Syriza e movimento: tra molti rischi e alcune possibilità. Intervista ad AlfaKappa Atene
Infoaut: Ora che Syriza pare aver conquistato la maggioranza assoluta dei seggi al Parlamento greco, cosa dobbiamo aspettarci come prime mosse del neo-governo? Quali saranno, anche in base al dibattito degli ultimi giorni di campagna elettorale, i focus centrali di intervento? Verrà data una prevalenza al piano interno o a quello internazionale?
Spyros: Stiamo entrando in un periodo politico davvero denso, le decisioni di tutti gli attori politici genereranno risultati drastici che definiranno il futuro. E’ troppo presto per definire le prime mosse del governo di SYRIZA in un contesto così fluido ed instabile. Quel che credo è che il partito di governo non abbia ancora assunto decisioni definitive su varie questioni cruciali. Tsipras ha provato di agire fuori dagli schemi di una stretta agenda di sinistra, adottandone una pragmatica (?) basata su un ampio consenso parlamentare. La partecipazione di ANEL (Greci Indipendenti) metterà sicuramente seri limiti all’ – ipotetico – programma di SYRIZA su immigrazione, diritti umani, separazione tra Chiesa e Stato ed altri temi rilevanti. Ovviamente, la principale questione politica è quella del debito nazionale. Credo che SYRIZA voglia creare un’alleanza nazionale dentro il parlamento per negoziare la questione più efficacemente con i “partner” europei, così credo che la priorità n°1 per il governo sia quella di comprare tempo politico per prepararsi ai negoziati all’estero.
Infoaut: Quali saranno le contromosse, più che degli altri partiti, di coloro che governano i flussi di capitali all’interno del paese? Tsipras ha cercato in questi mesi di tranquillizzare più possibile le forze moderate, parlando di “profonde discussioni” e non di “duri strappi” con la Troika. Eppure la finanza internazionale ha già reagito in maniera negativa alla possibilità di una vittoria di Syriza, ed è facile che nei prossimi giorni si continui su questi toni..
Spyros: Questa è una risposta che può essere data solo dagli ufficiali governativi. Sono coloro che hanno una prospettiva chiara sul potenziale delle casse pubbliche di finanziare il programma di SYRIZA. Molto sarà definito dalle scelte dei leader europei, perché nemmeno loro hanno adottato una posizione chiara rispetto a cosa tollereranno e cosa no.
Infoaut: Un dato rilevante è anche quello che riguarda Alba Dorata; sebbene abbia buona parte dei propri leader in carcere, sebbene il voto della destra convergesse in forze su Nuova Democrazia per arginare il voto a Tsipras, il risultato tra il 6 e l’8% è sicuramente importante. Di recente Alba Dorata ha anche dichiarato che il fallimento di Syriza una volta al governo spalancherà la strada ad una sua ulteriore ascesa politica, che porterà i neo-nazisti a loro volta al governo. Come valuti questi dati e queste impressioni? Come si è comportata Alba Dorata in campagna elettorale? Ci saranno secondo te ripercussioni per questa struttura con l’avvento di Syriza al governo?
Spyros: I fascisti sono stati sempre presenti nello scenario politico greco, sebbene camuffati dentro altri partiti e nel discorso nazionalista più in generale che rappresenta una comune caratteristica delle forze parlamentari greche. Alba Dorata è stata la calamita che li ha organizzati e li ha resi una minaccia seria, nelle strade per la società e nel Parlamento per le altre correnti politiche di destra. Il processo ad alba Dorata inizierà attorno a Marzo e si stima che duri per un paio di anni! La gestione del processo da parte di Alba Dorata e Syriza è ambivalente e chiarirà molto, nel meglio o nel peggio.
La cosa sicura è che Alba Dorata ha perso la sua “reputazione di strada” dopo gli arresti (perché ha perso la propria copertura politica diretta). Credo che la percentuale di Alba Dorata sia l’esatta percentuale di seguaci irriducibili dei nazisti e della giunta in Grecia, ed è davvero difficile che cali. Ma persino nella corrente dell’Estrema Destra ci sono intensi negoziati e dibattiti che probabilmente daranno vita ad un nuovo partito che purificherà gli ex-membri di Alba Dorata dal Nazismo e radicalizzerà gli ex di Nuova Democrazia. Se dovessi scommettere sulla prossima corrente egemonica in politica, nell’eventualità di un collasso di Syriza, la mia scelta ricadrebbe su un’alleanza degli “estremisti di Centro” e neoconservatori, attorno al partito Potami (fiume!), e non su un partito di estrema destra.
