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InfoAut Podcast: Sul decreto Cutro

Il 5 maggio è stato convertito in legge il cosiddetto “Decreto Cutro”, che prende il nome dalla tragedia avvenuta a metà febbraio, in cui 94 persone hanno perso la vita cercando di attraversare il mar Mediterraneo. Le responsabilità di questa strage sono chiare: lo Stato italiano, così come l’Unione Europea, attua da decenni politiche migratorie razziste e assassine.

A seguito della morte di decine di persone a largo di Cutro, la risposta del governo è stato un nuovo decreto riguardante le migrazioni, chiamato in questo modo (agghiacciante) proprio perché presentato come soluzione alle morti in mare, mentre in realtà ha ampliato e aggravato le barriere fisiche e burocratiche che migliaia di persone devono superare per potersi autodeterminare, imponendo nuovi ostacoli che possono costare, come spesso capita, anche la vita.

Non meglio sono i contenuti: tutti volti all’espulsione, al disciplinamento e alla complicazione delle vite di chi decide di intraprendere un percorso migratorio. Per cui viene depotenziata la protezione speciale, vengono fatti accordi profondamente ricattatori in materia di rimpatri, promettendo quote maggiorate nel decreto flussi in cambio di un maggior numero di deportazioni. Viene inoltre potenziato il sistema della detenzione amministrativa (Cpr) e reso ancora più escludente il sistema dell’accoglienza e, come se non bastasse, viene impedito di convertire diversi permessi rendendo così impossibile una stabile regolarizzazione e precarizzando ulteriormente le vite delle persone.

L’8 giugno alle h.18.30 si è tenuto allo Spazio Popolare Neruda un momento di spiegazione e discussione su questo nuovo decreto con le avvocate Eleonora Celoria e Elena Garelli di Asgi e il Collettivo Ujamaa , per costruirci strumenti di autodifesa dagli attacchi razzisti che il governo Meloni sta portando avanti.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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