Bologna, terzo giorno di scontro in università sul caro-mensa! Cariche e fermi
Dopo che ieri si era ripetuto lo stesso copione di martedì scorso, con i manifestanti caricati dalla polizia mentre mettevano in campo la protesta, anche oggi Elior ha continuato a rifiutare ogni tipo di discorso con gli studenti, i quali pretendono l’apertura di un confronto e di un percorso di contrattazione sociale che affrontasse in maniera seria la questione dei prezzi della mensa.
Non a caso uno degli striscioni che aprivano il mini-corteo dal 36 di via Zamboni a Piazza Puntoni riportava i prezzi delle altre mense d’Italia, incomparabilmente più bassi rispetto a quelli della mensa di Bologna, resa una gallina dalle uova d’oro dall’incredibile concentrazione di luoghi di lezione nelle vie circostanti.
I danni economici subiti da Elior negli ultimi due anni in cui studenti e studentesse avevano di fatto legittimato la pratica dell’autoriduzione non sono più tollerati dall’azienda appaltatrice, che rivendica il suo diritto a lucrare sulla popolazione universitaria e si lamenta dalle colonne dei giornali degli ingenti guadagni persi.
La reazione dell’azienda ha l’obiettivo di attaccare la legittimità conquistata in due anni di lotte, con qualsiasi mezzo. Non per niente anche oggi, come negli scorsi giorni, la polizia ha reagito con violenza a difesa dei profitti di Elior caricando e effettuando in seguito tre fermi, rilasciati poco dopo sotto pressione delle quasi duecento persone scese in piazza per questo terzo giorno di protesta.
Dopo le cariche, un pranzo sociale autogestito organizzato dalla rete Eat The Rich ha avuto luogo in una piazza Puntoni completamente blindata e militarizzata, mentre la mensa ufficiale non registrava alcun ingresso e veniva surclassata dalla riuscita di un pranzo destinato originariamente a sostenere la lotta NOTAV e poi spostato in zona universitaria in solidarietà al conflitto in corso.
La situazione è ormai arrivata ad un punto in cui sono chiari gli schieramenti: da un lato Elior, Ergo (Agenzia del diritto allo studio), Università e polizia, dall’altra la determinazione di studenti e studentesse che hanno dovuto affrontare diverse teste aperte e manganellate continue per il solo fatto di sottolineare l’ovvietà che uno studente non debba pagare cifre inverosimili per usufruire di una parte fondamentale del welfare studentesco.
L’Università e l’Ergo continuano a trincerarsi all’interno di un silenzio che rende bene l’idea della loro volontà di appaltare – in piena logica neoliberista – a cooperative private quelli che dovrebbero essere servizi da somministrare al di fuori delle logiche di mercato; il tutto con la polizia che a quanto pare è li per caso (non essendo stata, leggendo le ridicole dichiarazioni sui giornali di questi giorni, ufficialmente “convocata” da nessuna delle parti in causa) a trattare con pratiche da ordine pubblico una questione totalmente politica e da inquadrare all’interno della legittimità di esprimere dissenso da parte del corpo studentesco.
Dopo il pranzo, l’assemblea studentesca riunitasi in piazza Puntoni ha lanciato l’appello a continuare la lotta, scendendo nuovamente in piazza domani per un nuovo pranzo sociale sempre davanti alla mensa, dove verosimilmente il contesto non muterà da quanto successo nelle ultime 72 ore di conflitto e di lotta. L’intenzione è quella di continuare ad oltranza la resistenza, fino all’apertura di una discussione reale della questione, che elimini l’intrusione poliziesca in zona universitaria e si svolga a partire dalle esigenze e dai bisogni degli studenti e delle studentesse!
