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Problemi di “legalità”

Per questo il Guernica ha deciso di mettere in piedi tre conferenze stampa proprio per entrare nel merito della questione legalità, tutte e tre legate tra di loro, prendendo in causa inizialmente il Pdl modenese e facendo notare che in tutte e tre c’è un denominatore comune: il rapporto tra economia illegale, quella malavitosa, e la politica cittadina.

Nell’ultimo mese – dice il Guernica – abbiamo assistito a un forte terremoto all’interno del Pdl Modenese proprio in ambito di legalità, lo stesso termine che ci hanno rinfacciato ad ogni occupazione, facendosi belli sui giornali. Difatti abbiamo assistito al fatto che questo partito è stato sommerso da enormi contraddizioni interne a partire dal tesseramento in cui si è assistito a una crescita esponenziale di tessere all’interno di comuni dove storicamente non aveva mai fatto presa, ad esempio il comune di S.Cesario sul Panaro uno dei comuni che storicamente è sempre stato uno dei più “rossi” d’Italia. Ma questo è niente rispetto a quello che è avvenuto dopo con il commissariamento del partito modenese da parte della direzione nazionale con la nomina di Denis Verdini. Per capire chi sia questo personaggio si troveranno i materiali nel dossier.

 

Ma cosa c’entra Hera con il pdl?

Il Guernica attraverso inchieste documentate e ricercabili anche su internet e su un libro che sarà frutto di presentazione, ha tenuto a precisare che questo ente che nega la luce allo spazio sociale di Modena con la scusa della legalità, fa affari con il sig. Nicola Cosentino e famiglia, famiglia che esprime un politico di rilevanza nazionale legato proprio al PdL. Sono proprio i Cosentino, come vedremo, a costituire un trait d’union tra PdL ed Hera. Si è tentato di far uscire questa vicenda già più volte ma la potenza di questa società, ricordiamo partecipata da diversi comuni dell’Emilia Romagna, è riuscita a farla rimanere sempre ben nascosta. In merito a questo il Guernica parlerà diffusamente nella prossima conferenza stampa, la seconda delle tre.

Ora entriamo più nello specifico delle argomentazioni uscite nell’introduzione.

 

Cosa significa legalità per alcuni politici e, in questo caso specifico, per gli esponenti del Pdl modenese?

Ricapitolando, si vuole richiamare l’attenzione sulla questione dei tesseramenti sospetti portata alla luce dalla coordinatrice uscente del Pdl di Modena, Isabella Bertolini, che ha suscitato l’indignazione dell’onorevole Carlo Giovanardi e che al tempo stesso ha prodotto la nomina di un ispettore “super-partes” che si occupasse della vicenda, confermando la necessità, evidenziata dalla deputata, di fare chiarezza su possibili tentativi di infiltrazioni “sospette” nel Pdl modenese.

Dopo un’iniziale reazione negativa alla polemica sollevata dalla Bertolini, il senatore Giovanardi, che aveva sminuito la possibilità di infiltrazioni mafiose nel Pdl di Modena, ha provato successivamente ad assumersi la paternità di un’operazione di pulizia delle liste di tesseramento. Anche Enrico Aimi, capolista della

corrente di Giovanardi, ha cercato in un secondo tempo di affiancare la Bertolini nella sua opera “moralizzatrice”, dichiarando di volere “tolleranza zero” verso gli infiltrati nel partito.

In altri termini il Pdl si è trovato costretto a dare credito ai dubbi esposti dalla Bertolini, tanto da nominare un commissario che si occupasse di chiarire la vicenda. Tra l’altro, la presenza di infiltrati “sospetti” è emersa in un articolo del giornalista Giovanni Tizian, in cui si parla di un neo-iscritto al Pdl modenese, implicato nell’inchiesta Medusa e descritto dai magistrati quale amico del clan dei casalesi, che a Modena gestiscono il giro delle slot machine.

