InfoAut
Immagine di copertina per il post

Biden e le tensioni con il Texas

In queste ultime settimane, negli Stati Uniti la tensione intorno alla questione migranti e’ tornata alle stelle.

A Washington, Democratici e Repubblicani stanno cercando di trovare un accordo  dopo che la destra repubblicana ha messo il veto sull’approvazione di nuovi aiuti militari all’Ucraina a meno che non vengano anche approvate nuove misure anti-migranti. Un accordo che, tra l’altro, sembra destinato a fallire considerando la forte opposizione di Trump a qualsiasi soluzione bipartisan alla questione immigrazione. Ciò non dovrebbe stupire perché Trump considera la cosiddetta “emergenza immigrazione” come il suo asso nella manica per vincere le prossime elezioni presidenziali.

A questo si deve aggiungere l’ormai imminente voto del Congresso su un possibile impeachment del ministro degli Interni statunitense. Un voto voluto dall’ala più estrema del partito Repupplicano che accusa il ministro di non aver fatto abbastanza contro l’immigrazione cosiddetta clandestina.    

Infine, sempre su questo tema, la scorsa settimana si e’ anche espressa la Corte Suprema degli Stati Uniti. Con un inaspettato voto di 5 a favore e 4 contrari, la corte ha dato ragione a Biden definendo legittima la richiesta della Casa Bianca di rimuovere parte delle barriere che il Governatore del Texas, Greg Abbott ha disposto su alcuni tratti del confine tra Texas e Messico.

Questo voto rappresenta solo l’ultimo episodio di una saga che e’ cominciata subito dopo l’insediamento di Biden alla Casa Bianca. E’ dal 2021 infatti che il Governatore del Texas sta testando i limiti di quello che uno stato puo’ fare per regolamentare l’immigrazione. 

La Costituzione Americana e’ abbastanza chiara nell’indicare il governo federale come l’unico responsabile per qualsiasi decisione riguardante la difesa dei confini nazionali. Ma il Governatore repupplicano si appella ad un preciso passaggio di quello stesso documento dove si menziona che ogni stato acquisisce poteri speciali quando si trova sotto la minaccia di un’invasione straniera.

E’ proprio in risposta alla fantomatica invasione dei migranti, che Abbott ha lanciato la cosiddetta Operation Lone Star, un chiaro riferimento alla stella che appare sulla bandiera dello suo stato, che consiste in una serie di misure atte a ridurre il flusso migratorio e che in tre anni costera’ al Texas qualcosa come 9 miliardi di dollari.

Nel tentativo di giustificare una spesa di questo genere, il governatore del Texas ama ricordare che negli ultimi tre anni, la polizia di confine ha sequestrato 422 milioni dosi di droga. Quello che però si scorda di aggiungere e che questi sequestri sono stati effettuati durante controlli nei confronti di cittadini americani mentre attraversavano normali varchi di confine.

Tra le varie iniziative prese da Abbott, due in particolare hanno suscitato numerose critiche. Da una parte il governatore ha spostato (spesso con l’inganno) più di 25 mila migranti dal Texas ad alcune citta’ gestite dai Democratici come New York e Chicago. Questo improvviso afflusso di persone ha messo a dura prova i gia’ precari servizi sociali presenti in queste citta’. Dall’altra, il governatore ha dato istruzioni alla guardia nazionale di posizionare barriere galleggianti e filo spinato lungo il Rio Grande, fiume che per lunghi tratti segna il confine tra Stati Uniti e Messico.    

E’ proprio sulla natura giuridica di queste barriere che la Casa Bianca si e’ vista costretta a fare ricorso alla Corte Suprema. Una decisione, questa, che Biden ha preso controvoglia perché temeva che una corte schierata palesemente a destra si sarebbe potuta anche esprimere a favore del Texas.

La mano del Presidente democratico e’ stata anche forzata da alcuni incidenti accaduti proprio nelle acque del Rio Grande, dove alla fine del 2023 numerosi migranti avevano perso la vita proprio a causa di quelle barriere disposte da Abbott. A questo si sono aggiunte alcune testimonianze della polizia di confine che parlano di una tensione sempre più alta tra le autorità federali e la Guardia Nazionale del Texas.

Sono proprio queste tensioni che preoccupano la Casa Bianca, in chiara difficoltà sul tema dell’immigrazione. Ricordiamo che Biden, appena eletto, riconfermo’ quasi tutte le misure approvate da Trump suscitando non poche critiche da parte della sinistra americana. Ora, alla vigilia di una dura campagna elettorale, il presidente democratico si trova a dover affrontare non solo un Trump che ormai apertamente usa una retorica anti migranti che molti paragonano alla retorica antisemita di stampo nazista, ma anche il governatore del Texas che per commentare la decisione della Corte Suprema ha scomodato il linguaggio che gli stati secessionisti del Sud usarono nel 1861 per giustificare l’inizio della guerra di secessione.  

