Palermo: casa e cassa, tra sgomberi e presidi
Ieri (10 Marzo) sera, un nutrito commando di Polizia di Stato e municipale ha sgomberato la scuola Crispi, nel quartiere CEP, occupata da sei famiglie a scopo abitativo dopo che era stata abbandonata da anni.
Stamani, invece, un presidio di circa 200 operai di diverse aziende, perlopiù dell’indotto fincantieri, ha rivendicato la propria necessità di reddito e l’inadeguatezza degli attuali accordi siglati tra le tre sigle confederali e l’Assessorato al lavoro regionale.
Poche settimane fa, infatti, CGIL CISL e UIL hanno accettato la proposta della Regione di concedere la cassa integrazione in deroga soltanto ai lavoratori che non hanno usufruito di questo tipo di ammortizzatori sociali per più di dodici mesi. In questo modo non hanno fatto altro che inseguire la dinamica della “coperta troppo corta” e, piuttosto che esigere una continuità di reddito per tutti i lavoratori senza salario, subire le retoriche che, dalla Fornero a Crocetta, vogliono assottigliare il più possibile le garanzie dei lavoratori per assicurare gli interessi sul debito alle grandi speculazioni finanziarie. Lo stesso Francesco Piastra, segretario provinciale della FIOM Palermo, si è espresso contro gli accordi denunciando la distanza di CGIL CISL e UIL dalla realtà del tessuto lavorativo cittadino: “Noi disconosciamo quell’accordo, non è possibile escludere in questo modo una vasta platea di lavoratori, migliaia di addetti in tutta la Sicilia”.
Insomma tra senza casa e senza lavoro a Palermo le uniche risposte che le istituzioni, dal Comune alla Regione, riescono a dare sono costituite da tagli e repressione delle istanze di riappropriazione.
Per quanto riguarda le famiglie della scuola Crispi, di fronte all’ennesima dimostrazione delle pratiche con cui l’attuale amministrazione intende affrontare la questione abitativa a Palermo, non si può che registrare l’odiosa retorica che accompagna le parole di Orlando tra emergenzialità, legalitarismo e populismo: “L’occupazione dei luoghi destinati allo studio e ai bambini non può essere e non sarà tollerata, ribadiamo con forza l’assoluta inviolabilità di questi luoghi, così come di qualsiasi luogo pubblico”. Che poi l’“inviolabilità” del patrimonio comunale significhi una condizione di un sempre maggiore abbandono a se stesso che conta migliaia di metri quadrati inutilizzati e che in quasi un anno di amministrazione non ha registrato quasi nessun utilizzo se non sulla scia delle emergenze volutamente gonfiate.
Per quanto riguarda i lavoratori rimasti senza cassa integrazione fa impressione il silenzio proveniente da chi si fa forte di accordi presi con “parti sociali” sempre più isolate dalla realtà e dai lavoratori che si arrogano la facoltà di rappresentare.
Due facce della stessa medaglia che non fanno altro che ribadire, ancora una volta, la pochezza dei discorsi su reddito e garanzie sociali pronunciati da Crocetta e Orlando. Uomini arrivati come salvatori della patria alla guida di istituzioni che, senza pressione sociale, non fanno altro che perpetuare un sistema di governo sempre più schiacciato dalla scarsezza di fondi e sempre più orientato a un controllo sociale basato sulla forza di polizia. Non resta che leggere, dunque, negli eventi appena descritti delle prefigurazioni di quello che potrebbe accadere in questi mesi e un augurio affinché una reale pressione sociale possa far cedere le istituzioni alle sue istanze di reddito, che siano case, servizi o reddito diretto.
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