Un aspetto a dir poco particolare della vicenda è che il commissario super partes, nominato dal Pdl per chiarire i lati oscuri in materia di legalità, sia proprio Denis Verdini. Infatti, non si può non pensare alle numerose contraddizioni nel rapporto tra l’onorevole Verdini e la legalità. Ad esempio, l’esponente del Pdl, quando venne invitato ad esprimersi sulla possibilità che Nicola Cosentino venisse riconfermato coordinatore del Pdl per la Campania, ha affermato: “I dirigenti politici si giudicano per i risultati. E quelli finora prodotti da Cosentino e dall’intera classe dirigente regionale mi sembrano ottimi.” Tale dichiarazione induce a pensare che l’onorevole Verdini reputi irrilevanti le accuse di corruzione per cui Cosentino è stato indagato, tenendo anche conto che fu la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati a respingere la richiesta di arresto nei confronti di Cosentino e che fu ancora la Camera dei Deputati, nel settembre 2010, a negare l’uso di intercettazioni telefoniche fra Cosentino e alcuni imprenditori legati alla camorra. Ma ancora più rilevante è che lo stesso Verdini si trova in una posizione decisamente critica in tema di legalità. Egli, infatti, è stato ripetutamente implicato in procedimenti giudiziari e dovrà subire un processo, dato che il 3 gennaio 2012 la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del deputato pidiellino nell’ambito dell’inchiesta sulla loggia P3, muovendogli un’accusa di “associazione segreta volta a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali.”

Dunque, alla luce di questi fatti, viene spontaneo domandarsi cosa significhi il concetto di legalità per i politici del Pdl di Modena. Se da un lato costoro mostrano esigenza di purismo sul tema della legalità, quando invocano il pungo di ferro contro immigrati, rom e centri sociali, tuttavia tollerano la convivenza con politiche a dir poco occulte, accogliendo con entusiasmo la supervisione, sull’intera questione delle possibili infiltrazioni camorriste nel partito, da parte di un indagato con un curriculum più che “sospetto” quale il deputato Verdini.

E’ chiaro che si è indotti a pensare che il concetto di legalità sia inteso, e quindi usato, da questi politici in modo strumentale, secondo logiche di consolidamento del potere.

Il lait-motiv è sempre lo stesso: essere duri con i deboli e morbidi con i forti.

 

Ma quindi a vostro parere cosa sta succedendo all’interno della città? Parliamo di criminalità organizzata in terra modenese?

La battaglia interna al Pdl di Modena, getta una luce su di un problema molto serio: esiste una compagine socio-economica in questa città, legata alla economia del mattone, una vera e propria lobby, che cerca una sua rappresentanza politico-istituzionale.

 

Perchè accade questo?

Perchè secondo una inchiesta condotta dal dott. Marcello Pini nel 2009, l’economia modenese è ormai determinata da quella del mattone.

Infatti fatta 100 la produzione industriale della nostra ex-ricca provincia, esiste un altro 110 legato all’economia del mattone. All’interno di questa fetta, esiste una quota legata all’economia camorrista.

 

Quindi cosa accade quindi nel PdL?

I protagonisti sono personaggi molto problematici.

Il senatore Giovanardi è un tipo originale: si indigna molto per i baci lesbici, ma si indigna molto poco quando si dimostra che il Cpt gestito dal fratello è il più caro d’Italia e ancora meno quando viene indicato Denis Verdini come commissario del partito di cui fanno entrambi parte, contro le infiltrazioni camorristiche in questa città.

La senatrice Bertolini, una che può vantare uno dei tassi di assenteismo più bassi tra i deputati della repubblica, dapprima pareva rappresentare la borghesia imprenditoriale “sana” della città, ribellandosi all’idea delle infiltrazioni camorristiche, per poi inchinarsi al diktat di Alfano che, attraverso l’incarico a Verdini, dà indicazione di essere molto cauti rispetto a questa questione spinosa.

A quel punto anche la Bertolini-bene, si trasforma in una Bertolini-pragmatica e, pur di non mettersi contro i vertici del partito, accoglie a braccia aperte l’”amico” inquisito Verdini.

 

Perchè mai si dovrebbero indignare e non lo fanno?

Perché Verdini, dalle indagini in corso, pare avere poco rispetto per ciò che è bene pubblico, ma pare molto disponibile verso l’utilizzo privato dei beni pubblici.

Ad esempio: quando si parla di Camorra come non ricordare la stima che pubblicamente è stata da lui rivolta per esempio a Cosentino, altro collega di partito, un personaggio piuttosto particolare?

 

Chi è dunque Cosentino?

E’ un deputato del Pdl e tuttora coordinatore del partito in Campania, indagato per corruzione ed altri reati in un’inchiesta sulle collusioni tra camorra e politica.

