Gli studenti occupano i locali dell’ Ersu contro il nuovo calcolo ISEE
La stagione di lotte universitarie non poteva che aprirsi con la contestazione del nuovo calcolo ISEE del governo Renzi promulgato con decorrenza a partire dal primo gennaio di quest’anno. Infatti l’azione promossa oggi a Palermo dalla piattaforma “Studenti contro il nuovo ISEE Palermo”, lanciata ieri da un’assemblea, rientra in un percorso già avviato di contestazione dei nuovi criteri che innalzano la soglia della meritocrazia, abbassando di fatto la fruizione di già scarsi e insufficienti servizi.
In soldoni, chi ha usufruito della già risibile borsa di studio per l’anno accademico 2014-2015, dovrà dichiararne l’importo nel nuovo ISEE. Questo ricalcolo vedrà la “situazione economica equivalente” degli studenti crescere oltre i limiti minimi di accesso ai “benefici”. Ma che si chiamino benefici o diritti, non sono altro che privazioni ed espropriazioni, terreno di scontro per chi si organizza e si oppone nella forma e nella sostanza.
Il trend negativo di iscrizioni all’università, che nel solo ateneo palermitano ammonta a oltre 15000 studenti in meno negli ultimi cinque anni, ha due cause ben precise che sono state individuate a sottolineate dall’azione di questa mattina: la crescita spropositata dei costi di accesso ad un percorso di studi universitario e un esodo massiccio verso il nord Italia, una vera e propria deportazione. Alla luce di queste specificità gli “Studenti contro il nuovo ISEE” rivendicano la necessità che l’ERSU di Palermo promuova una trattativa con le istituzioni nazionali al fine di istituire dei nuovi parametri di calcolo della situazione economica equivalente. Sì che risulti meno discriminatorio verso gli studenti siciliani.
Centrale anche la questione degli alloggi. Quando si parla di “benefici” infatti ci si riferisce alle borse di studio, ai posti letto e ai tesserini per l’esenzione nelle mense universitarie. Tutto ciò che può garantire la fruizione della vita studentesca limitando il ricatto ad un lavoro precario e sottopagato.
A Palermo chi usufruisce del posto letto è costretto ad abbandonarlo per il periodo estivo e a rientrarvi una volta iniziato il nuovo anno accademico, previa vincita dei benefici. Come se in un mese e mezzo ci si fosse arricchiti al punto da non dover più elemosinare le briciole dell’assistenzialismo in salsa renziana.
Ma nell’epoca delle false promesse già ampiamente smentite, continuare a parlare di diritto allo studio pare infatti una bufala cui sempre meno studenti credono. La consapevolezza oramai diffusissima sulle problematiche aggravate da questi nuovi criteri, trova riscontro nella partecipazione e condivisione delle pratiche di lotta da parte degli studenti universitari che attraversano i luoghi dell’alterità.
Un’alterità non solo nei discorsi ma nei fatti. L’azione di questa mattina, coniugata all’esperienza dello studentato occupato Malarazza di Palermo altro non sono che testimonianze della volontà di organizzare la propria rabbia e sollevare contraddizioni volte ad un percorso che ci vede protagonisti delle piazze, delle scuole, delle università, delle metropoli, non solo per una “stagione” di lotta, ma per un’intera vita votata al sovvertimento delle ingiustizie sociali.
Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 9 ottobre, giorno in cui si terrà il primo corteo studentesco e al quale gli studenti universitari hanno dichiarato parteciperanno con un loro spezzone.
Ci vediamo nella piazza del 9 OTTOBRE!
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