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Giornate di sfratti a Palermo: c’è il “Prendocasa” a bloccarli

Stamattina le famiglie del Comitato di lotta “PrendoCasa Palermo” insieme ad alcuni militanti dei centri sociali, hanno impedito l’esecuzione di uno sfratto ai danni di una famiglia di Villabate, paesino nel palermitano. Negli scorsi mesi, due famiglie, abitanti della stessa palazzina, avevano deciso di rivolgersi allo sportello antisfratto del Comitato per ricevere supporto e solidarietà. Tutte le famiglie che ad oggi vivono in questa palazzina, 6 in totale con 12 bambini a carico, sono a rischio sfratto ormai da mesi e vittime di un tipico esempio di truffa e vera e propria ingiustizia che quotidianamente le agenzie immobiliari commettono a danno delle tantissime famiglie che vivono nell’incertezza e precarietà abitativa.

Nel 2010 le famiglie di Villabate, si erano infatti rivolte alla Zeus Immobiliare e tramite questa avevano preso in affitto gli appartamenti. A causa di un problema alle tubature, l’erogazione dell’acqua (pubblica) non era assicurata. Alle richieste di intervento alla società Acque Potabili Siciliane (fallita nel 2013) la risposta era sempre negativa a causa di una morosità pregressa, non imputabile agli attuali abitanti, di oltre seimila euro. Accade che le famiglie, attraverso la stipula di un “contratto preliminare”, versino puntualmente le mensilità dell’affitto, ogni mese ad una persona diversa e in contanti, senza una ricevuta di pagamento, con la promessa rimandata di mese in mese di un regolare contratto. Ma di regolare negli affari della Zeus c’era ben poco e ad un certo punto dichiara fallimento e scappa con la cassa. Poco tempo dopo alcune delle famiglie iniziano a ricevere delle notifiche di sfratto per occupazione dalla nuova proprietà, un’altra agenzia immobiliare, la GIERRE. La condizione per regolarizzare gli abitanti, secondo quest’ultima, è il pagamento delle mensilità dovute, pari ad una media di 30 mila (!) euro a famiglia. Il tentativo di trovare un compromesso da parte delle famiglie risulta inutile, nonostante la volontà da parte degli abitanti sotto sfratto di risolvere un problema che non le riguarda affatto. Una, la famiglia della signora Concetta, prova in ogni modo di impedire che la sua famiglia rimanga per strada; ed è dopo la terza “visita” e invasione dell’ Ufficiale giudiziario in casa propria che si rivolge al comitato “Prendocasa”. Il 28 maggio scorso il primo intervento antisfratto del Comitato in supporto a una delle famiglie. Volontà di sfratto che, nonostante la presenza di carabinieri, proprietari (GIERRE) e loro avvocato oltre all’Ufficiale g., viene impedito e rinviato di un mese. Un mese nel quale però il caso ha iniziato ad avere un proprio seguito, suscitando la solidarietà e la compattezza di tutti gli inquilini colpiti dalle stesse vicende, e del vicinato.

Anche questa volta, dalle 8,00 di stamattina, le famiglie del Comitato hanno atteso l’arrivo dell’ufficiale giudiziario contro l’esecuzione di uno sfratto ai danni di una delle famiglie, con due minori di cui uno disabile (per un’altra famiglia invece, lo sfratto è stato fissato per luglio). In attesa di una trattativa, durante la mattinata una parte delle famiglie e dei solidali è rimasta dentro le abitazioni per impedire l’accesso alle forze dell’ordine che puntualmente scortano gli ufficiali giudiziari, un’altra parte fuori a presidiare l’ingresso. Sono state lunghe ore di trattativa risoltesi in tarda mattinata con l’ottenimento di un nuovo rinvio, il cui deterrente è di certo stato il numeroso, prolungato e sostanzialmente fisico schieramento davanti i cancelli d’ingresso agli appartamenti.

Ma questa è solo una, particolarmente ingiusta certamente, di storie di sfratti e precarietà abitativa (che ovviamente si fa esistenziale quando non si ha un tetto sulla testa) a cui assistiamo quotidianamente a Palermo. Come già accennato, proprio un altro sfratto ai danni di una famiglia era stato impedito pochi giorni fa dal comitato “Prendocasa” in tutt’altra zona della città, in via Tommaso Natale. Anche questo rinviato di un mese.

Ancora una volta, a fronte delle circa 12.000 famiglie (quelle accertate…) senzacasa in città e a graduatorie d’assegnazione bloccate da anni, assistiamo a una richiesta sempre più ingente di case, spazi da abitare per quelle famiglie colpite dalla crisi che non riescono più a mantenere un tetto sulla testa e alle quali quel tetto non viene garantito come diritto inalienabile. Nel caso specifico, oltre al danno la beffa: colpevoli di un crimine mai commesso, vittime di una truffa, le famiglie non sono rimaste con le mani in mano e, scegliendo la lotta insieme al Comitato, anziché la fortuita e fortunosa ricerca esasperante di una dimora fissa da potersi permettere, hanno portato avanti finora, una strenua e determinata resistenza al tentativo di sfratto per ben due volte. Adesso il prossimo appuntamento troverà le famiglie ancora una volta, insieme al “PrendoCasa”, a resistere mettendo i propri corpi a difesa di quelle abitazione che finora sono riusciti a conquistarsi. Si, conquistarsi, perchè la casa è un diritto.

 

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