InfoAut
Immagine di copertina per il post

Per lo sciopero generale e generalizzato

||||

Questa dichiarazione congiunta nasce da una discussione e da una riflessione a più voci, avuta tra il Collettivo di Fabbrica Gkn e le compagne e i compagni della Confederazione Cobas dell’exAtaf, di Tim, Telecom e Poste, scuola e infine con l’intero esecutivo della Confederazione Cobas.

Per lo sciopero generale e generalizzato

In un clima che rimane di generale riflusso, gli ultimi mesi hanno visto importanti segnali di risveglio della mobilitazione sociale: piccoli germogli di futuro, ancora delicati e localizzati. Il rischio è che il passato si mangi il futuro, con la reiterazione di dinamiche, concezioni, frantumazioni che si sono sedimentate durante il riflusso. In questo contesto, il dibattito sullo sciopero generale e generalizzato assume una valenza chiave e deve spogliarsi da ogni approccio sloganistico e semplicistico. La domanda non è quando convocare “uno” sciopero generale, ma se ne esistono le condizioni, come verificarle, come costruirle. La questione non è chi convoca prima “uno” sciopero generale, ma cosa rende l’atto dello sciopero effettivamente generale; quanti e quali luoghi coinvolge, con che grado di efficacia e danno alla controparte. Il tema è quello di riscattare “lo” sciopero generale da ogni forma di ritualità. Il ciclo vizioso delle convocazioni aprioristiche e rituali dello sciopero generale deve cessare. Lo sciopero generale agitato in maniera scorretta rischia di bruciare l’autunno e l’idea stessa di sciopero. Lo sciopero generale non è una singola data, ma un percorso. L’azione di sciopero generale deve essere il culmine di un processo di generalizzazione della mobilitazione sociale, deve porsi il problema della propria efficacia e continuità nel tempo.

Qualsiasi discussione sul “prossimo” sciopero generale dovrebbe partire da una franca discussione sugli esiti di quelli “passati”. Nessuno degli scioperi, convocati quest’anno come tali, è stato fattivamente generale o ha inciso seriamente  nei rapporti di forza sociali. In secondo luogo, è necessario uscire dal paradosso di scioperi generali convocati con mesi di anticipo, dove chi “convoca” ammette candidamente di non confidare in uno sciopero effettivamente generale e di non sapere in quale contesto cadrà tale convocazione. Come se fosse la convocazione formale della data a determinare le condizioni per lo sciopero e non le condizioni dello sciopero a determinare la convocazione formale della data. Il calendario autunnale non può essere a disposizione della data dello sciopero generale. Ma al contrario è lo sciopero generale che deve essere strumento sostanziale al servizio del calendario autunnale. Insomma, va bandita ogni idea di poter predeterminare a luglio il processo autunnale. Il che non equivale a teorizzare l’assenza di un piano di mobilitazione. Fatto salvo che la storia ci ha riservato scoppi di movimenti di massa imprevisti, la pianificazione di una mobilitazione avviene per approssimazioni successive, dove la mobilitazione stessa si dà strumenti, passaggi, tempo per verificare la propria ampiezza, tenuta, profondità. Il punto è che non si può predeterminare oggi che l’apice, il culmine, la ricaduta di un processo di mobilitazione autunnale avvenga all’ora “x”.

