Palermo: centinaia di studenti in corteo bruciano prove invalsi
Mentre a Piazza Marina confluiscono sindacati, docenti e personale ATA, gli studenti medi, muovendosi dalle proprie scuole in cortei selvaggi e mandando così il traffico in tilt, hanno raggiunto il concentramento autonomo in Piazza Verdi, dove verso le 10 è partito il corteo.
“Renzi vattene! La buona scuola ti crollerà in testa! #NO INVALSI”: così recitava lo striscione dietro al quale gli studenti medi e universitari contro il governo Renzi hanno deciso di riunirsi. E queste sono state le parole d’ordine che tra cori, fumogeni e interventi al megafono, hanno attraversato il corteo snodatosi per le vie del centro storico palermitano e conclusosi alla Prefettura.
Giunti nella centralissima via Roma, gli studenti hanno bruciato le schede delle prove invalsi, emblema di un’idea di scuola e di un modello di insegnamento e di cultura vittime di una deriva aziendalista promossa dai governi negli ultimi anni e fondata su criteri di merito e competizione. Ancora più assurdo se si pensa che i parametri di “merito” debbano, nel caso delle prove Invalsi, essere stabiliti tramite test a crocette che nulla hanno a che vedere con le capacità critiche dei singoli studenti e i cui risultati dovrebbero essere utilizzati per costruire classifiche degli istituti e degli insegnanti. In nome di queste classifiche e della retorica della meritocrazia verranno poi distribuiti i finanziamenti, per altro sempre più ridotti e messi a rischio dai tagli ai fondi per la scuola pubblica previsti dalla legge di stabilità 2015.
La partecipazione di centinaia di studenti alla mobilitazione di oggi, in una giornata già estiva per una città come Palermo, è la dimostrazione di ciò che nell’autunno i collettivi, nelle scuole e nelle università, sono riusciti a sedimentare. La dimostrazione che gli studenti palermitani sanno come rispondere agli attacchi che quotidianamente subiscono : tagli all’istruzione, aumento delle tasse per gli universitari, eliminazione degli spazi politici come le assemblee e la rappresentanza studentesca, tirocini gratuiti, strapotere dei presidi, scuole che crollano, caro libri.
Precarietà, aziendalizzazione, sfruttamento: questo è ciò che la Buona Scuola e l’annunciata Buona Università significano. Questo è ciò che propone il governo Renzi in perfettà continuità con i suoi predecessori: questo è ciò a cui gli studenti continueranno a contrapporsi con determinazione, cogliendo tutte le occasioni possibili per farlo.
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