VIETATO MANIFESTARE IN CENTRO (PER DIFENDERE LO SHOPPING NATALIZIO)
Stretta del Ministero dell’Interno contro le manifestazioni “No green pass” in Italia: saranno concessi sit-in ma tassativamente fuori dai centri storici. Lo annuncia il sottosegretario Carlo Sibilia. Il Viminale ha varato la misura perchè – secondo lo stesso – le manifestazioni paralizzano i centri di diverse città da molti sabati consecutivi e, sempre secondo il Ministero, creano grossi assembramenti di persone non vaccinate.
Le regole che il Governo intende imporre non riguarderanno solo le piazze “No green pass”. “Il nuovo pacchetto di provvedimenti – riporta Marco Bersani su Attac-Italia – non disconosce il diritto a manifestare, ma lo colloca dopo il ‘diritto’ dei cittadini a non partecipare ai cortei e dopo il ‘diritto’ dei commercianti agli usuali benefici dallo shopping natalizio”. Dunque saranno vietati i cortei nei centri storici delle città, in tutte le vie dei negozi e in prossimità dei punti sensibili. E, laddove non ci siano “particolari esigenze e garanzie”, saranno vietati i cortei e permesse solo manifestazioni statiche.
Marco Bersani, giornalista di Attac-Italia in merito all’articolo dal titolo “Draghi all’assalto della democrazia“. Ascolta o Scarica.
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Tra gli altri, i motivi economici. I cortei ‘no green pass’ “fanno perdere il 30% del fatturato”. A dirlo il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, a margine dell’apertura del Forum di Conftrasporto, rispondendo a una domanda sull’effetto delle manifestazioni sul settore che rappresenta. I cortei “che si susseguono ogni sabato – aggiunge – sono inaccettabili”. “Ci informeremo se queste direttive sono lecite”, precisa Stefano Puzzer, leader del movimento no green pass di Trieste.
Frank Cimini giornalista di giustiziami.it Ascolta o Scarica.
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Un modello che era già stato tentato nel 2009, quando ministro dell’Interno era il leghista Roberto Maroni e l’Italia era segnata da manifestazioni quotidiane degli studenti. Il 26 gennaio di quell’anno, dopo mesi di proteste e scontri in piazza con le forze dell’ordine, fu emanata una direttiva che prevedeva di «limitare l’accesso ad alcune aree particolarmente sensibili per motivi sociali, culturali o religiosi o che siano caratterizzate da un notevole afflusso di persone o nelle aree nelle quali siano collocati obiettivi critici». Ma consentiva anche di «sottrarre alcune aree alle manifestazioni e prevedere forme di garanzia per gli eventuali danni». Con un obiettivo dichiarato: «Garantire il diritto di riunirsi e manifestare liberamente, preservando allo stesso tempo l’ordinato svolgimento della convivenza civile».
Il commento di Italo di Sabato dell’Osservatorio Repressione. Ascolta o Scarica.
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