Infoaut: Dopo lo straordinario ciclo di scioperi e rivolte contro il memorandum, dal 2012 il movimento contro la crisi in Grecia ci è sembrato territorializzarsi in tantissime esperienze autogestionarie, mutualistiche e antifasciste. Che rapporto ha avuto negli ultimi anni il Partito Syriza con questi processi sociali e politici animati dai movimenti? Con Syriza al governo quali sono le possibilità rivoluzionarie che si chiudono e quelle che si potrebbero aprire dal punto di vista delle lotte?
Spyros: La domanda sintetizza il cuore del problema politico del movimento greco contemporaneo a cui oggi va data risposta. Syriza è un risultato sia delle lotte che della loro sconfitta a livello di movimento. Il movimento ha fallito nel porre un contrattacco serio contro l’attacco conservatore, che godeva anche del sostegno dell’UE, a tutti livelli. Syriza è stata eletta anche dai voti della gente del movimento e ciò è sensato perché ha posto una scelta realista in merito a diverse questioni su cui il movimento ha fallito (ad esempio una difesa dall’attacco del fisco, l’abolizione del lavoro domenicale, l’abolizione della legge di massima sicurezza carceraria). D’altra parte, sappiamo tutti che non esiste un governo “libertario” e che nessuno applicherà misure che promuovano od assicurino la libertà e gli interessi delle classi inferiori, a meno che queste non lottino per i propri interessi. La partecipazione di ministri della Destra populista al governo e di ex membri del PASOK sostiene l’argomentazione precedente.
Perciò il movimento deve tenere in considerazione il nuovo panorama politico e creare una nuova strategia. Immaginerei tre importanti elementi che debbano caratterizzare questo; il primo è di estorcere al governo l’implementazione dell’agenda comune che condivide con il movimento (chiudere i campi di detenzione dei rifugiati e concedere la cittadinanza, l’abolizione delle carceri di massima sicurezza, l’abolizione delle leggi antiterrorismo, ecc) ed assicurarsi che il movimento rappresenti l’opposizione più forte; la seconda è di occupare, espandere e creare nuovi spazi sociali del movimento ed ultimo, ma più importante di tutti, di creare un terreno comune, un centro comune, un universo comune contro e fuori lo stato ed il controllo del capitale. I centri sociali devono concentrarsi sul corrispondere i bisogni sociali, ma devono anche costruire istituzioni di mutuo soccorso e condivisione (una banca sociale che promuova i progetti, economia solidale e reti di distribuzione, ecc). Le iniziative antifasciste devono lavorare assieme per promuovere discorso e vigilanza antifascista nelle strade. La presa dello spazio e la trasformazione della metropoli in una galassia di spazi sociali ed iniziative di autogestione richiede un livello di coordinamento e di organizzazione che la scena greca non ha ancora nemmeno immaginato. La più grande minaccia al contesto di tutto ciò è il pericolo di integrazione nello stato, e la sfida più grande è di garantire la totale autonomia ma anche la praticabilità del progetto antiautoritario.
C’è anche un quarto elemento, quello del coordinamento e del sostegno internazionale. Il movimento autonomo/anarchico/antiautoritario dichiara sempre che la soluzione può essere solo internazionale, ma non ha fatto molto per promuoverlo. E’ tempo di creare uno spazio comune di lotta permanente, efficace ed ambizioso tra le iniziative autonome ed antiautoritarie Europee e Mediterranee che implementino il nostro discorso e la nostra pratica. Tutti questi quattro fattori richiedono un sacco di riflessione, dibattito e ricomposizione in nome del movimento autonomo/anarchico/antiautoritario greco e, per quanto io possa affermare, ci sono tantissime persone che condividono quest’ambizione.
Infoaut: Syriza ha accennato in che modo intende riformare l’apparato di polizia, che si è macchiato di innumerevoli abusi, repressione, ed è parzialmente infiltrato da Alba Dorata? Possiamo aspettarci un certo grado di successo di tali piani? E che ne è della riforma del sistema carcerario e della condizione dei prigionieri politici?
