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Bologna: nuova giornata di scontri – in migliaia nelle strade!

Dopo l’irruzione poliziesca all’interno dell’aula studio di giovedì 9 febbraio, e le conseguenti ore di scontri nelle strade, gli studenti avevano convocato per venerdì 10 un corteo di protesta.

A partire dalle 16 piazza Verdi si riempie di migliaia di persone, che si muovono per la città intonando cori che iniziano a generalizzare le istanze della lotta.

 

Dopo aver attraversato le vie centrali di Bologna, il corteo rientra in zona universitaria puntando verso il Rettorato.

La manifestazione infatti reclama a gran voce che il questore Coccia e il rettore Ubertini debbano dimettersi e andarsene dalla città dopo le inaccettabili provocazioni di giovedì.

 

 

Arrivati su via Zamboni, vicino al 36, i manifestanti si trovano la strada sbarrata da vari blindati e da file di celere. Ma dopo la generosa battaglia della sera prima, il coraggio non è certo quello che manca. Il corteo avanza determinato fino a scontrarsi contro la polizia, che nelle cariche arresta due studentesse e uno studente. La piazza tuttavia non si scompone e punta verso i viali della città, promuovendo un blocco del traffico che reclama a gran voce la liberazione delle arrestate.

Continuano ad essere migliaia le persone che attraversano Bologna, e dopo il blocco la dimostrazione prosegue tornando verso piazza Verdi. Davanti alla polizia ancora schierata si protrae la contestazione, che rilancia una nuova manifestazione per sabato 11 febbraio, per continuare la lotta contro l’università-azienda e reclamare la libertà per gli arrestati; una studentessa viene rilasciata in serata mentre gli altri due verranno probabilmente processati per direttissima. Intanto viene convocata per martedì 14 una assemblea universitaria alla facoltà di Lettere e Filosofia, per decidere come proseguire la lotta.

Le giornate di mobilitazione di questo febbraio stanno indicando una disponibilità al conflitto che è da tempo latente nelle corde di una composizione giovanile che necessita di concreti punti di attivazione più che di retoriche.

Nella canea mediatica scatenatasi in queste ore si è visto di tutto. Vecchi “filosofi” (??) dire agli studenti di vestirsi di bianco e fare le vittime, canuti professori dire che con questi giovani non riescono a dialogare, sindaci e questori incartapecoriti blaterare di violenze, giornalisti rimbambiti evocare il ’77 del loro passato, petizioni promosse da ciellini e giovani del PD contro le mobilitazioni studentesche… A tutta questa schiera dell’establishment ha dato una prima risposta la manifestazione di oggi. La rabbia giovanile, le sue passioni, i suoi desideri, non vogliono e non saranno parlati da Lorsignori. La mobilitazione continua, a partire da domani!

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