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Colombia: Notte di repressione fa vari morti e feriti a Pereira

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Organizzazioni dei Diritti Umani hanno dichiarato che a Pereira la polizia ha sparato contro i manifestanti dalle moto e dalle auto con i vetri polarizzati.

In una nuova notte di violenza da parte delle forze di sicurezza della Colombia, almeno due giovani sono morti e vari sono risultati feriti mercoledì nella località di Pereira a causa della repressione della polizia.

Secondo dei video che sono circolati nelle reti sociali, l’incidente ha avuto luogo nel settore del viadotto quando le forze dell’ordine hanno sparato contro la concentrazione di giovani che manifestavano contro il governo di Iván Duque.

Si è saputo che i giovani assassinati si chiamano Lucas Villa e Miguel Ciro, studenti dello sport dell’Università Tecnologica di Pereira.

Organizzazioni dei Diritti Umani hanno dichiarato che la polizia ha sparato contro i manifestanti dalle moto e dalle auto con i vetri polarizzati.

Di fronte a questa situazione di violenza, i manifestanti hanno sollecitato la presenza di organizzazioni internazionali dei Diritti Umani affinché evidenzino le violenze sui civili da parte delle forze dello stato.

Mercoledì la Procura colombiana ha annunciato che incriminerà i poliziotti per gli omicidi di tre civili durante le manifestazioni e che secondo questo organismo ci sono stati almeno 11 morti, anche se le ONG come Temblores alzano questa cifra a 37.

“Tre di questi omicidi saranno imputati a membri della Polizia Nazionale nell’ambito di queste manifestazioni”, ha dichiarato il procuratore generale della Colombia, Francisco Barbosa, in una dichiarazione congiunta con il difensore del popolo, Carlos Camargo.

Barbosa ha ricordato che il suo ufficio ha informato su 24 omicidi durante le proteste e che la Procura, dopo aver utilizzato “tutti i meccanismi di chiarimento giudiziario”, ha determinato che “11 morti violente sono avvenute in occasione di queste manifestazioni, sette sono in verifica e sei omicidi non hanno nessun legame”.

Le manifestazioni sono iniziate il 28 aprile contro la già ritirata riforma tributaria del Governo colombiano e oggi continuano, tra le altre cose, in rifiuto della brutalità poliziesca.

La Piattaforma Grita ha emesso un bilancio sulla repressione da parte di agenti dello Squadrone Mobile Antisommossa (ESMAD) e dell’Esercito colombiano contro i manifestanti.

Secondo la Piattaforma, dal 28 aprile fino al 5 maggio ci sono stati 1.708 casi di violenza poliziesca, cifra attualizzata dopo i recenti fatti in città come Cali, Medellín, Barranquilla, Buga, Palmira e Bogotá.

Nelle denunce sulla repressione della polizia si contabilizzano, inoltre, 222 casi di vittime di violenza fisica, 37 omicidi, 831 arresti arbitrari, 312 interventi violenti, 22 persone con lesioni oculari, 110 vittime per proiettili sparati da poliziotti e dieci casi di violenza sessuale.

Anche se i grandi mezzi di comunicazione tergiversano la realtà e invisibilizzano le vittime della repressione della polizia, nelle diverse reti sociali tanto le organizzazioni sociali come cittadini indipendenti denunciano con video la repressione che si intensifica nelle ore della notte in varie regioni del paese.

6 maggio 2021

teleSUR

Da Comitato Carlos Fonseca

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