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ETA dichiara il cessate il fuoco permanente

L’azione non armata dell’ETA all’interno del processo politico basco

A distanza di tre mesi dalla dichiarata tregua unilaterale, l’organizzazione armata ETA ha decretato oggi il cessate il fuoco “permanente, generale e verificabile”. Tramite un comunicato -datato 8 gennaio 2011- e un video messaggio inviato al quotidiano basco Gara, l’organizzazione armata rende quindi pubbliche le sue intenzioni nei confronti del cammino intrapreso verso una risoluzione democratica del conflitto, il cui nuovo impulso è stato dato mesi fa dal documento “Zutik, Euskal Herria” -documento, ricordiamo, essere frutto di un dibattito politico ampio e profondo affrontato da varie assemblee territoriali e cittadine basche che hanno visto la partecipazione di vari militanti indipendentisti.

Nel suo comunicato, ETA fa riferimento alla dichiarazione di Bruxelles, così come alla Rete di Gernika e quindi alle esplicite richieste che vari esponenti politici internazionali hanno avanzato, e che sono state poste come condizioni necessarie per proseguire in direzione di una risoluzione del conflitto: l’abbandono permanente delle armi. Un documento, quello di ETA, che se da un lato si può interpretare come un ulteriore passo all’interno del nuovo processo politico basco, dall’altro è quindi da intendersi come una vera e propria risposta alle richieste internazionali. Ed è proprio rispondendo alle richieste internazionali, che la volontà di ETA si trasforma -con la dichiarazione odierna del cessate il fuoco unilaterale- in un passo storico importante. Con questa dichiarazione, l’organizzazione armata si rende partecipe in prima persona al processo di risoluzione del conflitto, dimostrando la volontà di contribuire in esso, ma spostando allo stesso modo la risoluzione del conflitto su un asse prettamente politico senza nessun confronto di tipo armato.

La scelta dell’ETA di un cessate il fuoco permanente nell’attuale contesto politico basco risulta essere una scelta strategica, che potrebbe sbloccare la situazione di scontro che lo Stato spagnolo continua a porre in termini di confronto con l’organizzazione armata -e quindi volta all’annientamento della lotta armata- anteponendo ad essa la volontà di un popolo che chiede nei fatti che i suoi rappresentanti politici possano agire all’interno di un quadro democratico basilare. In questo senso la dichiarazione di oggi, molto attesa e frutto di non pochi mormorii da parte soprattutto dei media, può portare ad un nuovo assetto politico delle forze in campo all’interno del panorama politico basco: a partire dalle posizioni di determinati partiti politici baschi riguardanti il suddetto processo politico, per arrivare ad un’inversione di rotta, auspicata, da parte dello Stato spagnolo, in vista anche delle elezioni politiche basche di maggio. In particolare, oltre ad un cambiamento di atteggiamento nei confronti del processo politico, uno dei prossimi passi necessari da seguire in direzione di una risoluzione del conflitto è quello di riconoscere la legalità della sinistra indipendentista basca, negatagli dallo Stato spagnolo in base alla legge dei partiti, approvata nel 2002 e in base alla quale si intende “garantire” il funzionamento del sistema democratico impedendo che un partito politico possa “appoggiare politicamente la violenza e le attività di bande terroriste”.

Come è stato per gli ultimi mesi, da quando il processo si è messo in marcia, lo Stato spagnolo ha dimostrato in diverse occasioni un atteggiamento di totale chiusura nei confronti della volontà della sinistra indipendentista di uscire dal conflitto; passi significativi si stanno dando negli ultimi giorni: il comunicato del 24 dicembre del Collettivo dei prigionieri e delle prigioniere politiche basche, così come quello di oggi sono l’ennesima dimostrazione della volontà unitaria che ha guidato e continua a guidare il desiderio di una risoluzione del conflitto che passi dall’autodeterminazione del popolo basco, e le sempre più numerose manifestazioni e iniziative che sembrano raggiungere livelli storici, sono da considerarsi come una conferma.

 

Dichiarazione di ETA (da www.gara.net)

ETA, organizzazione socialista rivoluzionaria basca di liberazione nazionale, desidera mediante questa Dichiarazione far conoscere la propria decisione:

Negli ultimi mesi da Bruxelles a Gernika, personalità di grande rilevanza internazionale e una moltitudine di soggetti politici sociali baschi, hanno ottolineato la necessità di dare una soluzione giusta e democratica al conflitto secolare.

ETA è d’accordo con questo.

La soluzione avverrà attraverso un processo democratico che abbia la volontà del Popolo Basco come riferimento e il dalogo e lanegoziazione come strumento.

Il processo democratico deve superare ogni tipo di negoziazione e attacco ai diritti e deve dare una risposta al tema-chiave della territorialità e del diritto all’autodeterminazione che sono il nucleo del conflitto politico.

E’ compito degli attori politici e sociali baschi raggiungere accordi per raggiungere il consenso sulla formulazione di Euskal Herria e il suo diritto a decidere, assicurando la possibilità di sviluppo di tutti i progetti politici, inclusa l’Indipendenza.

Come risultato del processo, la cittadinanza basca deve avere voce e decisione sul suo futuro, senza nessun tipo di ingerenza e limitazione.

Tutte le parti debbono compromettersi a rispettare gli accordi raggiunti e le decisioni adottate dalla cittadinanza basca, stabilendo le garanzie e meccanismi necessari per la sua implementazione.

Per conseguenza:

ETA ha  dichiarato un cessate il fuoco permanente e generale, che può essere verificata dalla comunità internazionale.

Questo è il fermo impegno di ETA con un processo di soluzione definitivo e con la fine del conflitto armato.

E’ tempo di attuare con responsabilità storica. ETA fa un appello alle autorità della Spagna e dlla Francia perchè abbandonino per sempre le misure repressive e la negazione di Euskal Herria.

ETA non cesserà nel suo sforzo e lotta per spingere e portare a termine il processo democratico, fino al raggiungimento della

ETA non cedere nel loro sforzo e la lotta per promuovere e realizzare il processo democratico per raggiungere una vera situazione democratica in Euskal Herria.

GORA EUSKAL HERRIA ASKATUTA! GORA EUSKAL HERRIA SOZIALISTA!

JO TA KE INDEPENDENTZIA ETA SOZIALISMOA LORTU ARTE!


En Euskal Herria, a 8 de enero de 2011

Euskadi Ta Askatasuna

E.T.A.

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