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Bologna, non si festeggia l’anno accademico dell’Universita che va in guerra!

Sin dalla mattina, beffando lo schieramento di forze deciso dalla Questura che aveva nei giorni precedenti addirittura annunciato la costruzione di una zona rossa intorno alla sede dell’inaugurazione, un presidio di studenti e studentesse ha occupato l’ingresso dell’aula magna, ribadendo le ragioni della contestazione a Panebianco e soprattutto sottolineando la necessità di esprimere dissenso e costruire pratiche che sui territori leghino l’opposizione alla guerra alla necessità di rilanciare il conflitto sociale.

L’intervento poliziesco è giunto verso l’una, con l’allontanamento forzato del presidio su via Castiglione in direzione dei viali. Il presidio si è cosi trasformato in un corteo che ha attraversato le vie del centro: nel tragitto verso piazza Verdi un nuovo intervento poliziesco ha provocato il corteo, in un ulteriore tentativo di attaccare chi afferma e pratica il dissenso.

Il dato politico sta senza dubbio nella scelta dell’università di Bologna che, guidata dal nuovo Rettore Ubertini, si è decisamente schierata – difendendo Panebianco e le sue retoriche razziste e guerrafondaie – in una parte ben precisa rispetto allo schieramento in merito all’intervento italiano in Libia.

Il corteo ha poi raggiunto piazza Verdi, terminando la giornata di lotta e rilanciando l’appuntamento di domani che vedrà un concentramento universitario prepararsi a vigilare sulla presenza annunciata del leader leghista Matteo Salvini in città. Salvini giungerà sotto le Torri per un ulteriore show xenofobo a fini elettorali…e una nuova giornata di lotta si preannuncia in città…

Di seguito il comunicato del C.U.A. sulla giornata di lotta odierna. Foto in alto di Michele Lapini.

 

DA CALAIS A BOLOGNA: PER UN MONDO SENZA FRONTIERE E GUERRE A PARTIRE DAI SAPERI!


In una giornata in cui le immagini dello sgombero della “giungla” di Calais fanno il giro del mondo e in cui centinaia di migranti sfondano le barriere sul confine greco-macedone, non si può che essere loro solidali nella battaglia contro la Fortezza Europa e contro le guerre foraggiate da NATO e Unione Europea.


Proprio per queste ragioni avevamo contestato lo scorso lunedì il barone della guerra Panebianco, autore di un vergognoso editoriale sul Corsera in cui si chiedeva se siamo pronti per la guerra in Libia, e proprio per questo abbiamo deciso di essere presenti all’inaugurazione dell’anno accademico, durante il quale si discute, quest’anno, proprio di migrazioni.


Evidentemente, in giornate in cui dalla base di Sigonella partono i primi droni diretti verso il territorio libico e si preparano i primi contingenti militari, abbiamo toccato un nervo scoperto e messo i bastoni tra le ruote a uno dei principali opinion maker della guerra sull’altra sponda del mediterraneo. Panebianco ha, infatti, ricevuto l’immediata e incondizionata solidarietà di gran parte del mondo accademico e politico, compattando in maniera bipartisan la destra più reazionaria e il partito di governo intorno alla difesa della famigerata “libertà di espressione”, a loro avviso messa in discussione proprio dalla contestazione di lunedì.


Tuttavia, questo valore tanto millantato dal neorettore Ubertini è presto finito in secondo piano quando la parola l’hanno chiesta gli studenti!


Stamattina, anticipando in larga misura una questura intenzionata a creare un’ampia Zona Rossa attorno alla chiesa sconsacrata di Santa Lucia, in cui avrebbe dovuto tenersi la cerimonia, è stato messo in piedi un presidio con la volontà di portare una posizione forte di rifiuto della guerra e della sua ingerenza in università. La risposta è stata un enorme dispiegamento di celerini che hanno provato mettere a tacere le istanze degli studenti, sgomberando il presidio e blindando l’area. Dopo un corteo per le vie del centro siamo, poi, tornati ai margini della Zona Rossa dove la celere ha di nuovo caricato a freddo il presidio, mentre dal microfono si leggevano poesie scritte da migranti.


In questa importante giornata di contestazione è emersa in modo chiaro l’ipocrisia della nuova governance del rettore Ubertini che, usando due pesi e due misure, si riempie la bocca di presunte aperture al dialogo e di valori come “libertà di espressione”, dedica l’inaugurazione dell’anno accademico a Umberto Eco come baluardo del pensiero critico, per poi mettere a tacere manu militari le voci di dissenso interne all’ateneo.


In un paese ormai prossimo all’intervento militare in Libia e in cui la diserzione deve, evidentemente, essere zittita non possiamo che valutare positivamente la giornata di oggi e rilanciare i prossimi appuntamenti volti a costruire un’opposizione sociale reale contro la guerra.


Già domattina l’appuntamento è per le 10 in Piazza Verdi, dove ci incontreremo per tenere lontano dalla Zona Universitaria il leader leghista Salvini che ha annunciato che la sua presenza a Bologna per venire a controllare cosa succede dopo la contestazione di Panebianco.


Contro l’università della guerra: sabotiamo i saperi bellici!

 

Collettivo Universitario Autonomo Bologna

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