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“Giudicati sulle crocette”, una lettera contro i test INVALSI

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Al secondo giorno di test invalsi non mancano le proteste, nonostante le modalità di svolgimento dei test, interamente informatizzati e da svolgersi sui computer, rendano più difficile il boicotaggio. Dall’anno prossimo i test comporranno la terza prova dell’esame di maturità. Riportiamo la lettera di un giovane studente fiorentino.

“Sono uno studente di seconda superiore di Firenze e quest’anno dovrò svolgere le prove Invalsi. Ho già fatto esperienza di questi test in terza media, all’esame di Stato: sono stato giudicato in base a delle crocette che non capisco cosa abbiamo a che fare con il mio percorso di studi. La scuola a mio parere dovrebbe andare oltre un testo da comprendere e semplici operazioni matematiche, dovrebbe essere invece luogo di confronto e dibattito. Purtroppo però guardandomi intorno vedo solo edifici tristi, frequentati da ragazze e ragazzi che ogni giorno non vedono l’ora di uscire dal posto che più ci dovrebbe stimolare, nel quale dovremmo essere quotidianamente motivati ad andare per parlare con i nostri compagni, le nostre compagne, i nostri professori e le nostre professoresse e per scambiare reciprocamente le nostre idee.

Invece no, è solo una gara a chi è riuscito a impararsi meglio a memoria senza farsi troppe domande qualche paginetta dove si parla di un’immensità di argomenti tutti insieme in poco tempo, di cui poi non ti rimane niente.
Se poi un interesse ce l’hai dal momento in cui inizi le superiori te lo puoi anche scordare, sì perché l’importante secondo loro è solo adempiere ai comandi che vengono assegnati con i paraocchi addosso, senza staccare un attimo e senza mai aprire la bocca se non per rispondere a qualche stupida domanduccia cosicché, e in questo si aiutano molto anche col ricatto dell’alternanza scuola-lavoro, una volta finita la scuola si sia pronti a lavorare senza tregua per far arricchire uno solo, senza mai alzare la testa anche se c’è qualcosa che non va. Ah già e lo dobbiamo anche ringraziare del fatto che ci sfrutti senza lasciarci nemmeno un attimo da dedicare alla nostra vita, altrimenti lui vi dirà che vi licenzia e che non troverete mai un altro lavoro. Inoltre quelli dove ogni mattina andiamo sono posti che più che scuole andrebbero definiti cantieri, infatti tutti i luoghi che ci ospitano crollano a pezzi sulle nostre teste, la mia scuola è piena di transenne, appena piove poco più del solito ci si allaga l’aula e metà delle classi sono chiuse perché non agibili, nella maggior parte  delle scuole vicine alla mia non funzionano i termosifoni ed è notizia di qualche giorno fa che in un’altra scuola della mia città è crollato un tetto.

Il dubbio che sorge è: come mai tutto ciò, non ci sono soldi da spendere per le scuole? Ci sono eccome ma vengono spesi nei peggiori modi possibili, infatti tutti gli anni cifre spropositate di euro vengono sprecate per lo svolgimento delle INVALSI, solo nel 2016 ad esempio sono stati spesi ben 24 milioni di euro solo per queste prove. Oppure vogliamo parlare dei 400 euro che vengono dati alle aziende per ogni studente o studentessa che viene preso o presa per fare l’alternanza?
A due anni di distanza mi ritrovo a dover affrontare queste prove di nuovo e mi viene da chiedermi: qual è lo scopo di chi cerca di obbligare i miei professori e le mie professoresse a ridurre l’insegnamento a nozioni e competenze?
Io credo che non vogliano farci ragionare ed esprimere e che vogliano che si prendano per buone tutte le loro bugie e promesse: a quanto pare la nostra voce è scomoda!”

 

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pubblicato il in Formazionedi redazioneTag correlati:

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