Va da sé che in un autunno dove con tutta probabilità l’inflazione correrà a due cifre, dove diversi settori rischiano di funzionare a singhiozzo per l’impazzimento delle catene di fornitura capitalistiche, dove registriamo il picco numerico di contratti a termine, il classico blocco di 8 ore di sciopero “a babbo morto” rischia di avere una efficacia ancora minore. Al contrario gli scioperi articolati, che si influenzano reciprocamente, possono potenzialmente avere adesioni significative tra i lavoratori/trici. Certo, lo sciopero generale risponde a dinamiche proprie che non coincidono necessariamente con quelle nel singolo luogo di lavoro. Ma esso rimane pur sempre uno sciopero. E come tale non può avere un contenuto solo propagandistico e una riuscita solo testimoniale. Non può essere l’atto con cui le avanguardie testimoniano la propria esistenza. O peggio ancora, l’atto con cui una o più sigle provano ad alzare la propria bandiera nel deserto. Ci si potrebbe obiettare che lo sciopero generale dovrebbe permettere alle lotte più avanzate di unificarsi. Ma in verità, proprio le lotte più avanzate sono spesso già impegnate in scioperi interni o di settore. E rischiano al contrario di essere fiaccate da uno sciopero generale che cada fuori contesto e con adesioni irrisorie. Vanno invertiti i termini della questione. Non è il lancio dello sciopero generale a freddo che crea le condizioni per una mobilitazione generale e generalizzata nella società. Ma è un clima di mobilitazione generale e generalizzata che crea le condizioni per il lancio dello sciopero generale. E tale clima oggi si crea e vive all’interno del processo di convergenza tra settori lavorativi, reti ambientaliste radicali, lotte transfemministe, movimento studentesco ecc.

La discussione deve uscire da modelli matematici astratti ed essere messa a terra: quali sono i nostri punti di forza, quali i punti di insorgenza reali attorno a cui sviluppare le nostre convergenze, in quante città o regioni siamo pronti a cortei significativi o allo sciopero generale territoriale, in quali categorie siamo di fronte a vertenze reali ed evocative di un clima diverso nella classe, quante e quali assemblee possiamo iniziare a fare nei luoghi di lavoro e alla riapertura di scuole e università per aprire la discussione sullo sciopero generale e generalizzato, in quali città si può ripetere ciò che è avvenuto il 26 marzo a Firenze o il 2 giugno a Coltano? Non stiamo proponendo un approccio attendista. Proponiamo che l’intera azione sindacale, comprensiva quindi dell’azione dello sciopero, si articoli, accompagni, aderisca, e aiuti la generalizzazione della mobilitazione sociale, partendo dal livello locale, anche con mobilitazioni senza sciopero di sabato in tutta Italia, per arrivare poi agli appuntamenti nazionali, manifestazione centrale e/o sciopero generale.E va evitata anche l’ossessione della prenotazione della data, a volte un espediente per lanciare per primi la data. Non possiamo escludere convocazioni di scioperi corporativi o di natura moderata. Ma laddove manteniamo e sviluppiamo il nostro processo di convergenza e di lotta, questo non ci preclude la possibilità di riempire di radicalità e contenuto persino date lanciate da altri. Perché qua non stiamo ragionando della nostra visibilità, di forma o di primogenitura, ma di rapporti di forza sostanziali, di continuare a insorgere e convergere.

Collettivo GKN    Confederazione COBAS

VEDI ANCHE

https://www.popoffquotidiano.it/2022/07/09/gkn-un-anno-di-occupazione-e-un-presidio-a-firenze/

Da La Bottega del Barbieri

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

cobasGKNsciopero generale

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Libertà per Tarek,Anan, Ali e Mansour. Libertà per il popolo palestinese

Riceviamo e pubblichiamo da compagne e compagni di Roma questo appello in solidarietà a Tarek Dridi, Anan, Alì e Mansour. Mercoledì 21 si invitano tutt a partecpare al presidio in solidarietà al tribunale a L’Aqula per il procecesso di Anan, Alì e Mansour, mentre giovedì 22 al faro del gianicolo si porterà solidarietà a Tarek […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop Riarmo: assemblea pubblica a Torino

Riprendiamo l’indizione dell’assemblea pubblica e segnaliamo il percorso di Stop Riarmo che si sta sviluppando a Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La sanità tra finanziarizzazione ed economia di guerra

