Atene: spazi sotto attacco e militarizzazione
Grecia – Sgomberi e grandi manifestazioni scuotono Atene mentre il nuovo governo irrigidisce i dispositivi repressivi e si appresta a varare nuove riforme.
Il 17 novembre migliaia di giovani, studenti e lavoratori sono scesi in piazza per l’anniversario della rivolta del Politecnico di Atene, avvenuta nello stesso giorno del 1973: quarantasei anni fa gli studenti sfidarono la Giunta militare alla guida del paese che proibì, tra le molte cose, la formazione di associazioni studentesche e le elezioni dei consigli universitari.
Il clima politico non sembra aver attenuato il dispositivo repressivo in questi decenni. E’ stato infatti smisurato il dispiegamento delle squadre di polizia di domenica scorsa: già dai primi passi del corteo era evidente l’intento di intimidire i manifestanti e i cittadini attraverso una militarizzazione sistematica di tutto il centro di Atene.
La settimana prima del corteo, una squadra di agenti MAT (i corpi speciali ellenici) ha fatto irruzione ad ASOEE, l’Università di Economia di Atene. E’ stato sgomberato uno spazio nel se-minterrato e due aule occupate, tutti i materiali sono stati sequestrati e alcuni ragazzi pestati. Accanto ad ASOEE il 10 novembre, Vancouver, un’altra occupazione, è stata sgomberata.
La possibilità delle forze armate di entrare nell’Università dopo 40 anni è oggi di nuovo permessa a causa dell’iniziativa di Nea Dimokratia, che ha cancellato la norma che prevedeva l’ingresso della polizia nel perimetro universitario solo nel caso di gravi reati e/o convocazione richiesta dal rettore (l’asilo accademico, che gli studenti avevano contestato nella giornata del 24 ottobre scorso).
Le politiche “Law&Order” del nuovo governo Nea Dìmokratìa, eletto il luglio scorso, sono già da qualche mese evidenti: reprimere con ogni mezzo le realtà spontanee e dal basso, allinear-si con il sistema educativo “di tendenza” in Europa e alimentare l’odio tra gli ultimi.
In questi mesi, si stanno discutendo le nuove riforme universitarie volte a “velocizzare” i tempi per laurearsi e sono state inoltre approvate nuove leggi sull’immigrazione più restrittive. In particolare, nel quartiere di Exarchia, da agosto presidiato da pattuglie in ogni strada e dove ha sede il Politecnico, la polizia ha limitato l’accesso ai manifestanti e agli stessi cittadini: migliaia sono stati i MAT spiegati sulle vie intorno all’Università e al Museo Archeologico, ribadendo il messaggio propagandistico che “Exarchia è pericolosa” e che “non ci si può entrare”.
Gli arresti per la manifestazione di domenica 17 ad Atene sono stati 33 e più di 70 tra Salonicco, Creta e Patrasso.
Il 18 novembre il presidio in solidarietà con gli arrestati è stato attaccato da una squadra di polizia. La retorica è sempre la stessa, in Grecia come in tutta Europa, la politica istituzionale usa un linguaggio che non stenta a cambiare : “riqualificare”, “ripulire”, “lotta al degrado e all’abbandono”; l’intenzione è cancellare non solo gli spazi di socialità ma le stesse relazioni che si trovano al loro interno, favorendo di contro i processi di gentrificazione e le logiche di mercato.
Il 6 dicembre, come ogni anno nel giorno dell’anniversario della morte di Alexis Grioropoulos avvenuta nel 2008, si svolgerà un corteo ad Atene.
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