Modena: una settimana di lotte studentesche…e oltre
Il tutto è partito con l’occupazione dell’istituto Deledda, che ha acceso la miccia della rivolta studentesca, con un occupazione spontanea che di giorno in giorno ha mostrato il salto di qualità che questo movimento sta portando nelle piazze , nelle vie di Modena e in tutta Italia.Da subito sono stati portati all’esterno i contenuti e l’alto significato di questa occupazione ponendo alla ribalta della città e dei media Occupy Modena arrivato anche nelle terre Geminiane sull’ onda delle mobilitazioni americane lanciate da Occupy Wall street.
La mobilitazione è continuata anche questa settimana che si è chiusa con 4 occupazioni di istituti scolastici, due nella giornata di Venerdì, il Selmi e Corni, con occupazioni selvagge e temporanee e un corteo di oltre 2000 studenti con l’occupazione dell’ingresso del comune di Modena e un segnale forte e chiaro di questo movimento, OccupyModena e OccupyTheSchool, ha voluto e continuerà nella lotta contro questa crisi ribadendo che il debito non sono disposti a pagarlo.
Proprio nella giornata di Venerdì, dopo un momento di assestamento, sono arrivate due nuove occupazioni all’interno del polo Leonardo, due istituti tecnici e professionali, che dopo una settimana di prove, assemblee, occupazioni temporanee hanno ribadito la loro volontà di restare in occupazione e continuare a costruire giorno dopo giorno momenti di lotta e di contrasto verso chi continua ad attaccare la scuola pubblica.
Proprio da qui ripartono le lotte degli studenti modenesi e non solo, ripartono con la costruzione giorno dopo giorno di momenti di lotta e riappropriazione di ciò che gli appartiene. Contro la riforma Gelmini e la difesa della scuola pubblica, contro questa crisi e questo debito, costruendo all’interno delle occupazioni momenti di dibattito, discussione in merito a queste questioni, andando a tacere chi continua anche in questi giorni a parlare di occupazioni come bivacchi e luoghi per farsi gli spinelli, ma sopratutto andando a contrastare la scelta dei docenti, sopratutto presidi, di denunciare studenti e questi metodi di lotta.
In tutto questo emerge proprio una forte contraddizione, lo scriviamo e lo domandiamo proprio a quelle figure che sono colpite direttamente, insieme agli studenti, dalla riforma Gelmini. Da che parte vogliono stare queste persone? Dalla parte delle lotte e di chi vuole difendere fino all’ultimo la scuola pubblica o dalla controparte, la quale ha come modello la scuola privata e vecchia di cinquanta anni?
Analizzando quello che sta succedendo a Modena e in tutto il mondo ribadiamo che la scelta debba essere unica e in una direzione soltanto: quella delle lotte per riprendersi in mano il proprio futuro e abbattere definitivamente questo modello di società.
Redazione Infoaut_Modena
Comunicato degli studenti del polo Leonardo
Alla luce del secondo giorno di occupazione delle scuole del polo Leonardo (I.T.I.S. Fermo Corni e I.T.A.S. Francesco Selmi) è risultato doveroso e necessario prendere posizione.
Dispiace essere continuamente descritti come i “facinorosi e violenti” della situazione in quanto siamo semplicemente studenti che, prendendo atto del cambiamento che sta interessando l’Italia, sono arrivati alla conclusione di dover intervenire in maniera forte e diretta, mettendoci in gioco in prima persona.
Abbiamo, quindi, scelto l’occupazione come mezzo di protesta, ritenendolo l’unico che ci permettesse di dare risposte serie all’intera governance politica finanziaria e a chi continua ad attaccare la scuola pubblica privilegiando la privata ed elogiando ancora una volta la riforma Gelmini.
La scuola non può essere un bancomat dalla quale prelevare per risanare debiti creati dalle banche, politici e speculatori. Riteniamo che la scuola, e la cultura più in generale, debba tornare ad essere la base della nostra società, e solo ripartendo dalla riappropriazione di questi elementi che si riparte per cambiare e incidere sulla società.
Siamo allibiti nel vedere presidi che ci minacciano di darci 5 in condotta, di farci saltare l’anno e di sospenderci per mesi; siamo pur sempre loro alunni che hanno iniziato una protesta, condivisibile o meno, motivandola e non lasciando nulla al caso. Non lasciando neanche al caso i giorni dell’occupazione che comprendono un weekend, a dimostrazione che la nostra occupazione non è volta a perdere ore di lezione, ma ha delle fondamenta ben solide che ci fan rimanere a scuola il Sabato e la Domenica.
La nostra occupazione non è un parco giochi con “bivacchi e spinelli” (citando Ghelfi del Pdl che parla ancora una volta a sproposito) ma è un momento di condivisione e di riappropriazione, di organizzazione di eventi culturali e di socialità. Proiettare documentari, chiamare l’ArciGay e l’Amnesty International, creare aule studio ed aule di dibattito dimostra come noi questa occupazione la stiamo vivendo in modo serio e consapevoli del fatto che questa ci servirà non per risanare il debito pubblico, ma per prendere coscienza e far prendere coscienza di ciò che ci sta accadendo a tutti coloro che questa occupazione la vivono e la fanno vivere!
Invitiamo, inoltre, genitori, alunni, giornalisti e chiunque altro a non ascoltare inutili diffide nei nostri confronti, ma a toccare con mano queste occupazioni e prima di criticare e sentenziare capire perché ragazzi e ragazze che potrebbero essere vostri figli, alunni o compagni di banco, hanno deciso di passare intere giornate dentro la propria scuola.
Concludiamo dichiarandoci solidali con gli altri istituti di Modena che hanno occupato o ci hanno provato e con tutte le altre città d’Italia (Carpi, Bologna, Torino, Roma, Milano, Pisa, Palermo, …) che condividono con noi le stesse pratiche, a dimostrazione del fatto che Modena non è un caso isolato.
Student* del polo Leonardo
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