Palermo: continua protesta contro la “Buona Scuola”, boicottate prove Invalsi
In occasione dello svolgimento di quest’ultime nelle scuole elementari e medie, sono tantissimi gli Istituti che si sono ritrovati svuotati dei propri studenti e insegnanti: Corrao, Nino Bixio, Ilaria Alpi, Cavallari, Sava, Monti Iblei, Pitrè, Nazario Sauro, Riso, Pascoli, Gregorio e relative succursali. Genitori, studenti e docenti da due giorni manifestano ogni mattina davanti le rispettive scuole fino al suono della campana d’entrata, non facendo entrare i propri figli e mettendo in atto quella che, in questo caso, risulta essere la forma più efficace di protesta: il boicottaggio.
In migliaia hanno deciso di non permettere che il sapere venga valutato da test a crocette, emblema di una deriva aziendalista e di una retorica della meritocrazia, leitmotiv delle politiche dei governi degli ultimi anni e strumentale a giustificare i tagli ai fondi della scuola pubblica. I risultati delle prove Invalsi verranno infatti utilizzati per stilare classifiche di istituti e insegnanti, in base alle quali, seguendo parametri di “merito”, verranno poi redistribuiti i finanziamenti a scuole di “serie A e serie B”. L’obiettivo ultimo di queste prove dunque è quello di creare una competizione interna e tra le diverse scuole per l’attribuzione di fondi; imporre agli istituti un modello aziendale smantellando l’istruzione pubblica e ridurre il sapere a puro nozionismo svilendo le capacità di coscienza critica degli studenti. In tutto il mondo della formazione italiano ormai, come detto, si celano dequalificazione e tagli sotto le spoglie del “merito”.
I boicottaggi di questi giorni sono la dimostrazione del risultato che si è riusciti a mettere in campo con la giornata di mobilitazione del 5 e con le campagne di boicottaggio in rete #noinvalsi. Un dissenso generalizzato alla “Buona scuola” di Renzi che vede protagonisti tutte le componenti che sono parte attiva della formazione: studenti sì, ma anche genitori, docenti e lavoratori, che non sono disposti a sottostare a logiche di smantellamento dell’istruzione pubblica. Adesso tocca agli studenti degli istituti superiori boicottare le prove previste per giorno 12 maggio.
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