 

Cosa pensa Verdini di quest’uomo?

Nel marzo 2010 in una intervista Verdini rilascia le seguenti dichiarazioni:

“Dopo le elezioni cambierà qualcosa nell’organizzazione interna del partito e, più in particolare, sarà confermato Nicola Cosentino nel ruolo di coordinatore campano?

«I dirigenti politici si giudicano per i risultati. E quelli finora prodotti da Cosentino e dall’intera classe dirigente regionale mi sembrano ottimi. La vittoria di Caldoro confermerà questo trend. Il giudizio sul coordinatore dunque non potrà che essere ottimo».”

Cosa pensa dei voti della criminalità e del voto di scambio?

«I voti sono considerati mafiosi a seconda di chi li prende. Questi giochetti non mi piacciono. Per quanto riguarda la compravendita dei voti, si tratta di un fenomeno marginale, legato all’espressione delle preferenze. …»

In altri termini è una indicazione precisa quella che viene da Alfano: a Modena il PdL deve farsi carico di relazionarsi in modo “sensato” rispetto alla rappresentanza politica, partendo sempre dal presupposto ben chiarito da Verdini: “i voti sono considerati mafiosi a seconda di chi li prende!”

Per come capiamo noi questa frase, ci vuole una certa tolleranza nei confronti della malavita e, probabilmente, si deve dare il messaggio alla ricca o ex-ricca città di Modena, che “con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole” come chiarì Lunardi nel 2001.

Noi interpretiamo lo scontro Bertolini-Giovanardi, come uno scontro tra due compagini della Modena benestante: la vecchia borghesia imprenditoriale contro la nuova borghesia rampante che non disdegna i denari illeciti. Uno scontro che però pare finire a tarallucci e vino di fronte alla realpolitik.

 

Attorno a questo esistono anche micro-fenomeni di estrema destra ben collegati con il PdL?

Qualcuno comincia a pensare che sia possibile immaginare una città diversa, più povera e socialmente violenta rispetto al passato: le inchieste di Tizian spiegano bene l’humus che lentamente qui e là, in modo strisciante si comincia a respirare in città ed in provincia. Il fatto stesso che un giornalista debba camminare sotto scorta è indice di un radicamento reale di un fenomeno che non è più chiacchiera.

Fin da questa conferenza stampa abbiamo introdotto la figura di Cosentino perché, come spiegheremo, è una figura chiave per capire come mai ci sia reticenza da parte della nostra amministrazione a rispondere alle domande che Eugenia Rossi poneva neppure molte sedute fa del consiglio comunale, rispetto alla centrale di Sparanise.

Tutto questo ci interessa per aprire un dibattito rispetto al quale costruiremo una assemblea pubblica, dal titolo: COSA SUCCEDE IN QUESTA CITTA’? questione rispetto alla quale esiste un interesse anche da parte di altre forze politiche.

Chiederemo ai giornalisti di partecipare non solo come osservatori, ma anche come protagonisti, perché siamo all’interno di una trasformazione epocale all’interno della quale è bene che iniziamo a comprendere i fenomeni e gli eventi.

Il filo che percorrerà le tre conferenze stampa, sarà quello di un punto di vista particolare sulla realtà cittadina, all’interno del quale cercare di comprendere il contesto dentro il quale si muove la legittimità istituzionale, le possibilità di partecipazione alla vita pubblica, il futuro che si potrebbe prospettare se le cose si mettono in un modo, piuttosto che in un altro.

Questa conferenza stampa è la prima di tre: in questa cerchiamo di capire cosa succede in un settore ancora minoritario della rappresentanza politica in città.

Nella prossima accenneremo ai legami tra economia illegale e grandi multiutility del nord e cosa questo possa comportare rispetto all’atteggiamento delle nostre amministrazioni. Cercheremo anche di chiarire quanto sia fondamentale il ruolo dei comitati popolari e le potenzialità che da lì possono svilupparsi per mantenere vivo un contesto partecipativo.

Nell’ultima parleremo dell’ipocrisia della estrema destra e del ruolo che tali compagini svolgono a livello nazionale. Cercheremo di capire insieme come queste formazioni siano funzionali al degrado della possibilità di partecipazione sociale e di come siano funzionali alla depressione delle possibilità di partecipazione democratica.

 

Redazione _ Infoaut Modena

 

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