe suo l’onere di sorvegliare sul corretto funzionamento dell’istituzione che si trova a dirigere. Il fatto che non lo stia facendo, ma che anzi le uniche prese di parola ufficiali dell’Unibo, in merito ai gravi episodi raccontati dai giornali negli ultimi giorni, siano state di sostegno e solidarietà con i professori coinvolti nello scandalo, fanno del rettore Ubertini e della sua cerchia i degni punti di vertice di un sistema di casta, geloso dei propri privilegi e protettivo verso i suoi membri, anche di fronte alle loro peggiori nefandezze. Riteniamo altresì ulteriormente inammissibile, alla luce di quanto detto, l’atteggiamento tenuto dai vertici dell’Unibo in questi mesi, forcaiolo con i propri studenti, condannati sena processo a pesanti pene sulla base di semplici indizi di reato, e garantista con i baroni corrotti e corruttori.
E’ necessario a questo punto constatare come il quadro emerso dall’intera faccenda e il bifrontismo dimostrato da parte dei vertici degli apparati universitari bolognesi in questa faccenda siano in perfetta linea con le direttive di questo governo, portate avanti dai suoi membri per mezzo di esplicite prese di parola dall’alto valore simbolico. Dal ministro dell’istruzione Valeria Fedeli, che ha recentemente attribuito la responsabilità del basso tasso di laureati alla scarsa lungimiranza delle famiglie a basso reddito, al ministro del lavoro Giuliano Poletti, i cui attacchi ai giovani e ai disoccupati di questo paese ormai non si contano più, le intenzioni del governo targato PD nei nostri confronti sono espresse ormai in modo sempre più esplicito: vogliono condannarci ad un futuro precario di rinuncia e sfruttamento.
Proprio per questa ragione non possiamo più tollerare questo stato di cose, e per questo saremo in piazza a Torino nei prossimi giorni assieme a moltissime realtà del nostro paese, tra studenti medi, sindacati di base e giovani precari per contestare il g7 del lavoro che si terrà in quei giorni proprio nel capoluogo piemontese presso la reggia di Venaria.
Invitiamo perciò tutti coloro che sono stanchi di credere alle promesse di questa classe dirigente corrotta di scendere in piazza con noi nei prossimi giorni, a fianco di tutte le realtà che saranno a Torino il 28, il 29 e il 30 settembre per rendere indigesto il banchetto ai signori della terra.
Disoccupazione miseria e povertà, questo G7 non s’ha da fa!
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