Di seguito il comunicato degli studenti in lotta su quanto avvenuto oggi:
Terzo giorno, stesso copione: anche oggi più di 200 studenti si sono mossi da Zamboni 36 e hanno raggiunto la mensa universitaria di Bologna in Piazza Puntoni per reclamare il necessario abbassamento dei prezzi. Con 5.80 euro per un pasto completo, si conferma la più cara d’Italia! Come ormai da inizio settimana ad accoglierli hanno trovato la celere schierata in assetto anti sommossa che ha impedito loro l’accesso. Gli studenti sono stati quindi ripetutamente aggrediti dalla polizia, di nuovo cariche e manganelli contro chi reclama dignità. Tre studenti sono stati accerchiati dalla polizia e tratti in stato di fermo, i tanti e le tante solidali hanno con determinazione chiesto e ottenuto la loro liberazione, nonostante di nuovo venissero attaccati dalla celere con una violenta carica.
Durante tutta la mattina la mensa è rimasta pressoché vuota, ed in centinaia hanno mangiato un pasto genuino ed accessibile al pranzo sociale allestito (successivamente alla liberazione degli studenti e delle studentesse fermati) dalla Rete Eat the Rich, che già da ieri si è spesa in solidarietà a questa giusta lotta e oggi ha spostato in Piazza Puntoni il pranzo a sostegno del movimento No Tav.
In seguito un’assemblea studentesca ha ribadito la volontà collettiva di continuare la legittima battaglia contro la mensa più cara d’Italia. Dopo il terzo giorno in cui la polizia ha ripetutamente aggredito gli studenti e le studentesse che volevano mangiare ad un prezzo dignitoso la lotta non si ferma!
- Vogliamo che Università, Ergo ed Elior aprano immediatamente un tavolo di contrattazione sociale per adeguare i prezzi della mensa di Bologna a quelli delle altre mense universitarie. E’ vergognoso ed inaccettabile che nella nostra città per un pasto completo si spendano 5 euro e 80 centesimi, una cifra inaccessibile.
- Vogliamo che la polizia se ne vada dalla zona universitaria da tre giorni militarizzata. E’ grave ed intollerabile che Università, Ergo ed Elior dopo due anni di denuncia di un problema reale ed effettivo, invece di apportare soluzioni reali e significative, sbeffeggino gli studenti e le studentesse con una riduzione minima di soli 20 centesimi e chiamino la polizia ad aggredire quanti e quante non possono permettersi di mangiare a 5.80 euro. Non è più tollerabile che un bisogno legittimo di migliaia di studenti venga affrontato in termini di ordine pubblico e si preferisca militarizzare l’università piuttosto che limitare i già altissimi guadagni della multinazionale Elior.
- Vogliamo che la Garante degli studenti si esprima immediatamente e faccia pubblica chiarezza attorno agli effettivi guadagni della multinazionale Elior che in appalto di Ergo gestisce la mensa universitaria speculando giorno dopo giorno sulle vite di migliaia di studenti e studentesse.
- Vogliamo che a tutti gli studenti e le studentesse sia garantita una vita degna e che si trovino soluzioni reali a problemi reali. Non più false promesse e prese in giro, ma l’effettivo abbassamento dei prezzi. La mensa universitaria bolognese si conferma la più cara d’Italia, con irrisorie riduzioni per gli studenti borsisti che si trovano a non poter pagare meno di 5.40 per un pasto!
- Promettiamo: resistenza ad oltranza. Non un passo indietro! Fin tanto che le nostre giuste e legittime richieste non verranno accolte, fin tanto che non si aprirà un tavolo di contrattazione sociale con Università, Ergo ed Elior, fin tanto che la polizia non se ne andrà dalla zona universitaria e non si metterà fine alla militarizzazione giornaliera della mensa, non cesseremo di reclamare ogni giorno più forte giusti diritti e giusti prezzi, e la fine di questo intollerabile scempio con cui si nega a migliaia di studenti la necessità primaria: mangiare.
La lotta continua, resisteremo un minuto più di loro! Domani altro pranzo sociale in Piazza Puntoni dalle 13, avanti fino alla vittoria!
Gli studenti e le studentesse contro la mensa più cara d’Italia
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