I prossimi mesi ci diranno che ne sarà degli Stati Uniti d’America, ma forse l’idea di una secessione non dovrebbe essere scartata così a priori. In fondo, solo un anno fa, non pochi commentatori progressisti, dopo il pronunciamento della corte suprema americana contro il diritto all’aborto , invocarono anche loro la secessione. Ma forse, piu’ semplicemente, basta spostare il nostro sguardo nelle piazze e strade americane piene di attiviste e attivisti per capire che il futuro, forse, non fa cosi’ paura.

da Radio Onda Rossa

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

BIDENmigrazioniTexastrump

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militarizzazione: la Sicilia sempre più al centro degli interessi bellici di Stati Uniti e NATO

La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Zohran alza la temperatura

Una sorpresa dagli Stati Uniti governati da Trump: la vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York, che ha da subito scatenato il delirio islamofobo della destra e l’allarme nell’establishment democratico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: I popoli dell’Oaxaca convocano un Incontro Nazionale contro la Gentrificazione

I popoli e le comunità dell’Oaxaca hanno convocato l’Incontro Nazionale contro la Gentrificazione, davanti alla necessità di organizzazione “per far fronte al saccheggio” territoriale e culturale provocati dalla gentrificazione e turistificazione nel paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Italia le prove NATO di guerra nucleare, chimica e batteriologica

Escalation bellica planetaria ed i reparti d’élite della NATO si addestrano in Lazio alla guerra nucleare, chimica a batteriologica. A fine giugno si è conclusa l’esercitazione multinazionale “Black Poison 2025”, una complessa attività addestrativa condotta dalla Combined Joint Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Defence Task Force (CJ-CBRND-TF) della NATO, dal 1° gennaio di quest’anno sotto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Stop Riamo: giornata a Torino contro riarmo, guerra e genocidio in Palestina

Riprendiamo il programma della giornata dal canale telegram @STOPRIARMO, percorso cittadino e territoriale che intende costruire una dimensione ampia di attivazione contro la guerra, contro il piano di riarmo e vuole opporsi al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Smilitarizziamo Sigonella. Contro guerra, riarmo, genocidio

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
Impediamo la terza guerra mondiale ed il riarmo europeo
Smantelliamo le basi Usa-Nato – Smilitarizziamo Sigonella.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla guerra

Un appello per la costruzione di un percorso contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina Facciamo appello a tutti e tutte coloro che sentono la necessità di sviluppare un percorso largo e partecipato contro la guerra, contro il riarmo dell’Europa e il genocidio in Palestina. A tutt coloro che già si mobilitano […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haaretz: soldati israeliani sparano deliberatamente contro richiedenti aiuti disarmati vicino ai siti di distribuzione sostenuti dagli USA a Gaza

“È un campo di sterminio“, ha detto un soldato. “Dove ero di stanza, venivano uccise da una a cinque persone ogni giorno. Vengono trattate come una forza ostile”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Mimmo Porcaro – L’Italia al fronte. Destre globali e conflitto sociale nell’era Trump

La tendenza alla guerra delle società capitalistiche è diventato un fatto innegabile, lo vediamo sempre più concretamente; ed è una dinamica che arriva a toccarci sempre più direttamente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

2025. Los Angeles. California

Il 6 giugno, agenti dell’ICE hanno condotto blitz in vari punti della città: Fashion District, Home Depot e una grossa azienda tessile. Oltre cento arresti. da Nodo Solidale Le strade hanno risposto: molotov, blocchi di cemento, barricate e auto in fiamme. I manifestantihanno resistito con determinazione, trasformando la città in un campo di battaglia contro […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Los Angeles: ICE si scioglie davanti al fuoco

Riemergono le contraddizioni di un’America fondata sull’espropriazione degli ultimi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’imperialismo nell’era Trump

Che cos’è oggi l’imperialismo, di cui la cosiddetta “era Trump” è precipitato? Come si è trasformato, tra persistenza e discontinuità? Non sono domande scontate, di mera speculazione teorica. da Kamo Modena Ma nodo fondamentale da sciogliere per porsi all’altezza delle sfide pratiche e politiche poste da questi tempi sempre più accelerati di crisi sistemica. Per […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump 2.0: una svolta epocale?

Un confronto sulla percezione che sulle due sponde dell’Atlantico si ha della crisi in corso è importante, ma deve scontare uno choc cognitivo dovuto alla difficoltà di mettere a fuoco una svolta forse epocale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli occhi dell’impero sulle Galapagos

La decisione del presidente ecuadoriano Daniel Noboa di cedere una base nelle Galapagos alle forze armate degli Stati Uniti dovrebbe scuotere la società