No all’università azienda, no alla meritocrazia. Contestato Ichino!
In questo quadro davvero preoccupante, l’Ateneo di Bologna, invitando Andrea Ichino, ha deciso ancora una volta da che parte stare. Invitare chi propone che a salvare l’università siano gli studenti con l’aumento delle loro contribuzioni, che studenti e aziende debbano collaborare nella definizione dei piani di studio secondo le esigenze di queste ultime, che il sapere venga considerato solo un qualcosa di legato al lavoro e al mercato, significa invitare chi evidentemente è a favore di quella università-azienda fortemente contestata.
“Lo studente non è un conto corrente. No all’università azienda”. Questo lo striscione che accompagnava gli studenti e le studentesse partiti da via Zamboni per raggiungere il luogo che ospitava la cerimonia con la presenza dell’economista. Lì, ad attenderli, un’ingente schieramento di forze dell’ordine, l’unica risposta che l’università è in grado di dare a questa generazione di precar* senza alcuna certezza riguardo gli aspetti della propria esistenza . Una giornata che vedeva non solo l’opposizione alla presenza di Ichino, ma anche un radicale dissenso alle scelte politiche del Rettore Dionigi. Lo stesso rettore che, da qualche giorno sotto tutela della digos, si presta all’ennesimo tentativo di criminalizzazione dei movimenti. Soldi, quelli per la scorta, che, a fronte dei continui tagli alle borse di studio, potrebbero essere spesi sicurmante meglio.
L’ingresso principale, presidiato da un cordone di polizia, è stato bloccato impendendone l’accesso. Mentre il rumoroso “cacerolazo” continuava con insistenza, facendo arrivare con forza il dissenso ad una cerimonia che faticava a cominciare, è arrivato l’invito, per una delegazione, a confrontarsi con i presenti all’interno. Invito che ha visto gli studenti e le studentesse esprimere la non volontà di dialogo con chi in questi anni ha contribuito e legittimato quei luoghi istituzionali in cui vengono portate avanti le politiche di distruzione dell’università.
A cerimonia iniziata l’assedio si è intensificato. Il presidio si è spostato velocemente provando ad entrare dalla facoltà di Lingue. Ma ancora una volta si è visto sbarrare la porta. Gesto con il quale si è impedito, durante l’orario di apertura, l’accesso agli stessi studenti di Lingua. Tornati avanti l’ingresso principale, gli/le student* hanno continuato a gridare il proprio dissenso con fischietti, pentole e slogan.
Quello che doveva essere l’ennesimo evento con il quale sbandierare la retorica della meritocrazia, di chi prova a legittimare che l’università di Bologna possa prendere la via delle università di élite, ha visto ancora una volta l’esprimersi di un forte rifiuto. Ancora una cerimonia conclusasi con un fitto lancio di uova, gesto con il quale gli studenti e le studentesse hanno terminato il loro assedio.
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