Colombia: Proteste a Usme, Bogotá, decine di feriti in dodici ore di repressione
Questo mercoledì 26 maggio la repressione poliziesca è stata brutale nella mobilitazione effettuata nella località di Usme, nel sud di Bogotá. La polizia ha attaccato fin dalle ore 11.00 am, nonostante ciò, i manifestanti sono rimasti nelle strade fin quasi dodici ore dopo. Questa giornata ha avuto come risultato casi di persone scomparse, minacciate e quasi 200 ferite.
Da quando è iniziato lo Sciopero Nazionale ogni giorno i punti di resistenza nella capitale sono aumentati. Non è più solo il Portal Resistencia, ma anche Usme, Soacha, Bosa, luoghi in cui manifestazioni di massa nella notte non si sono fermate. Allo stesso tempo, è aumentata la persecuzione da parte della forza pubblica.
La sindaca di Bogotá, Claudia López, ha insistito sulla necessità di dialogare e di fermare la violenza che le persone mobilitate vivono notte dopo notte; nonostante ciò, il suo discorso non si riflette in ciò che avviene realmente nelle strade. Lì, né le linee di comando, né gli ordini verso gli agenti della polizia sono chiari. Le azioni degli uomini in uniforme rompono qualsiasi protocollo e norma che determinino i limiti e le forme delle procedure di polizia.
Anche se queste condotte sono di carattere sistemico, quanto avvenuto ieri nella località di Usme supera le cifre di violenza che sono state registrate nella capitale durante lo Sciopero Nazionale.
Secondo quanto ha potuto confermare la squadra di Colombia Informa che si trovava in campo con organizzazioni dei Diritti Umani, sono state registrate 185 persone ferite nelle undici ore di intervento e di azione della polizia. Questo rompe qualsiasi tentativo di dialogo e di mitigazione del conflitto che esprime l’amministrazione.
Di queste 185 persone, almeno venti hanno subito un colpo in testa, delle quali cinque sono gravi. Tra questi ultimi si trova il caso di Jhonatan Guarnizo, un giovane di 29 anni che faceva parte della manifestazione e che è stato colpito alla testa da un gas lacrimogeno. In questo momento Jhonatan permane in stato critico con un grave politraumatismo al cranio che compromette la colonna vertebrale, secondo quanto dicono i medici dell’Ospedale Tunal e Luis Ernesto Gómez, segretario di governo.
A questo si aggiungono le denunce effettuate da vari giovani durante una trasmissione in diretta di Colombia Informa su Instagram. Attraverso questo canale affermano di non avere informazioni su dove stiano alcuni loro compagni che erano stati fermati di buon ora dagli uomini in uniforme.
Armi da fuoco
Allo stesso tempo, Colombia Informa ha registrato una denuncia dei quartieri Tenerife e Chuniza, dove la comunità ha trovato bossoli di proiettili sparati da armi da fuoco e ha affermato che la polizia stava usando le armi contro i manifestanti.
Anche nei giorni precedenti erano stati recuperati bossoli di armi da fuoco durante le persecuzioni dell’ESMAD al Portal Resistencia, vecchio Portal Américas.
Aggressioni contro la stampa e i difensori dei Diritti Umani
Non si sono solo registrate costanti aggressioni da parte della polizia contro i manifestanti, ma anche contro la squadra di Colombia Informa. Ieri il giornalista che stava coprendo la manifestazione è stato perseguitato, insultato e minacciato da un gruppo di poliziotti, la maggioranza di loro senza identificazione.
Gli uomini in uniforme hanno fermato il corrispondente per più di dieci minuti durante i quali hanno alluso a lui con epiteti omofobi e in ripetute occasioni hanno messo in discussione il lavoro realizzato dai giornalisti di questo mezzo di comunicazione.
Allo stesso modo, Andrés Idárraga, direttore della sottodirezione dei Diritti Umani del municipio, ha denunciato attraverso Twitter l’aggressione che il suo gruppo di lavoro ha subito da parte degli agenti mentre stava verificando una procedura.
24 maggio 2021
Colombia Informa
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