Firenze: è lotta senza quartiere per il diritto alla casa!
Due picchetti anti-sfratto nel quartiere di S.Frediano a tutela di altrettante famiglie. L’intervento in forze della Questura per staccare la fornitura elettrica all’Hotel Concorde occupato e la risposta degli abitanti che hanno bloccato per 9 ore viale Gori costruendo due barricate. L’occupazione di uno stabile sfitto da anni di proprietà di una grande immobiliare collegata al gruppo Fiat da parte di cento persone emergenza abitativa: famiglie sfrattate, uomini, donne e bambini. Lo sgombero militare dell’edificio da parte della Questura per riconsegnarlo all’abbandono e alla speculazione. E ancora corteo e blocchi selvaggi in zona Campo di Marte. Questa è stata la giornata di mercoledì.
L’assessore Funaro non trova di meglio da fare che negare l’emergenza abitativa, dichiarando che al Comune di Firenze “non risulta” l’esistenza di persone senza casa (!). L’assessore alla Regione Toscana Saccardi rivendica il pugno di ferro contro le occupazioni e ne approfitta per rilanciare la sua proposta di legge che prevede l’esclusione degli occupanti dai bandi per l’accesso alle case popolari.
Questore e Prefetto, stavolta, non rilasciano dichiarazioni pubbliche risparmiandosi le ipocrite cantilene sulla “legalità”. In effetti, il fatto che i propri eserciti di polizia vengano schierati in assetto da guerra a esplicita difesa dei grandi speculatori è ormai chiaro tutti. Meglio tacere.
Le barricate di viale Gori, che per la seconda volta rispondono colpo su colpo all’applicazione in città dell’art.5, dicono chiaramente che dentro i percorsi di lotta per la casa continua a crescere una soggettività proletaria antagonista che non è disposta a subire passivamente la guerra ai poveri messa in atto dai padroni e dalle istituzioni, e rivendica per sé l’accesso alla ricchezza sociale concentrata nelle mani di pochi.
Il tentativo di fiaccare e sfinire le occupazioni tramite l’art.5 continua a scontrarsi con la tenuta di una comunità di lotta che nella necessità di difendere la propria vita si unisce e resiste. Il distacco non è stato impedito, ma la capacità di aumentarne il costo materiale, politico e sociale per la controparte è qualcosa di prezioso. Contro l’art.5 non abbiamo perso e non abbiamo ancora vinto: possiamo vincere. E’ con questa convinzione che dobbiamo andare avanti nel consolidamento delle pratiche di contropotere.
L’occupazione del pomeriggio ha lasciato l’impronta giusta: nonostante gli attacchi legislativi e militari, la lotta per la casa è determinata a proseguire l’estensione delle pratiche di riappropriazione. Le barricate che difendono un’occupazione non sono trincee per assestarsi sulla difensiva, ma un incoraggiamento a continuare ad andare all’assalto della rendita, del profitto e della speculazione.
A presto!
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