Brasile: Dopo 60 ore di resistenza, viene sgombrato con violenza un accampamento del MST
Case e coltivazioni agroecologiche di più di 20 anni sono state distrutte dalla polizia.
Lu Sudré
La presa di possesso dell’area dell’Accampamento Quilombo Campo Grande, nel Minas Gerais, sudest del Brasile, si è concretizzata questo giovedì (14) dopo la violenta azione della Polizia Militare dello stato contro le famiglie che hanno resistito per quasi 60 ore allo sgombero.
All’inizio di questo pomeriggio, la polizia ha sparato gas lacrimogeni contro gli abitanti dell’accampamento. Secondo il Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), le case e le coltivazioni sono state distrutte poche ore dopo. Anche la Scuola Popolare Eduardo Galeano, dove venivano alfabetizzati bambini, giovani ed adulti, era stata distrutta il giorno precedente.
La conclusione dello sgombero ha avuto luogo dopo tre giorni di resistenza dei senza terra, che da 22 anni occupano il luogo. Circa 450 famiglie vivevano nell’area del fallito zuccherificio Ariadnópolis, che chiuse le sue attività nel 1996.
Dopo l’occupazione e la rivitalizzazione delle terre nel 1996, gli agricoltori affrontano una incessante disputa con i padroni della Compagnia proprietaria del fallito zuccherificio, che rivendicano il possesso del territorio recuperato da due decenni dai senza terra.
Con un’ampia produzione agroecologica, le famiglie sono produttrici del riconosciuto Caffè Guaí e sono anche responsabili di altre coltivazioni come mais, fagioli, miele, verdure, e di galline, bestiame e latte.
Secondo il MST, solo nell’ultimo anno le famiglie hanno prodotto 8,5 mila sacchi di caffè e 1.100 ettari di coltivazioni, con più di 150 specie coltivate senza l’uso di pesticidi.
I membri dell’accampamento raccontano che le forze di polizia hanno lanciato gas lacrimogeni e hanno fatto avanzare gli agenti antisommossa contro più di 450 famiglie.
La polizia ha incominciato la presa di possesso dell’area mercoledì mattina (12), questo venerdì (14) l’azione giunge al suo terzo giorno. Brasil de Fato indaga i dettagli circa la repressione. La Segreteria della Sicurezza Pubblica del Minas Gerais e la Polizia Militare sono stati messi in discussione per l’azione attraverso i loro rispettivi consiglieri stampa.
“È molto esasperante. C’è molta gente che piange, che cade al suolo. E passano sopra la gente. Ci sono molte persone ferite, bambini scomparsi”, racconta una delle abitanti dell’accampamento.
Le famiglie occupano l’area del fallito zuccherificio Ariadnópolis, che chiuse le sue attività nel 1996, più di 20 anni fa, e sono di riferimento nella produzione del caffè agroecologico. Le donne denunciano la negligenza del governatore Romeu Zema, del Partito Nuovo, che non ha sospeso lo sgombero durante la pandemia del nuovo coronavirus.
I contadini denunciano anche che la presa di possesso è illegale. Esther Hoffman, del coordinamento nazionale del MST, spiega che le famiglie avevano già liberato l’area prevista in una decisione giudiziaria del Tribunale di Giustizia del Minas Gerais, favorevole al proprietario del fallito zuccherificio.
Secondo il membro dell’accampamento Silvio Netto, negli ultimi giorni c’è localmente un forte apparato di polizia. Lui afferma che oltre alla presenza della polizia antisommossa, un elicottero vola basso, per intimidire i senza terra, sopra il locale dove le famiglie si riuniscono.
“Chiediamo che il governatore Zema ritiri le truppe per preservare le famiglie, affinché possano curare i loro feriti, che non sono pochi dopo tante ore di sofferenza e lotta in mezzo alla pandemia”, afferma.
Denuncia internazionale
La campagna Sgombero Zero, organizzata dal MST insieme al Movimento dei Lavoratori Senza Tetto (MTST) del Brasile e ad altre decine di movimenti popolari, giovedì (13) ha denunciato lo sgombero di fronte all’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Nel rapporto inviato al relatore speciale dell’ONU per un’abitazione adeguata, Balakrishnan Rajagopal, denunciano la distruzione della Scuola Popolare Eduardo Galeano e lo sgombero di sei famiglie il primo giorno della presa di possesso. I movimenti sollecitavano l’immediata sospensione della restituzione della proprietà.
Il conflitto
I membri dell’accampamento colpiti dallo sgombero vivono nell’area del fallito zuccherificio Ariadnópolis che più di 20 anni fa chiuse le sue attività nel 1996.
Secondo le denunce presentate dal MST, la truculenza poliziesca contro i membri dell’accampamento è abituale. Il 30 luglio, per esempio, più di 20 poliziotti invasero l’accampamento e arrestarono il senza terra Celso Augusto, liberato lo stesso giorno.
I contadini raccontano che gli agenti invasero le loro case portando fucili e pistole e distruggendo porte e finestre. Il MST denuncia anche che il giorno precedente allo sgombero, la polizia ha accerchiato l’accampamento con auto di pattuglia, assediando le famiglie.
*Ha collaborato Wallace Oliveira, direttamente dal Campo do Meio (MG).
14 Agosto 2020
Brasil de Fato
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