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Brasile: il MTST torna a manifestare contro la speculazione, per una nuova politica urbana

Ieri più di 10 mila lavoratori del MTST sono tornati nelle strade per mettere pressione alle autorità di San Paolo per quanto riguarda l’emergenza abitativa.

Un corteo compatto e determinato, nonostante la pioggia, è partito verso le ore 14 dalla stazione metro Paradiso e ha bloccato per diverse ore Avenida 23 Maio. Al centro delle rivendicazioni è l’immediata approvazione di un nuovo Plano Diretor che è lo strumento per la progettazione urbanistica nel municipio di San Paolo. Attualmente è ancora in vigore il piano risalente al 2002 e il consiglio del municipio sta temporeggiando da ormai 9 mesi per prendere delle decisioni in materia di un eventuale modifica. Una modifica del tutto necessaria, visti i cambiamenti, la selvaggia gentificazione e cementificazione che ha subito la metropoli in questi 12 anni. Il leader del movimento ha spiegato che tutto il Brasile, non solo San Paolo, necessita di cambiare la logica urbana, è essenziale rovesciare la politica escludente che domina le città brasiliane: la costruzione di case dev’essere accompagnata dalla costruzione di infrastrutture come scuole, biblioteche, ospedali e collegamenti col trasporto pubblico, infrastrutture che non possono sorgere solo nei quartieri centrali mentre quelli periferici abbandonati al degrado. Secondo uno studio, nel paese brasiliano mancano 7 milioni di unità abitative, una fascia consistente della popolazione non ha le condizioni base per la sussistenza e la sopravvivenza. Il corteo di ieri, composto per la maggior parte di persone che vivono questi disagi sulla propria pelle, è tornato ancora una volta in strada per ricordare al governo locale di San Paolo e a tutto il Brasile che l’emergenza abitativa non può più essere rimandata, servono soluzioni ora e adesso. Il movimento MTST da mesi denuncia e combatte le lobby immobiliare che puntualmente si infiltrano e tentano di condizionare alcuni aspetti della politica abitativa, da mesi propone soluzioni percorribili come la costruzione di alloggi nell’occupazione di Coppa del popolo. In quest’ottica il corteo di ieri si è diretto verso il sindacato del settore abitativo (SECOVI), il quale è direttamente coinvolto e responsabile dell’attuale situazione disastrosa. Una volta arrivati sul posto, i manifestanti hanno trovato l’edificio completamente blindato dalle unità antisommossa: un fatto indicativo dell’indifferenza delle istituzioni e del loro netto rifiuto di un dialogo.

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