16 maggio di lotta per gli studenti medi!
Il concetto scuola-azienda è espresso nel modo più emblematico attraverso i test INVALSI che proprio nella mattina di ieri si sono svolti negli istituti italiani, (motivo per cui i COBAS-SCUOLA hanno indetto uno sciopero) test a quiz di italiano e matematica che non servono a valutare la preparazione del singolo, quanto invece la produttività della scuola, dato che anche in base ai risultati il ministero deciderà i fondi da destinare alle scuole, continuando la divisione in scuole di serie a e serie b, portando l’istruzione e la formazione dei giovani a non essere libera e critica, bensì controllata e contenuta.
Gli studenti hanno voluto esprimere una volta per tutte come il sapere che viene appreso tra i banchi ogni giorno debba essere di prima qualità e soprattutto sia destinato a tutti, senza dover pagare cifre esorbitanti annuali e dover sottostare ad insegnamenti fatti da docenti scadenti e raccomandati, cosa che per l’appunto accade a Grandi Scuole Cepu, (una delle controparti rivendicate nel corteo) esempio più emblematico dell’istruzione privata, a cui vengono destinati fondi quando la scuola pubblica è tagliata e dequalificata, sempre più pagata dalle famiglie e assoggettata al profitto di aziende e imprese che vi investono sopra per interessi personali, proprio, per l’appunto, come se fosse un’azienda.
La privatizzazione della formazione è un concetto su cui è fondata la controparte colpita in questa mattinata di lotta: Confindustria, grande rappresentante della precarietà e dello sfruttamento su cui oramai si basa il lavoro in Italia.
Il corteo ha attraversato le vie del centro immobilizzando il traffico, passando per la sede industriale e affliggendo uno striscione sul cancello che citava queste parole: contro il contratto schiavitù, blocchiamo tutto poi ha proseguito portando avanti la pratica del blocco per arrivare al provveditorato occupandolo e facendo un assemblea che ha portato alla costruzione di altri momenti di lotta per i giorni seguenti.
Lo studente medio ha saputo indirizzare ancora una volta la lotta nella pratica del conflitto portando avanti nella pratica la rivendicazione dello sciopero sociale e generale che sono state gridate a gran voce. Una mattinata di mobilitazione non scontata, visto il periodo di fine scuola, che rivela quanto la crisi sia ormai in profondità percepita e avversata anche nelle scuole per il precariato giovanile.
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