Scuola: Torino, “una rabbia che inizia ad esprimersi”
Condividiamo queste interessanti considerazioni del Kollettivo Studenti Autorganizzati di Torino sulla manifestazione che ieri ha attraversato la città, buona lettura!
29 Gennaio, primo corteo dell’anno nuovo, una prima piccola rottura all’interno di una narrazione che si protrae, per quanto ci riguarda, da fin troppo tempo. Narrazione supportata da tutta la componente istituzionalizzata e mainstream del dibattito pubblico, secondo cui qualche studente che studia in DAD, seduto davanti ai palazzi della rappresentanza politica chiedendo di rientrare a scuola, perché “la scuola prima del covid era bella, senza problemi, accogliente” e perchè “nel resto d’Europa sta andando diversamente”, sarebbero la rappresentanza di tutto ciò che si muove in Italia.
FALSO, Vogliamo di più! Più di quello che ci hanno tolto negli anni, vogliamo cogliere l’opportunità che un momento come questo ci concede! Vogliamo ripartire da zero e costruire una scuola nostra.
Forse bastava fino a qualche mese fa mettersi sotto le scuole o la Regione a seguire le lezioni, oggi non più.
La giornata di oggi per noi ha significato anche questo, nonostante la piattaforma sindacale che ha proclamato la giornata non ci rappresentasse in toto, abbiamo comunque scelto di partecipare a questo momento perché poco ci interessa prendere parte a queste scaramucce utili solo per le chiacchiere al bar.
Quel che ci interessa è che il malcontento e la rabbia possano trovare una forma di espressione che possa fungere da strumento di lotta nella prospettiva di determinare una fase che sta pesando sulle nostre vite, spingendola nella direzione che dal basso vorremmo darle.
Sia chiaro che per noi la giornata di oggi non può di certo considerarsi l’ultima tappa di quest’ondata di rabbia, forse, piuttosto, solo un primo passo che molto probabilmente non ha trovato la forma d’espressione giusta con cui manifestarsi; ma in ogni caso un momento di incontro collettivo importante.
Ed è da questo incontro che vogliamo rilanciare, vogliosi di costruire il nostro contropotere insieme, partendo da noi e dalle nostre esigenze, senza farci sovradeterminare da pacchetti politici preconfezionati che non ci appartengono e non ci rappresentano.
VOGLIAMO TUTTO E CE LO PRENDIAMO!
OCCUPIAMOCI DELLA SCUOLA
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