Argentina. Grilletto facile, repressione e decennio K
Il motivo “superficiale” dell’atto criminale, è stata la discussione per una questione banale; per cui i media si sono apprestati a giudicare l’azione di Cavaleiro come “irrazionale”. La ragione di fondo, nonostante ciò, è un’altra. Si tratta di un altro caso di grilletto facile, che si inscrive in una logica di lunga data, e nella sua intensificazione. L’inasprimento del discorso del governo CK, la nomina di Milani a capo dell’Esercito, di Marambio alla testa del Servizio Penitenziario Nazionale, di Granados a ministro della sicurezza della provincia di Buenos Aires, la repressione a Neuquén di coloro che protestavano per l’accordo con la Chevron, o la proposta di abbassare l’età dell’impunibilità dei minori, non sono fatti isolati.
Per comprendere il significato di ciò che sta avvenendo, è importante riandare ai dati e alla storia del decennio K. A questo scopo, a seguire riproduco alcuni dati e le conclusioni più importanti del “Rapporto sulla situazione repressiva 2003-2013” della CORREPI (consultare http://www.correpi.lahaine.org/). Raccomando ai lettori del blog di leggere integralmente questo rapporto. Qui ci sono alcuni dati.
Bilancio di un decennio
Secondo il rapporto, tra il 25/05/2003 e il 25/05/2013, questi sono i dati, durante il decennio di governo della coppia Kirchner sono state 2280 le persone assassinate con il grilletto facile, scomparse e torturate nelle carceri e nei commissariati. Chiariamo che si tratta solo dei casi denunciati alla CORREPI.
“Dal dicembre del 1983, nessun governo esibisce un simile indice”. Esistono tre modalità di fondo: da un lato, il grilletto facile, responsabile del 38% delle morti. In secondo luogo, le fucilazioni fatte dalle forze di sicurezza, che sono presentate come scontri. In terzo luogo, l’arresto legale o illegale di persone, le torture nei commissariati, seguite da morte e scomparsa delle vittime. Riguardo a questo ultimo, il CORREPI contabilizza circa 200 casi di scomparsa. In molti casi, gli omicidi sono presentati come suicidi o risse tra internati. “Molte volte, dopo averli arrestati e torturati, per disfarsi dei corpi li gettano in un fiume, in una discarica, o li lasciano vicino alle rotaie di un treno per simulare un incidente”. Jonathan Lezcano, Ezequiel Blanco, Alejandro Flores, Luciano Arruga, Jorge Julio López, Iván Torres, Adolfo Garrido, Raúl Baigorria, sono alcuni degli scomparsi.
La CORREPI dice che si tratta delle tre modalità di fondo di una forma repressiva che ha l’obiettivo di imporre il controllo sociale sulle grandi maggioranze, che devono essere disciplinate affinché accettino, come naturale, la propria subordinazione alla classe dominante. La forma repressiva è per questo diretta principalmente verso i settori più poveri e oppressi della società, e all’interno di questi, verso i giovani. In questo contesto, la presidente Kirchner invia il proprio messaggio di incoraggiamento e difesa alle forze di sicurezza: “non può essere che la polizia arresti, arresti e arresti, e la Giustizia liberi, liberi e liberi”.
A quanto detto, si deve aggiungere:
Il progetto X, di spionaggio sulle organizzazioni politiche di sinistra e popolari, utilizzato dalla Gendarmeria.
L’infiltrazione della Polizia Federale nelle organizzazioni popolari, come nell’Agenzia Walsh.
L’approvazione dal 2003 di sette leggi anti-terroristi.
Le condizioni disumane in cui sono mantenuti i prigionieri, con la sistematica applicazione di torture e vessazioni di ogni tipo.
L’intervento militarizzato, con Gendarmeria o Prefettura, nella repressione delle lotte sindacali o popolari. Per esempio: prefettura contro lavoratori dell’industria ittica a Mar del Plata, Gendarmeria contro lavoratori del petrolio a Santa Cruz, Prefettura nel conflitto del Casinò Galleggiante, nella città di Buenos Aires, l’occupazione da parte della Gendarmeria dell’Ospedale Francese, anche durante il conflitto sindacale, la permanente repressione dei lavoratori dell’INDEC.
L’ostilità, la persecuzione e le minacce ai militanti e agli attivisti sindacali e sociali, o ai difensori dei diritti umani, da parte del Governo Nazionale, dei governi provinciali (molti di loro alleati e protetti dal governo K), incluse ai militanti della CORREPI.
La terziarizzazione della repressione con squadracce. “Con una frequenza superiore ai suoi predecessori, il governo è ricorso a gruppi d’assalto parastatali per intervenire nei conflitti che per la loro dimensione, l’appoggio popolare o la tenacia, bisogna risolvere con urgenza senza macchiare il nome del governo né contribuire alla delegittimazione delle forze della repressione: la squadraccia”. A questo fine esistono gruppi costituiti da organizzazioni vicine al governo. In altri casi, interviene con la repressione –per esempio, dei conflitti di lavoro– privata di agenzie private di sicurezza, o di squadre contrattate dai gruppi padronali, che hanno il via libera per agire.
Questi fatti sono in correlazione logica con un “modello di sviluppo con inclusione sociale” nel quale il 15% della forza lavoro è disoccupata o sottoccupata; nel quale più del 35% ha lavori precari e informali; nel quale un milione di giovani non studia né lavora; in un paese nel quale più di 8 milioni di persone sono prive di acqua dell’acquedotto, e 21 milioni non hanno le fogne. Questo in un paese che è cresciuto, secondo i dati ufficiali, “a tassi cinesi”. Più in generale, i dati che presenta il rapporto CORREPI dovrebbero servire per una riflessione sulla natura di classe dello stato, e del governo che lo guida.
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