Pisa, agitazione nelle scuole: occupazioni, sgomberi e denunce
Nonostante il clima sociale “paludoso”, gli studenti medi si dimostrano ancora una volta il soggetto più incline a rifiutare la logica dell’austerity e dei sacrifici a senso unico imposti dal governo tecnico di Monti e dalle élite globali. In mezzo a tagli, ricatti, intimidazioni e pressioni di ogni sorta, le scuole continuano a rappresentare fucine di conflitto dove una composizione precaria ed eterogenea, dai licei ai professionali, cerca vie di uscite dal sistema della crisi, e prova a mettersi in gioco in prima persona, rifuggendo facili deleghe a rappresentanti vari, con la consapevolezza che ogni miglioramento della propria condizione di vita e di studio passi esclusivamente dalla capacità di mobilitarsi.
Lunedì mattina l’Istituto Tecnico Industriale ha occupato la propria scuola, riempendo di iniziative le giornate di occupazione: la discussione permanente promossa dagli occupanti ha approfondito con seminari, video e film varie esperienze di lotte significative, da quella NO TAV ai conflitti sul mondo del lavoro e della casa, fino alle lotte sul mondo della formazione. Partecipatissime cene sociali sono state organizzate dagli stessi studenti negli istitutu dove anche molti altri di altre scuole vi hanno partecipato, condividendo così le diverse esperienze, sintomo di voglia di combattere uno stesso status di precarietà, che la stessa crisi ma anche i momenti conflittuali degli ultimi cortei stanno generando.
I momenti più alti di tensione si sono visti invece al liceo scientifico Dini. Venerdì mattina, infatti, una cinquantina di studenti sono entrati appena i custodi hanno aperto i cancelli. Barricandosi dentro hanno aspettato l’arrivo degli altri studenti per iniziare così l’occupazione.
La situazione è degenerata quando sono arrivati preside e professori, che non hanno esitato a chiamare subito la polizia. All’arrivo della Digos, gli studenti sono rimasti dentro la scuola, chiudendo gli accessi con banchi, sedie e catene. Il fronte compatto tra digos-preside e classe docente, ha cercato il momento opportuno per intervenire contro gli studenti occupanti. Infatti a metà mattinata, una trentina di studenti dell’ITIS, sono usciti in corteo dalla propria scuola occupata, a portare solidarietà agli studenti del Dini: “Dini, Itis, tutti uniti”, il coro del corteo che è arrivato davanti al presidio. Non è bastato comunque per evitare uno sgombero che si è verificato con l’irruzione di decine di digos, preside e professori nelle prime ore pomeridiane: il preside rimasto evidentemente felice per l’azione della polizia, ha anche fatto denunciare tre studenti del liceo scientifico.
Non sono mancate le minacce da parte della polizia di portarsi in questura i ragazzi che più si sono esposti durante la mattina e nelle mobilitazioni di quest’autunno, minacce che sono arrivate anche dallo stesso preside che voleva sospendere subito tutti gli occupanti, evidenziando la sintonia tra dirigenza scolastica e forze del dis-ordine vadano a braccetto. I continui tagli alle scuole, lo stato di precarietà dilagante e la nuova manovra Monti hanno spinto gli studenti a far sentire la propria voce, anche nelle scuole liceali come il Dini in cui più forte è l’imposizione ideologica di una formazione che vuole preparare “la futura classe dirigente”.
In serata, invece, un centinaio di studenti del liceo scientifico Buonarroti, ha occupato la propria scuola. E si stanno svolgendo autogestioni durate tutta la settimana in altre due scuole, l’istituto professionale Fascetti e l’istituto geometri Santoni.
Una settimana intensa di mobilitazioni da parte degli studenti medi, che, ancora una volta, hanno dimostrato l’importanza di lottare per opporsi a questo stato di debito e alle continue minacce padronali. Politici schifosi, logiche del sacrificio, sfruttamento e debito, stanno sempre di più diventando incompatibili per la soggettività del precariato giovanile studentesco.
Di seguito il comunicato di solidarietà al liceo scientifico Dini sgomberato, scritto dagli studenti dell’ Istituto tecnico industriale in lotta.
Questa mattina mentre iniziava un altro giorno di occupazione all’Itis con un iniziativa di contro-informazione, abbiamo ricevuto la notizia che gli studenti del Dini stavano occupando il loro istituto e che le forze dell’ordine e la digos stavano tentando di sgomberarli, abbiamo quindi indetto subito un assemblea, molto partecipata, che con entusiasmo è andata a sostenere gli occupanti del Dini.
Con varie irruzioni la digos è riuscita a reprimere la resistenza degli occupanti evacuando la scuola.
Queste intimidazioni da parte delle forze dell’ordine e presidi non fermeranno il movimento che sta portando avanti una lotta reale e concreta non solo di rifiuto della scuola-fabbrica ma che si espande anche in lotta contro il debito che banchieri e industriali vogliono imporci di pagare.
Crediamo fondamentale continuare a portare avanti nella pratica quegli slogan che abbiamo gridato a gran voce l’11 novembre e nelle manifestazioni successive: IL COMUNE SIAMO NOI!
Portiamo con questo la nostra solidarietà agli studenti del Dini che stamani hanno mostrato che il movimento non si ferma.
Solidarietà a chi lotta!
Gli/le student* dell’ITIS.
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