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Tre anni di lotte pagano: moratoria degli sfratti a Pavia!

Senza alcun dubbio si tratta di una vittoria, per quanto parziale, del movimento cittadino per il diritto all’abitare: da tre anni sosteniamo la necessità di un provvedimento radicale per contrastare gli effetti drammatici dell’emergenza abitativa, e con costanza e determinazione ci siamo indefessamente battuti in questa direzione con picchetti antisfratto in tutta la provincia, accampate, occupazioni di case, irruzioni in consiglio comunale, presidi sotto la prefettura e nelle piazze di quartieri popolari e paesi. Soltanto la sordità delle istituzioni e l’indifferenza verso le condizioni in cui si trovano migliaia di persone hanno posticipato di anni un provvedimento che, se emanato per tempo, avrebbe potuto evitare centinaia di drammi che si sono consumati in ogni angolo della provincia di Pavia.

Il consiglio comunale di Pavia, che oggi congiuntamente alla moratoria approva un OdG in cui impegna il comune a stanziare contributi per l’affitto (leggasi quindi per i padroni di casa), avrebbe potuto esprimersi in tal senso già due anni fa, ma non lo fece. Allo stesso modo l’assessore alla casa Canale avrebbe potuto sollecitare il prefetto sin dal giorno dell’insediamento del sindaco PD Depaoli, che, quando era all’opposizione, aveva votato afavore di una moratoria. Lo stesso prefetto Peg Strano Materia, due anni fa, aveva escluso categoricamente la possibilità di emanare una moratoria quando, in occasione di uno dei tanti presidi sotto la prefettura dell’assemblea per il diritto alla casa, aveva fugacemente incontrato una delegazione.

Non pensiamo che prefetto e sindaco siano stati improvvisamente folgorati sulla via di Damasco, piuttosto riteniamo che incalzarli quotidianamente mettendo sotto ai loro occhi le famiglie sfrattate sia servito in qualche modo da monito e sprone per comprendere le proporzioni dell’emergenza abitativa. A questo risultato si è arrivati con la lotta, costata ai militanti, ai solidali e agli sfrattati decreti penali di condanna, denunce e criminalizzazione. Il costante lavoro di repressione messo in atto dalla questura nei confronti dei militanti sarebbe stato inutile se la moratoria fosse stata presa in considerazione con l’incalzare dell’emergenza abitativa.

Nonostante questo cambio di rotta, il giudizio sul primo anno di giunta Depaoli non può essere che negativo, visto che ha delegato per un anno l’emergenza casa alla forza pubblica, non esitando di lasciare in mezzo a una strada famiglie sfrattate in pieno inverno, di tentare di impedire, per ben due volte, alla rete antisfratto l’accesso in consiglio comunale, di lasciare case popolari sfitte ammassando sfrattati all’interno del villaggio di accoglienza temporanea. L’unica voce fuori dal coro in municipio è stata quella del consigliere di opposizione del M5S, Polizzi, che si è fatto portatore delle istanze dei più deboli e che ha incalzato la giunta dentro al palazzo.

Ovviamente, molta strada è ancora da percorrere, e continueremo a tenere il fiato sul collo della giunta e del prefetto perché non bastano i proclami ma ci vogliono fatti concreti.

Fatti concreti vogliamo già da oggi per quanto riguarda le assegnazioni alle 800 famiglie in graduatoria e in attesa di un alloggio popolare: 300 appartamenti di proprietà dell’ALER e del comune sono ancora sfitti. Non si senta al sicuro neppure l’ALER: la moratoria dovrà sicuramente riguardare gli inquilini che l’ente regionale intende sfrattare nei prossimi mesi. La prima in ordine temporale sarà Maria Grazia, invalida e truffata da un finto ente caritatevole: mercoledì 20 maggio saremo a casa sua in via Martinetti per una colazione antisfratto, perché fidarsi è bene, lottare è meglio!

 

 

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