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Nasce a Palermo il Teatro Mediterraneo Occupato

Uno dei padiglioni del complesso dell’ex Fiera del Mediterraneo, abbandonata da oltre sei anni, è stato occupato da un gruppo di teatranti e musicisti per affermare e soddisfare la necessità di spazi di produzione artistica.

Molti degli occupanti hanno attraversato la passata esperienza del Teatro Garibaldi Aperto, che ha visto diciotto mesi di intensa attività artistica e politica attraversare uno dei tesori abbandonati della città di Palermo. Oggi rilanciano con questa nuova occupazione denunciando lo stato di abbandono di tutta la zona fieristica e chiedendo all’amministrazione di prendere parola su questo patrimonio cittadino. Allo stesso tempo, però, danno loro stessi un’immediata risposta al degrado di uno dei capannoni dando vita, con la pratica dell’occupazione, al Teatro Mediterraneo Occupato.

Si tratta di un luogo di elaborazione artistica che, richiamando il nome della Fiera del Mediterraneo, mette in chiaro la sua volontà di porsi come nodo di meticciato all’interno di un territorio attraversato da una varietà indefinibile di suoni, culture e colori. Si tratta di un Teatro occupato che vuole porsi come luogo di riferimento culturale in una città che, persa la candidatura a Capitale Europea della Cultura, mantiene il primato di Capitale della Disoccupazione. Si tratta di uno spazio che si vuole fare argine per quanti, costretti ad emigrare da questa terra, possono vedere in esso un appiglio per vivere al meglio questa città.

Insomma, si tratta di un’ulteriore punto sulla mappa dei luoghi di vita autonomi dalle logiche della governance capitalista nella città di Palermo, e in quest’ottica a partire dai prossimi giorni comincerà il suo calendario di spettacoli e attività.

Intanto, per domani alle 16.30 è convocata la prima assemblea cittadina nei locali del Tatro Mediterraneo Occupato, all’interno della Fiera del Mediterraneo.

 

Di seguito il comunicato del Teatro Mediterraneo Occupato:

Oggi 16 novembre 2013 un gruppo di lavoratori e precari dello spettacolo e dell’arte ha occupato un Capannone abbandonato del complesso dell’ex Fiera Del Mediterraneo.

Circa due mesi fa si è conclusa l’esperienza del Teatro Garibaldi Aperto, in tanti abbiamo attraversato e vissuto quella occupazione e ancora oggi constatiamo l’assenza totale di un progetto per quello spazio che, in 18 mesi di riapertura, aveva acceso le speranze di cambiamento di una intera città. Abbiamo fatto tesoro di quella esperienza e riteniamo indispensabile ripartire con un nuovo progetto di autogestione di uno spazio atto ad ospitare attività teatrali e artistiche.

Crediamo che lo spazio della Fiera del Mediterraneo debba diventare un nuovo polo culturale e multidisciplinare all’interno della città di Palermo, una città che come si è visto in precedenti esperienze, possiede innumerevoli energie artistiche e partecipative che attendono di essere liberate.

Una Palermo che subisce l’esclusione dalla corsa per la candidatura a Capitale Europea della cultura, malgrado le nuove esperienze culturali della città (si pensi alla nuova direzione artistica del Teatro Biondo o alla rinnovata vitalità dei Cantieri della Zisa, evoluzioni verso le quali nutriamo una speranzosa criticità).

Crediamo che le vicende artistiche e culturali della città debbano essere slegate dai destini dell’amministrazione che le promuove, si pensi di nuovo alla storia dei Cantieri della Zisa, fiore all’occhiello della vecchia amministrazione Orlando e luogo dimenticato dalla gestione Cammarata. Nell’ottica di una irrinunciabile transazione culturale, riteniamo fondamentale la costituzione di uno spazio che possa dare asilo a quelle esperienze artistiche sviluppatesi nel territorio nazionale che non hanno ancora trovato a Palermo la necessaria accoglienza. Riteniamo indispensabile la costituzione di uno spazio autonomo nel quale liberare il protagonismo degli artisti palermitani affinché possano lavorare al riparo dalle logiche clientelari e di sfruttamento, alle quali troppo spesso la politica istituzionale ci ha abituato. La nostra città, capitale Europea della disoccupazione vede partire annualmente centinaia di giovani: una emigrazione in aumento continuo che ha raggiunto le percentuali tardo ottocentesche, a differenza di allora però i nostri migranti sono altamente scolarizzati o artisticamente validi, cosa che dimostrano nei paesi che li ospitano. Una continua emorragia di talenti e risorse umane che sta spingendo Palermo e la Sicilia verso il baratro, la luce alla fine del tunnel della crisi appare sempre più lontana, l’unica “Exit Strategy” per noi possibile è quella dell’autorganizzazione di spazi e tempi di vita nuovi.

