Sentenza Darwin, il sistema si auto-assolve
Ricordiamo molto bene la giornata del 22 Novembre 2008 quando il controsoffitto del liceo scientifico Darwin crollò, uccidendo Vito Scafidi e ferendo gravemente numerosi studenti. I giorni seguenti la nostra rabbia aveva attraversato scuole e strade. Dicevamo “di scuola non si può morire”.
Per quanto abbiano deciso di scaricare le colpe su una pedina minore, su una singola persona appare evidente che le responsabilità di quanto accaduto siano ad imputare ad un intero sistema. Un sistema che da anni non fa che sottrarre soldi per la ristrutturazione e il mantenimento degli edifici scolastici e pubblici, preferendo invece lucrare su grandi opere inutili come la Tav, o su ”guerre umanitarie”. Un sistema che reputa più importante il guadagno di pochi rispetto alla vita della gente, allo stesso modo, infatti, abbiamo potuto leggere le ”simpatiche” telefonate a seguito del terremoto dell’Aquila: come già ci aveva insegnato quella vicenda, tante sono e sono state le promesse alla gente da parte dei politicanti di turno che alla fine si sono rivelate vane.
Questo copione – farsa è stato rispettato perfettamente e ancora una volta toccherà a noi studenti studiare in strutture fatiscenti e in classi sempre più affollate a dimostrare che neanche la morte di un ragazzo è stata sufficiente a convincerli ad invertire la rotta. Niente è cambiato negli istituti scolastici torinesi, anzi al contrario l’edilizia è ancora nettamente peggiorata ed i vari politicanti torinesi da Fassino a Saitta continuano a fare promesse vane e infide. Ci associamo a quanto detto dai compagni di Vito: “Qui bisognava condannare un sistema, se la sono presi con uno solo”.
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