Zad di Notre-Dame-des-Landes sotto sgombero. Aggiornamenti dalla battaglia in corso
E’ cominciata l’operazione della gendarmerie francese per sgomberare la ZAD, la zona di Notre Dame des Landes occupata da ormai dieci anni da contadini e allevatori supportati da centinaia di attivisti per impedire la costruzione del nuovo mega “aeroporto del Gran Ouest”. A gennaio il governo Macron aveva annunciato insieme l’abbandono del progetto e l’intenzione di “reinstaurare la legalità” sul territorio.
La storia della zad è una lunga storia di lotta, di resistenza e di vittoria. Nel 2009 mentre le autorità tentavano di obbligare gli abitanti di Notre Dames des Landes a lasciare le proprie abitazioni per far posto al faraonico nuovo aeroporto di Nantes, alcuni attivisti avevano raggiunto contadini e pastori occupando le zone destinate ai lavoratori prendendo possesso di una parte della abitazioni abbandonate e costruendone di nuove. La ZAD ha iniziato a crescere diventando luogo di resistenza e di sperimentazione agricola, le terre sono state re-investite e coltivate di nuovo, è stato costruito un forno per il pane, laboratori meccanici e di falegnameria, persino una biblioteca, facendo un punto di riferimento per la difesa del territorio, l’autodeterminazione e ia sperimentazione di nuove forme di vita che rimettano in questione i fondamenti stessi dello sfruttamento della terra e dell’uomo.
Nel 2012 il governo aveva tentato la prova di forza cercando di sgomberare e distruggere abitazioni e strutture ma aveva dovuto indietreggiare davanti alla determinazione del movimento contro l’aeroporto che aveva resistito per giorni fino a quando una manifestazione composta da decine di migliaia di persone arrivate da tutta la Francia aveva invaso di nuova la ZAD ricostruendo le abitazioni distrutte.
Lo stato francese ha alla fine dovuto piegarsi davanti alla resistenza. Il 17 gennaio scorso ha annunciato l’abbandono del mega-aeroporto, riconoscendo le ragioni del movimento: il progetto è inutile e costosissimo per le casse dello stato, con un impatto ambientale terribile sulle zone umide di Notre dames des Landes dove vivono diverse specie protette. Una sconfitta cocente che brucia per mesi tra i difensori dell’aeroporto “e del suo mondo” come dicono gli zadisti, per sottolineare il modello economico e sociale devastante che impongono grandi opere e affini.
All’indomani della vittoria sono iniziate le trattative sulla sorte di questo pezzo di terra sottratto alle logiche dello Stato e del profitto. Il governo sperava di dividere il movimento tra una sua presunta componente “radicale” e gli agricoltori storici che però si sono presentati compatti rivendicando il fatto che le terre sottratte alla rendita e al profitto con la lotta dovessero rimanere tali, garantendo una permanenza agli occupanti e agli abitanti della prima ora, permettendo di continuare la coltivazione delle terre e le sperimentazione di forme di vita sottratte alle logiche del capitalismo. Un grande corteo per le strade di Nantes, il 31 marzo scorso, aveva chiarito che ogni tentativo di sgombero avrebbe incontrato una strenua resistenza.
Allora se il Divide non funziona l’imperativo è chiaro: Impera. Stamattina le autorità hanno deciso di premere sull’acceleratore tentando di sbarazzarsi con la forza di questa fastidiosa “zona di non diritto” per usare le parole della prefettura nel suo comunicato di stamattina. Dalle 3 di questa mattina 2’500 uomini sono stati dispiegati attorno alla zona, con ogni tipo di attrezzatura, tra cui dei tank. Il governo – tramite il ministro dell’interno Gerard Collomb – annuncia che si tratta solo di sgomberare gli “illegali”, 100 persone residenti in case, capanne o altri posti occupati, che non hanno accettato la messa in regola proposta dallo Stato dopo l’annuncio dell’abbandono del progetto dell’aeroporto ma in realtà sono circa 40 gli edifici che il governo ha annunciato di voler distruggere. Il governo assicura inoltre che dopo le espulsione i gendarmi resteranno sul posto per impedire eventuali rioccupazioni.
Alle 4:45 sono iniziate le operazioni di sgombero, con i gendarmi che provano faticosamente a risalire la strada dipartimentale che attraversa la ZAD incontrando resistenza e barricate. Da quanto riferiscono canali del movimento la tattica è quella di soffocare la zona sotto un lancio di lacrimogeni continuo che è andato avanti per diverse ore. Intorno alle 8:30 la polizia è riuscita ad arrivare alle Fosses noires, dove c’è stato un duro scontro con lanci di molotov e sassi sulla polizia costretta a bloccarsi.
Alle ore 10 la polizia ha cominciato ad allontanre i giornalisti, impedendo alla stampa di accedere alla zona come hanno testimoniato direttamente diversi cronisti delle maggiori testate nazionali. Verso le 11, i gendarmi sono riuscti a rimontare la strada detta “delle chicanes” (D281), e, otto ore dopo l’inizio delle operazioni, la polizia è infine riuscita ad effettuare le prime demolizioni con i bulldozer, tra cui la distruzione dell’enorme tendone da circo in cui si tenevano assemblee e altri eventi.
La resistenza si organizza sulla zad già da diversi giorni e nessuno è stato colto impreparato. Per ora si contano barricate, persone rifiugiate sugli alberi e una difesa determinata per rallentare l’entrata della gendarmerie. Sono stati annunciati già 80 appuntamenti in tutte le città della Francia alle 18:00 per protestare contro lo sgombero. La Confedration payasanne, il sindacato degli agricoltori, ha chiesto di mobilitarsi in solidarietà con ciò che sta succedendo mentre gli abitanti della ZAD hanno chiesto di raggiungere la zona nei prossimi giorni per quella che si annuncia già come una lunga battaglia. Seguiranno aggiornamenti nella giornata. Zona da difendere, oggi più che mai.
Aggiornamento ore 18.30. Davanti a diverse prefetture del paese sono stati convocati presidi e manifestazioni in solidarietà alla resistenza della zad di Notre-Dames-des-Landes. Al pomeriggio il bilancio della battaglia conta la distruzione di almeno nove luoghi di vita collettiva nei bocages (hangar, serre, ovili) con il ferimento sicuro di almeno 6 persone e l’arresto di altre 7. Mentre lo Stato promette di proseguire domani con le operazioni di espulsione dalla zad il movimento non si arrende e rilancia per domani una sua assemblea generale. Nonostante la sproporzione di forze in campo la resistenza è stata tenace e multiforme. Ai gas e ai mezzi blindati gli abitanti della zad hanno resistito salendo sui tetti, issando barricate, creando blocchi con i trattori. Un po’ di inventiva e di fortuna hanno permesso di dar fuoco per due volte ai mezzi meccanici che distruggevano le abitazioni, mentre a più riprese il Dio del fango dei bocages ha intrappolato i poliziotti e i loro mezzi.
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