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Dissequestro del Muos, la palla passa al movimento!

Un tale iter sembrava scontato, come del resto l’impossibilità che la procura di Caltagirone (e in generale le istituzioni locali e nazionali), autrice del sequestro, potesse esercitare una forza effettiva contro l’imperium della potenza militare statunitense e degl interessi strategico-militari nostrani. Per tale ragione avevamo parlato di boccata d’ossigeno che, come dimostrato, non avrebbe devuto far calare la soglia di attenzione e di determinazione del movimento nella difesa del territorio della sughereta (del resto soggetta a vincoli ambientali che ne avevano determinato il sequestro) e della salute di tutte le popolazioni attigue all’impianto minacciate dall’emissione di onde elettromagnetiche (di cui la portata reale e occultata). In sintesi la partita è tutta da giocare e la palla passa nuovamente al movimento: ammesso che a stabilirne le linee guida e d’azione non siano le componenti che fino ad adesso hanno provato ad imbrigliare la determinazione di un movimento territoriale lungo le vie dell’inefficace contrattazione con le istituzioni, supine invece alle logiche militari e di mercato del comando capitalista; ammesso che siano invece le popolazioni che vivono quei territori ad esercitare un’opposizione reale all’allargamento del cantiere, come fatto per il taglio delle reti di giorno 8 Settembre.

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