Perugia: apre lo sportello operatori sociali
Negli ultimi mesi di lotta, come Operatori Sociali Autorganizzati, abbiamo ritenuto che sia necessario aprire una nuova fase, per noi e per la città.
Abbiamo compreso che il Terzo settore – da anni laboratorio privilegiato di sfruttamento – è terreno dove si intrecciano con forza interessi politici ed economici. La composizione della forza lavoro nel terzo settore, nonostante sia stata frammentata presenta delle condizioni trasversali. Vi è una sorta di filo rosso che lega le difficili condizioni dei suoi lavoratori, spesso dipendenti di Cooperative o più generalmente di imprese c.d. sociali. E’ un mondo dominato da appalti poco chiari, privatizzazioni, esternalizzazioni e da una logica di profitto che comprime i diritti dei lavoratori e degli utenti, garantendo al contempo la creazione di bacini di voti per i politici di riferimento e uno sperpero di denaro pubblico.
E’ qui, in questo settore che ha preso piede la nostra vertenza. Da qui vogliamo ripartire. Fino ad ora abbiamo cercato, al massimo di difenderci dagli attacchi, ma ora è giunto il momento di lanciare un’offensiva, rivendicare e immaginare condizioni di lavoro e di vita migliori nella nostra città.
Territorialmente partiamo da un deserto di diritti e da una scarsa organizzazione politica di tutela degli sfruttati e degli emarginati che sia autonoma e senza finalità elettorali. Troppo spesso sentiamo di lavoratori, precari e disoccupati lasciati soli, senza un ancora a cui aggrapparsi per resistere e lottare. Nella loro solitudine spesso finiscono con abboccare all’amo dei sindacati concertativi, peggiorando la loro condizione.
Ogni passo e progresso fatto per migliorare questa situazione, nella nostra città, è quindi fondamentale sia dal punto di vista simbolico, materiale e morale.Abbiamo quindi deciso di creare lo sportello sociale, luogo dove poter creare una rete di lotta e solidarietà territoriale intorno a delle tematiche concrete. Le singole vertenze interne ai luoghi di lavoro (già importanti di per se) rischiano l’isolamento o ancor peggio di dissolversi senza la presenza di un soggetto sociale capace di organizzare la lotta.
Il terzo settore e i suoi servizi pubblici essenziali sono arterie di funzionamento della città. Lo spazio urbano è un contenitore che genera diverse forme di sfruttamento e di conseguenza produce aree di emarginazione che necessitano di interventi radicali. I disoccupati ne sono un emblema. Per questo speriamo che lo sportello diventi un luogo dove i disoccupati possano organizzarsi per rivendicare alle istituzioni locali soluzioni che garantiscano condizioni di vita migliori.
Autorganizzazione, protagonismo degli sfruttati, assenza di deleghe e di verticismi, sono le parole d’ordine di questo progetto.
La nostra determinazione non sarà scalfita dalla consapevolezza che il percorso che intendiamo intraprendere sarà duro
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