Oggi rivendichiamo un diritto non individuale ma collettivo: il nostro diritto alla città, a plasmarla secondo i nostri bisogni e i nostri desideri, primo tra tutti quello di vivere, formarci e lavorare nella nostra terra.

Di fronte a una crisi dilagante in ogni settore, da quello produttivo a quello artistico, la nostra risposta è quella di fornire una casa a quanti, artisti, lavoratori dello spettacolo, cittadini fruitori dell’arte, saranno disposti a condividere con noi un nuovo percorso lavorativo, artistico e politico. Il “Teatro Mediterraneo” sarà un nuovo punto d’incontro e scambio, aperto alle associazioni culturali, alle realtà emergenti e ai professionisti dell’arte, interconnesso per sua natura con le analoghe esperienze nate negli ultimi anni nel territorio italiano, europeo e mediterraneo, un nuovo modo di vivere la metropoli e l’arte, nella consapevolezza che:

“Non c’è via più sicura per evadere dal mondo, che l’arte; ma non c’è legame più sicuro con esso che l’arte” J.W Goethe

Teatro Mediterraneo Occupato


Oggi 16 novembre 2013 un gruppo di lavoratori e precari dello spettacolo e dell’arte ha occupato un Capannone abbandonato del complesso dell’ex Fiera Del Mediterraneo.
Circa due mesi fa si è conclusa l’esperienza del Teatro Garibaldi Aperto, in tanti abbiamo attraversato e vissuto quella occupazione e ancora oggi constatiamo l’assenza totale di un progetto per quello spazio che, in 18 mesi di riapertura, aveva acceso le speranze di cambiamento di una intera città. Abbiamo fatto tesoro di quella esperienza e riteniamo indispensabile ripartire con un nuovo progetto di autogestione di uno spazio atto ad ospitare attività teatrali e artistiche. 
Crediamo che lo spazio della Fiera del Mediterraneo debba diventare un nuovo polo culturale e multidisciplinare all’interno della città di Palermo, una città che come si è visto in precedenti esperienze, possiede innumerevoli energie artistiche e partecipative che attendono di essere liberate. 

Una Palermo che subisce l’esclusione dalla corsa per la candidatura a Capitale Europea della cultura, malgrado le nuove esperienze culturali della città (si pensi alla nuova direzione artistica del Teatro Biondo o alla rinnovata vitalità dei Cantieri della Zisa, evoluzioni verso le quali nutriamo una speranzosa criticità).
Crediamo che le vicende artistiche e culturali della città debbano essere slegate dai destini dell’amministrazione che le promuove, si pensi di nuovo alla storia dei Cantieri della Zisa, fiore all’occhiello della vecchia amministrazione Orlando e luogo dimenticato dalla gestione Cammarata. Nell’ottica di una irrinunciabile transazione culturale, riteniamo fondamentale la costituzione di uno spazio che possa dare asilo a quelle esperienze artistiche sviluppatesi nel territorio nazionale che non hanno ancora trovato a Palermo la necessaria accoglienza. Riteniamo indispensabile la costituzione di uno spazio autonomo nel quale liberare il protagonismo degli artisti palermitani affinché possano lavorare al riparo dalle logiche clientelari e di sfruttamento, alle quali troppo spesso la politica istituzionale ci ha abituato. La nostra città, capitale Europea della disoccupazione vede partire annualmente centinaia di giovani: una emigrazione in aumento continuo che ha raggiunto le percentuali tardo ottocentesche, a differenza di allora però i nostri migranti sono altamente scolarizzati o artisticamente validi, cosa che dimostrano nei paesi che li ospitano. Una continua emorragia di talenti e risorse umane che sta spingendo Palermo e la Sicilia verso il baratro, la luce alla fine del tunnel della crisi appare sempre più lontana, l’unica “Exit Strategy” per noi possibile è quella dell’autorganizzazione di spazi e tempi di vita nuovi. 
Oggi rivendichiamo un diritto non individuale ma collettivo: il nostro diritto alla città: a plasmarla secondo i nostri bisogni e i nostri desideri, primo tra tutti quello di vivere, formarci e lavorare nella nostra terra. 
Di fronte a una crisi dilagante in ogni settore, da quello produttivo a quello artistico, la nostra risposta è quella di fornire una casa a quanti, artisti, lavoratori dello spettacolo, cittadini fruitori dell’arte, saranno disposti a condividere con noi un nuovo percorso lavorativo, artistico e politico. Il “Teatro Mediterraneo” sarà un nuovo punto d’incontro e scambio, aperto alle associazioni culturali, alle realtà emergenti e ai professionisti dell’arte, interconnesso per sua natura con le analoghe esperienze nate negli ultimi anni nel territorio italiano ed euro-mediterraneo, un nuovo modo di vivere la metropoli e l’arte, nella consapevolezza che: 

“Non c’è via più sicura per evadere dal mondo, che l’arte; ma non c’è legame più sicuro con esso che l’arte” J.W Goethe

Teatro Mediterraneo Occupato.

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