LA (S)VENDITA DI TIM AL FONDO SPECULATIVO KKR. L’OPPOSIZIONE DI CHI CI LAVORA
Tim vorrebbe essere comprata da un fondo speculativo USA. KKR ha presentato una manifestazione d’interesse per un’opa sul 100% delle azioni, fissate a circa mezzo euro l’una. Intanto il titolo vola in borsa a oltre 43 centesimi ad azione, sengnando un aumento di oltre il 30%.
Il Ministero dell’economia si è limitato a vincolare la decisione agli investimenti sulle infrastrutture previsti del Pnrr e richiamando blandamente alla salvaguardia e alla crescita dell’occupazione. Su questa operazione finanziaria vi proponiamo il commento di Alessandro Volpi, docente di storia contemporanea e geografia politico-economica all’universià di Pisa. Ascolta o scarica
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Unico partito in parlamento al momento a prendere posizione è il M5s che con mille cautele frena sulla vendita e dice “il Governo mantenga la guardia altissima”. Il segretario CGIL Landini chiede di “non lasciare al mercato” il futuro di un settore strategico come quello delle telecomunicazioni e richiama al progetto della “rete unica”.
Prendono parola anche i Cobas TIM, che contrastano la vendita a questo fondo speculativo e chiedono che TIM torni pubblica e unica. Su questo Alessandro Pullara, dei Cobas Tim. Ascolta o scarica
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Di seguito anche il comunicato diffuso dai Cobas TIM
Qualche settimana fa, prima della convocazione dello sciopero generale contro le politiche del Governo Draghi e prima del CDA dell’11 novembre scorso, mettevamo in guardia i lavoratori e le lavoratrici dal dormire sonni tranquilli.
Facile fare tali previsioni nella misura in cui una Crisi Mondiale, accelerata dalla pandemia, crea molte opportunità per speculatori sempre in agguato. E chi meglio del mondo della finanza sa sfruttarle? Eccoci quindi a rincorrere voci e articoli di giornale sulla nuova proposta di acquisizione delle Azioni da parte del Fondo Speculativo Americano KKR. Un Fondo che già conosciamo per essere gia’ presente nel settore delle TLC grazie alla sua partecipazione azionaria in FIBERCOP.
Nel frattempo, il solito miope movimento sindacale confederale si appresta a sbattere i piedi per farsi ricevere (con il cappello in mano) dal Min. Giorgetti, per proporre magari la stessa ricetta con la quale sono riusciti ad essere COMPLICI nell’affondamento di Alitalia per esempio. Soluzioni che ovviamente – nel caso di TIM – sono condivise da AD e Soci di maggioranza che si ono succeduti sulle poltrone di Corso Italia in questi ultimi anni…
La vendita (o meglio dire la SVENDITA), della RETE di TIM a CHICCHESSIA – lo vogliamo scrivere una volta per tutte – non risolverà i problemi finanziari dell’azienda, bensì creerà lo stesso meccanismo di BAD COMPANY e GOOD COMPANY visto in Alitalia, che l’ha affossata definitivamente e che è stato accompagnato da tanti accordi firmati dalla Triplice con cui si sono persi quasi 20mila posti di lavoro e ottenuti salari ridottissimi per i “superstiti”.
L’entrata di un Fondo come KKR in TIM potrebbe accelerare un processo come questo proprio per la
natura speculativa stessa di un soggetto come un fondo finanziario. La stessa voracità di VIVENDI (nel 2017) ebbe bisogno di un movimento autoconvocato, vasto e conflittuale come non si era mai visto, per frenarla e convincere lo Stato ad investire PROFICUAMENTE tramite CDP con un 10%.
Mentre i soliti noti ci avevano assicurato che questo non era possibile.
Come un vecchio slogan NOI VOGLIAMO L’IMPOSSIBILE e continuiamo a dire che l’UNICA SOLUZIONE E’ TIM UNICA E PUBBLICA
Facciamo appello a tutti i colleghi e le colleghe che hanno chiaro dove stiamo andando, che hanno visto dove vanno a finire in genere la vane promesse, che sono stufi di accondiscendenze senza una prospettiva di sviluppo. E’ necessario UNIRSI e ORGANIZZARSI con noi per costruire insieme una mobilitazione la quale – come prevedevamo già nel precedente comunicato – sarà necessaria per respingere l’entrata di un altro fondo speculativo in azienda.
Abbiamo la pretesa di chiedere e ottenere con la mobilitazione di tutti un consolidamento del capitale
sociale intorno ad una proprietà pubblica, tramite la CDP o altri soggetti istituzionali, gli unici che potrebbero realmente avere un interesse nello sviluppo di una rete di servizi e telecomunicazioni a banda larga, la quale aiuti la ripresa post pandemica in questo paese e che metta al riparo le circa 40.000 persone di TIM e l’indotto.
E’ IL MOMENTO DI DECIDERE DA CHE PARTE STARE, E’ IL MOMENTO DI TORNARE IN PIAZZA A FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE. SPERARE O PENSARE CHE A NOI NON SUCCEDERA’ NULLA, NON E’ POSSIBILE e ce lo ha insegnato la storia degli OPERAI DELLA GKN L’UNICA STRADA PERCORRIBILE E’ LA MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI. NOI
COBAS FIN DA OGGI CI IMPEGNEREMO PER QUESTO, CONSCI CHE SIA L’UNICA STRADA PER SALVARE IL POSTO DI LAVORO
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