Spyros: Il ministero della Polizia (ovvero della “Protezione del Cittadino“!) ricadrà sotto il ministero dell’Interno. Il ministero dell’Interno sarà Nikos Voutsis, padre di un ex-prigioniero politico condannato per rapina armata. Nella sua prima dichiarazione è stato relativamente aggressivo verso la polizia, facendo riferimento a razzisti e brutali episodi di violenza poliziesca negli scorsi anni. In termini di volontà, credo che ci sarà un tentativo genuino di riformare la polizia greca per portarla agli standard europei in termini di diritti umani. Da un altro lato, il vice ministro della Polizia sarà il criminologo Jannis Panousis, un ex politico del PASOK e del DIMAR. La sua visione politica è quella di una simultanea democratizzazione della sorveglianza in generale ma anche del potenziamento tecnologico ed istituzionale del lavoro “antiterrorista” di polizia. D’altra parte, è la seconda volta che i poliziotti hanno votato per Alba Dorata con una percentuale del 50%. L’infiltrazione dei Nazi nell’apparato di polizia è molto profonda e forte, e non sono sicuro che il governo sarà capace di stroncarla. L’unica cosa certa è che sicuramente verrà effettuato un tentativo sincero in tale direzione. In un paio di giorni Alba Dorata ha convocato la sua manifestazione annuale, ed i collettivi antifascisti ed anticapitalisti hanno fatto appello a marciarvi contro. La posizione del governo e l’esito di questa giornata forniranno una prima immagine del vicino futuro.
Riguardo al sistema carcerario, è stata già dichiarata l’abolizione della mostruosa legge di massima sicurezza carceraria. La sovrappopolazione delle prigioni greche è un risultato delle severissime sanzioni penali riguardanti i crimini legati alle sostanze stupefacenti, oltre che al razzismo dei giudici e poliziotti greci ed all’abuso della carcerazione preventiva. Passi positivi in questo campo saranno determinati dalle contraddizioni interne di SYRIZA ed ANEL all’interno del governo, ma dobbiamo ammettere che il personale legale di SYRIZA è realmente progressista e potrebbe essere in grado di decomprimere la persistente pressione sociale nei confronti delle prigioni. La tematica dei prigionieri politici è una questione molto seria, rispetto alla quale SYRIZA non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Attualmente vi sono circa 50 prigionieri politici nelle prigioni greche. Alcuni di essi sono turchi, membri del DHKP-C, e sono accusati di terrorismo dallo stato turco. Altri sono stati condannati a diversi anni di prigione, condanne che sono basate sul totalitario dispositivo legale antiterrorismo – che infligge sanzioni estreme per crimini minori, o perfino criminalizza le relazioni personali. Credo che questa sarà una questione che non andrà molto lontano se il movimento non mette in campo della seria pressione contro il governo.
Infoaut: E’ cambiata la relazione tra il movimento e SYRIZA, dal primo momento in cui questa ha avuto la possibilità di vincere le elezioni (per così dire, dalla fine del grande ciclo di lotta dal basso contro il memorandum e dall’eruzione di Syntagma)?
Spyros: Più SYRIZA si è avvicinata alla possibilità di strappare una superiorità parlamentare, più si è distanziata dal movimento. L’adozione di parecchi ex politici populisti del PASOK da parte del partito ha reso chiaro che SYRIZA è un prodotto della sconfitta delle piazze nel porre una alternativa di democrazia diretta piuttosto che la fioritura dialettica di un movimento socialista. I membri di SYRIZA si sono comportati come veri epigoni dello Stalinismo che caratterizza tutti i partiti di sinistra in Grecia, difendendo qualsiasi assurdità della propria leadership invece di porre critiche e promuovere un’agenda più movimentista. C’è una stima che vi siano 10.000 posizioni governative e ministeriali chiave, in cui ogni governo abbia bisogno di inserire la propria gente per produrre politiche sostenibili. E’ molto chiaro che, dato che SYRIZA ha 35000 membri, uno di loro su tre dovrà prendere posto nell’apparato statale; sarà un partito che diverrà molto velocemente un partito dello Stato, adottandone tutti i riflessi burocratici. Quindi, parecchie forze affiliate a SYRIZA affronteranno un dilemma tra il fare ritorno al movimento o contrarre un divorzio permanente nei confronti di esso. Una cosa è certa: lo Stato ed il movimento sono due elementi la cui unica relazione dialettica che possano condividere è quella del conflitto. In caso contrario, la loro relazione è di integrazione e burocrazia.
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