È un anno, il 2025, caratterizzato dalla Terza guerra mondiale, che rischia di ampliarsi e deflagrare oltre quei “pezzetti”, che percepì e segnalò per primo, solo pochi anni fa, Papa Francesco e dalla svolta protezionistica dei dazi innescata dal presidente USA Trump, un passaggio epocale, paragonabile, per portata storica, agli accordi di Bretton Woods, alla […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Blackout in Spagna: un segnale inascoltato

Cercando i fatti Giorgio Ferrari ci guida tra speculazioni, bugie e contraddizioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In cinquemila nello spezzone sociale del primo maggio 2025: l’unica opposizione credibile alla guerra

Lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Se si muore di sanità in Calabria

La sanità in Calabria è in condizioni disastrose.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop al riarmo, contro il Partito della Guerra. Organizziamoci verso e oltre il primo maggio

Le parole d’ordine uscite dall’assemblea per la costruzione dello spezzone del primo maggio torinese parlano chiaro: organizzarsi per stoppare il riarmo generale, contrastare il partito della guerra

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: sciopero generale a due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, manifestazione oceanica ad Atene

Grecia paralizzata per uno sciopero nazionale indetto da tutti i sindacati con oltre 200 manifestazioni – una delle mobilitazioni più imponenti degli ultimi decenni – per chiedere verità e giustizia in occasione dell’anniversario di due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, in cui persero la vita 57 persone, tra cui molti studenti: 85 i feriti gravi, […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Sciopero generale: l’opposizione al governo Meloni si fa nelle piazze

Qualcosa oggi è successa. Lo sciopero lanciato da CGIL e UIL ha parzialmente travalicato gli apparati sindacali ed ha aperto uno spazio di partecipazione, ancora politicamente frammentata, nella contrapposizione al governo Meloni. A fronte dell’eterno Aventino delle opposizioni istituzionali parti di società hanno occupato le piazze e questa è una buona notizia. Ci saranno sviluppi […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

29 novembre: sciopero generale

Proponiamo di seguito una rassegna di approfondimento verso lo sciopero generale del 29 novembre a partire dalle voci collezionate durante la settimana informativa di Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Formazione

Precari/e e studenti/e verso lo sciopero generale del 29 novembre

Mercoledì 19 una folta assemblea al Campus Einaudi ha iniziato ad articolare la partecipazione organizzata di precari e precarie della ricerca, insieme a studenti e studentesse dell’Intifada Studentesca e personale universitario, alla piazza dello sciopero generale chiamato da sindacati di base e confederali per il 29 Novembre.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorgio e la sorveglianza speciale

Il 28 febbraio 2023 la Procura di Torino ha chiesto la sorveglianza speciale e l’obbligo di dimora nel luogo di residenza per quattro anni per Giorgio Rossetto, disposto a fine giugno 2023.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fermare il genocidio a Gaza: in Italia sciopero per la Palestina. Cariche a Pisa, Firenze e Catania

Fermare il genocidio a Gaza: questo l’obiettivo dello sciopero generale per la Palestina di ieri, indetto in tutta Italia e per tutte le categorie di lavoro dai sindacati di base, raccogliendo l’appello dei Giovani Palestinesi d’Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

23 – 24 febbraio: sciopero generale e manifestazione nazionale per la Palestina

Riprendiamo l’appello per la due giorni di mobilitazione per fermare il genocidio in corso in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Il primo sciopero generale contro Milei e lo smantellamento dello stato

Javier Milei ha affrontato il suo primo sciopero generale soltanto dopo sei settimane dall’essersi insediato alla presidenza con un piano di governo che punta ad una riduzione minima dello stato, stabilendo un nuovo primato, dopo aver superato il primato di tre mesi che ostentava Fernando de la Rúa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: sciopero generale per l’assasinio di Saleh al-Arouri

Una compagna dalla Palestina ci parla dello sciopero generale per  l’assasinio di Saleh al-Arouri, alto dirigente di Hamas, avvenuto martedi 2 gennaio 2024, con un attacco dell’esercito israeliano, effettuato con un drone nell’area meridionale nella città di Beirut.